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Giurisdizione giudice ordinario su canoni concessioni

Una società concessionaria nel settore dei giochi ha contestato una richiesta di pagamento da parte dell’ente regolatore per il mantenimento di apparecchi in numero eccedente. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto la questione di giurisdizione sollevata. Ha stabilito che la controversia appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, poiché il pagamento non costituisce una sanzione, ma un corrispettivo che il concessionario sceglie di versare per continuare a utilizzare gli apparecchi. Questo configura un rapporto paritetico di natura contrattuale, escludendo la competenza del giudice amministrativo.

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Concessioni Pubbliche: la Cassazione conferma la giurisdizione del giudice ordinario

Capire a quale giudice rivolgersi quando sorge una controversia con la Pubblica Amministrazione è una questione cruciale, specialmente nei settori regolamentati come quello dei giochi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha fatto luce su un punto fondamentale: la distinzione tra l’esercizio di un potere autoritativo dello Stato e la gestione di un rapporto contrattuale. La Corte ha confermato la giurisdizione del giudice ordinario per le controversie relative al pagamento di somme dovute da un concessionario, qualificandole come corrispettivo e non come sanzione, anche quando l’obbligazione nasce da una legge volta a tutelare l’interesse pubblico.

I Fatti del Caso: La Controversia tra Concessionario e Agenzia

La vicenda ha origine dalla richiesta di pagamento avanzata dall’Agenzia di regolamentazione del gioco nei confronti di una società concessionaria. L’addebito riguardava il mantenimento in esercizio di un numero di apparecchi da gioco superiore a quello massimo consentito. La società ha impugnato l’atto davanti al giudice amministrativo, sostenendo che la richiesta fosse espressione di un potere di vigilanza e controllo della Pubblica Amministrazione, e quindi illegittima.

Il giudice amministrativo d’appello, tuttavia, ha declinato la propria giurisdizione, ritenendo che la competenza spettasse al giudice ordinario. La società concessionaria ha quindi proposto ricorso per regolamento di giurisdizione dinanzi alla Corte di Cassazione, insistendo sulla natura pubblicistica e autoritativa dell’atto contestato.

La questione sulla giurisdizione del giudice ordinario

Il cuore del dibattito legale verteva sulla natura della somma richiesta dall’Amministrazione. Secondo la società ricorrente, l’atto impugnato era la manifestazione di un potere pubblico di controllo, volto a sanzionare un’irregolarità. Di conseguenza, la posizione del concessionario era di interesse legittimo, tutelabile solo davanti al giudice amministrativo.

La tesi opposta, accolta prima dal Consiglio di Stato e poi confermata dalla Cassazione, si fonda su un’attenta analisi della norma di riferimento (art. 1, comma 81, della Legge n. 220/2010). Tale disposizione, pur inserita in un contesto di contrasto al gioco illecito, offriva al concessionario una scelta precisa: rimuovere gli apparecchi in eccesso oppure mantenerli in funzione pagando un importo mensile predeterminato di 300 euro per ciascun apparecchio. Questa opzione, secondo i giudici, trasforma la natura del rapporto da autoritativo a paritetico.

Le Motivazioni della Corte Suprema

Le Sezioni Unite hanno rigettato il ricorso, fornendo una motivazione chiara e lineare. La Corte ha stabilito che il pagamento richiesto non ha carattere sanzionatorio, ma costituisce un corrispettivo. Si tratta del prezzo per l’esercizio di una facoltà che la legge stessa riconosce al concessionario. Esercitando tale scelta, il concessionario non subisce un potere, ma esercita un proprio diritto soggettivo, collocandosi su un piano di parità con l’Amministrazione.

La controversia, pertanto, non riguarda la legittimità di un atto autoritativo, ma l’adempimento di un’obbligazione pecuniaria sorta nell’ambito della fase esecutiva del rapporto di concessione. Il petitum sostanziale della causa è l’accertamento negativo del diritto dell’Amministrazione a riscuotere una somma qualificabile come canone o corrispettivo. In base all’articolo 133 del Codice del processo amministrativo, le controversie relative a ‘indennità, canoni ed altri corrispettivi’ in materia di pubblici servizi sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale nella ripartizione della giurisdizione. Anche quando una norma persegue finalità di interesse pubblico, se la sua applicazione si traduce nel riconoscere al privato una facoltà esercitabile dietro pagamento di un corrispettivo, il rapporto che ne scaturisce è di natura privatistica. La Pubblica Amministrazione, in questo contesto, non agisce in posizione di supremazia, ma come parte di un rapporto obbligatorio.

Per gli operatori del settore, ciò significa che le dispute di natura prettamente patrimoniale, relative a canoni o corrispettivi, devono essere portate davanti al tribunale civile. La sentenza ribadisce che la giurisdizione si determina in base alla natura della posizione giuridica soggettiva fatta valere in giudizio: se si contesta un atto di potere si va dal giudice amministrativo, se si discute di un diritto soggettivo di natura patrimoniale, la competenza è del giudice ordinario.

A quale giudice deve rivolgersi un concessionario per contestare una richiesta di pagamento per apparecchi da gioco in eccesso?
Secondo la Corte, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, poiché la richiesta di pagamento non è una sanzione, ma un corrispettivo derivante da una scelta contrattuale del concessionario.

Il pagamento di 300 euro per ogni apparecchio in sovrannumero è una multa o un canone?
La sentenza chiarisce che si tratta di un corrispettivo, non di una sanzione. È il prezzo che il concessionario sceglie di pagare per esercitare la facoltà, concessa dalla legge, di mantenere in funzione gli apparecchi eccedentari durante una fase transitoria.

Quando una controversia con la Pubblica Amministrazione rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo in materia di concessioni?
Rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo quando la Pubblica Amministrazione esercita poteri autoritativi tipizzati dalla legge (es. poteri di vigilanza che sfociano in ordini o sanzioni unilaterali), incidendo su interessi legittimi del privato. Se invece la controversia riguarda diritti e obblighi di natura patrimoniale su un piano di parità, la competenza è del giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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