LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione internazionale: decide il luogo di consegna

In una disputa tra un venditore italiano e un acquirente egiziano per la fornitura di un impianto industriale, la Corte di Cassazione ha stabilito il difetto di giurisdizione del giudice italiano. La decisione si fonda sul principio che, nei contratti di vendita internazionale, la competenza spetta al giudice del luogo in cui i beni dovevano essere consegnati. Nel caso specifico, essendo la consegna e l’installazione previste in Egitto, la giurisdizione internazionale appartiene all’autorità giudiziaria egiziana.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Internazionale: La Consegna dei Beni Determina il Giudice Competente

Nei contratti commerciali globalizzati, stabilire quale tribunale abbia il diritto di decidere in caso di controversie è una questione cruciale. Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale della giurisdizione internazionale, chiarendo che, nelle vendite di beni, il fattore determinante è il luogo di consegna, non quello di pagamento. Questa decisione ha implicazioni significative per tutte le aziende che operano oltre i confini nazionali.

I Fatti del Caso: Una Fornitura Industriale tra Italia ed Egitto

La vicenda legale ha origine da un contratto di fornitura tra una società italiana, produttrice di impianti industriali, e una società egiziana. L’accordo prevedeva la vendita e l’installazione di un impianto di isolamento per refrigeratori presso lo stabilimento dell’acquirente in Egitto.

Sorta una controversia relativa al saldo del prezzo, la società italiana ha citato in giudizio l’azienda egiziana davanti a un tribunale italiano. La società egiziana si è difesa eccependo in via preliminare il difetto di giurisdizione del giudice italiano, sostenendo che la competenza spettasse ai tribunali egiziani. Inoltre, ha presentato una domanda riconvenzionale per ottenere il risarcimento dei danni derivanti da presunti vizi e difetti dell’impianto fornito.

Sia in primo grado che in appello, i giudici italiani avevano affermato la propria giurisdizione, ritenendo prevalente il luogo di pagamento del prezzo, ovvero la sede della società venditrice in Italia.

La Questione della Giurisdizione Internazionale Portata in Cassazione

Insoddisfatta della decisione della Corte d’Appello, la società egiziana ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali relative alla giurisdizione internazionale:

1. Errata interpretazione dell’accettazione tacita: La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto che la proposizione di una domanda riconvenzionale costituisse un’accettazione tacita della giurisdizione italiana, nonostante l’espressa e prioritaria contestazione.
2. Individuazione del giudice competente: La ricorrente ha sostenuto che, in base alla normativa europea applicabile, il criterio per determinare la giurisdizione non fosse il luogo di pagamento, ma il luogo di esecuzione della prestazione caratterizzante il contratto, ovvero la consegna e installazione dell’impianto in Egitto.

La Decisione della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto entrambi i motivi di ricorso. La Corte ha cassato la sentenza d’appello senza rinvio e ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice italiano, affermando che la competenza a decidere sulla controversia spetta all’autorità giudiziaria egiziana.

Le Motivazioni: Il Principio del Luogo di Esecuzione

La decisione della Suprema Corte si basa su un’analisi approfondita e aggiornata delle norme che regolano la giurisdizione in materia contrattuale a livello europeo.

L’Inesistenza di un’Accettazione Tacita della Giurisdizione

In primo luogo, la Corte ha chiarito un importante principio processuale: la parte che contesta preliminarmente la giurisdizione non la accetta tacitamente se, in subordine, svolge difese nel merito o propone una domanda riconvenzionale. L’opposizione iniziale, se chiara e non revocata, rimane ferma e prevale. La società egiziana aveva manifestato in modo inequivocabile la sua volontà di contestare la giurisdizione, rendendo le difese successive una mera precauzione processuale.

Il Criterio Decisivo per la Giurisdizione Internazionale: Luogo di Consegna

Il punto centrale della motivazione riguarda l’individuazione della norma applicabile. La Corte ha confermato il suo orientamento più recente sul cosiddetto “rinvio mobile”. La legge italiana (L. 218/1995), nel rinviare alla Convenzione di Bruxelles del 1968, deve essere interpretata come un rinvio dinamico alla normativa europea attualmente in vigore che ha sostituito tale convenzione.

Per il caso di specie, ratione temporis, la norma di riferimento è il Regolamento (CE) n. 44/2001. L’articolo 5 di tale regolamento stabilisce che, per i contratti di compravendita di beni, il giudice competente è quello del luogo, in uno Stato membro, in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati.

Poiché il contratto prevedeva la consegna e l’installazione dell’impianto industriale in Egitto, è questo il luogo di esecuzione dell’obbligazione principale. Di conseguenza, la giurisdizione internazionale appartiene ai tribunali egiziani, non a quelli italiani.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Contratti Internazionali

Questa ordinanza delle Sezioni Unite offre un’indicazione chiara e di fondamentale importanza per le imprese che operano a livello internazionale. La decisione consolida un principio chiave: nelle controversie derivanti da contratti di vendita di beni, la giurisdizione è radicata nel luogo della consegna. Le aziende devono essere consapevoli che, in assenza di una clausola contrattuale che specifichi un foro competente, potrebbero trovarsi a dover affrontare un contenzioso in un paese straniero se è lì che avviene la consegna dei loro prodotti. Una corretta redazione dei contratti, con clausole chiare sulla scelta del foro competente, diventa quindi uno strumento indispensabile per gestire il rischio legale nelle transazioni transfrontaliere.

Se una società straniera viene citata in giudizio in Italia e contesta la giurisdizione, può comunque presentare una domanda riconvenzionale senza che ciò significhi accettare la competenza del giudice italiano?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la proposizione di una domanda riconvenzionale non comporta un’accettazione tacita della giurisdizione se il convenuto ha preventivamente ed espressamente eccepito il difetto di giurisdizione. La contestazione preliminare rimane valida e prevalente.

In un contratto di vendita internazionale di beni, quale criterio determina la giurisdizione in caso di controversia, se le parti non hanno scelto un foro competente?
Il criterio determinante è il “luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto”. La giurisdizione spetta al giudice di tale luogo, e non al giudice del luogo dove doveva essere pagato il prezzo.

Quale normativa europea si applica per determinare la giurisdizione quando il convenuto non è domiciliato in uno Stato UE?
La Corte applica il principio del “rinvio mobile”, secondo cui la legge italiana, pur riferendosi formalmente alla Convenzione di Bruxelles del 1968, si intende aggiornata ai regolamenti europei che l’hanno sostituita. Per le cause iniziate dopo la sua entrata in vigore (come nel caso di specie, iniziato nel 2008), si applica il Regolamento (CE) n. 44/2001 (e successivamente il Regolamento UE n. 1215/2012).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati