LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione giudice ordinario su mandato di incasso

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia tra un’Unione di comuni e una società privata incaricata, tramite contratto di mandato, di riscuotere sanzioni amministrative. La Corte ha chiarito che la giurisdizione si determina in base alla natura privatistica del rapporto (il mandato), e non sulla base della natura pubblica del denaro gestito. Pertanto, la richiesta di rendiconto derivante dal contratto spetta al giudice ordinario e non alla Corte dei Conti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione giudice ordinario: il mandato a incassare per la P.A. non attrae la Corte dei Conti

Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e soggetti privati: la determinazione della giurisdizione del giudice ordinario quando un privato gestisce denaro pubblico in base a un contratto di mandato. La decisione chiarisce che a prevalere è la natura del rapporto giuridico dedotto in giudizio, e non la mera qualità pubblica del denaro.

I Fatti del Caso: La Riscossione delle Sanzioni Stradali

La vicenda trae origine da un’azione legale intentata da un’Unione di comuni nei confronti di una società a responsabilità limitata. L’ente pubblico aveva affidato alla società, tramite un contratto di mandato, il compito di supportare l’attività di riscossione coattiva di sanzioni amministrative per violazioni del Codice della Strada.

L’Unione di comuni, lamentando la mancata rendicontazione delle somme incassate, aveva avviato un procedimento per il rendimento dei conti ai sensi dell’art. 263 c.p.c. dinanzi al tribunale ordinario. La società convenuta, tuttavia, ha sollevato una questione di giurisdizione, sostenendo che, avendo maneggiato denaro pubblico, dovesse essere qualificata come ‘agente contabile’. Di conseguenza, a suo avviso, la competenza a giudicare la controversia spettava esclusivamente alla Corte dei Conti.

La Controversia sulla Giurisdizione: Ordinaria o Contabile?

Il cuore del dibattito si è concentrato sulla corretta individuazione del giudice competente. Da un lato, la società privata sosteneva la giurisdizione della magistratura contabile, facendo leva sulla natura pubblica delle somme riscosse. Dall’altro, l’ente pubblico e il Pubblico Ministero insistevano per la giurisdizione del giudice ordinario, poiché il rapporto tra le parti era regolato da un contratto di mandato di diritto privato.

La questione è stata quindi rimessa alle Sezioni Unite della Cassazione tramite un regolamento preventivo di giurisdizione, per dirimere il conflitto prima che il processo entrasse nel merito.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha accolto la tesi favorevole alla giurisdizione del giudice ordinario, basando la propria decisione su principi consolidati in materia di riparto di giurisdizione. I giudici hanno ribadito che, per stabilire a chi spetti la competenza, non si deve guardare al petitum formale (ciò che la parte chiede esplicitamente nel dispositivo), bensì al petitum sostanziale, il quale si identifica attraverso l’analisi della causa petendi, ovvero il rapporto giuridico alla base della pretesa.

Nel caso di specie, la causa petendi era inequivocabilmente il contratto di mandato che legava l’Unione di comuni alla società. L’obbligo di rendere il conto e, di conseguenza, di versare le somme dovute, discendeva direttamente dagli obblighi contrattuali previsti dal codice civile per il mandatario. La natura pubblica del denaro da incassare è stata considerata un ‘presupposto esterno’ al rapporto dedotto in giudizio. In altre parole, la controversia si esauriva nell’ambito del rapporto privatistico e non investiva profili di responsabilità contabile tipici della giurisdizione della Corte dei Conti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio fondamentale: la stipulazione di un contratto di diritto privato da parte di un ente pubblico non perde la sua natura per il solo fatto di avere ad oggetto la gestione di risorse pubbliche. La giurisdizione si radica in base alla natura della controversia: se essa riguarda l’adempimento di obblighi nascenti da un contratto (come il mandato), la competenza spetta al giudice ordinario. La giurisdizione della Corte dei Conti sorge, invece, quando si controverte sulla responsabilità amministrativo-contabile di chi ha in gestione denaro pubblico in virtù di un rapporto di servizio con la P.A., e non per una semplice inadempienza contrattuale. La sentenza offre quindi un importante criterio di orientamento per tutte le società private che operano in convenzione o su mandato per la Pubblica Amministrazione.

Quando una società privata incassa denaro pubblico per conto di un ente, a quale giudice spetta la giurisdizione in caso di controversia?
Spetta al giudice ordinario, qualora il rapporto tra l’ente e la società sia basato su un contratto di diritto privato, come un mandato, e la controversia riguardi l’adempimento degli obblighi nascenti da tale contratto.

Cosa determina la giurisdizione in un processo civile secondo la Cassazione?
La giurisdizione si determina sulla base del cosiddetto ‘petitum sostanziale’, che viene individuato analizzando la ‘causa petendi’, ovvero i fatti e il rapporto giuridico posti a fondamento della domanda giudiziale.

Perché in questo caso la società non è stata considerata un ‘agente contabile’ ai fini della giurisdizione?
Perché la controversia non verteva sulla responsabilità contabile per la gestione di fondi pubblici, ma sull’inadempimento di un obbligo derivante da un contratto di mandato. Il rapporto dedotto in giudizio era di natura privatistica, e questo ha radicato la giurisdizione presso il giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati