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Giurisdizione giudice ordinario: Stato vs Regioni

La Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia finanziaria tra lo Stato e una Regione Autonoma. La Regione richiedeva il versamento di somme derivanti dalla ‘voluntary disclosure’, che lo Stato si rifiutava di erogare invocando un precedente accordo. La Corte ha chiarito che, trattandosi di una pretesa puramente patrimoniale e non di un conflitto di attribuzioni o dell’esercizio di un potere pubblico, la competenza spetta al giudice civile e non a quello costituzionale o amministrativo.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Giudice Ordinario: La Cassazione sui Conflitti Finanziari Stato-Regioni

In una recente e significativa ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno riaffermato un principio cardine nella ripartizione delle competenze giurisdizionali: la giurisdizione del giudice ordinario è competente a decidere sulle controversie di natura puramente patrimoniale tra lo Stato e le Regioni. La decisione nasce da una disputa finanziaria legata ai proventi della cosiddetta ‘voluntary disclosure’ e chiarisce i confini tra la giurisdizione civile, quella amministrativa e le attribuzioni della Corte Costituzionale.

I Fatti: La Disputa sulla “Voluntary Disclosure”

La vicenda trae origine dalla richiesta di una Regione Autonoma di ottenere dallo Stato il versamento delle somme riscosse nel suo territorio attraverso la procedura di collaborazione volontaria (‘voluntary disclosure’). Tali somme, secondo le norme statutarie della Regione, le sarebbero spettate di diritto.

Tuttavia, lo Stato si opponeva alla richiesta, sostenendo che un precedente accordo finanziario, stipulato tra le parti per definire le reciproche relazioni economiche, precludesse ogni ulteriore pretesa. In particolare, secondo le amministrazioni centrali, la Regione aveva rinunciato agli effetti positivi di future pronunce di accoglimento della Corte Costituzionale. E una di queste pronunce (la n. 66 del 2016) aveva effettivamente dichiarato illegittima la norma che assegnava all’erario statale, anziché alla Regione, il gettito in questione.

Il caso è approdato in primo grado al Tribunale e successivamente alla Corte d’Appello, che ha parzialmente accolto le ragioni della Regione, riconoscendone il diritto per una specifica annualità. Contro questa decisione, lo Stato ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando in via preliminare una questione di giurisdizione: a suo avviso, il caso doveva essere trattato dalla Corte Costituzionale (per conflitto di attribuzioni) o, in subordine, dal giudice amministrativo (trattandosi di un accordo tra pubbliche amministrazioni).

La Decisione della Corte di Cassazione e la Giurisdizione del Giudice Ordinario

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno respinto i motivi di ricorso dello Stato relativi alla giurisdizione. Hanno stabilito, senza mezzi termini, che la controversia rientra pienamente nella giurisdizione del giudice ordinario.

La Corte ha quindi rimesso la causa alla Prima Sezione Civile per l’esame delle restanti questioni di merito, ma ha fissato in modo definitivo il principio sulla competenza giurisdizionale.

Le Motivazioni della Decisione

Il ragionamento della Suprema Corte si articola su tre punti fondamentali che delineano i confini tra le diverse giurisdizioni.

1. Natura Patrimoniale della Pretesa

Il fulcro della motivazione risiede nell’analisi della domanda della Regione. La Corte ha osservato che la richiesta non mira a contestare l’esercizio di un potere pubblico, ma è diretta semplicemente a ottenere il pagamento di una somma di denaro, configurandosi come un normale credito pecuniario derivante da un inadempimento dello Stato. La ‘causa petendi’ è dunque di natura puramente patrimoniale, non involgendo questioni di legittimità di atti amministrativi o di invasione di competenze costituzionali.

2. Esclusione del Conflitto di Attribuzioni

La Cassazione ha chiarito che un’azione legale per ottenere il pagamento di somme dovute non costituisce un ‘conflitto di attribuzioni’ tra Stato e Regione, materia riservata alla Corte Costituzionale. Il conflitto di attribuzioni sorge quando un ente contesta un atto o un comportamento ‘invasivo’ della sfera di competenza costituzionalmente garantita di un altro ente. In questo caso, invece, la Regione non lamentava un’invasione di poteri, ma semplicemente il mancato adempimento di un’obbligazione pecuniaria.

3. Esclusione della Giurisdizione Amministrativa

Infine, è stata esclusa anche la competenza del giudice amministrativo. Sebbene la difesa statale facesse leva sull’esistenza di un accordo tra pubbliche amministrazioni, la Corte ha specificato che la giurisdizione amministrativa in materia di accordi (ai sensi della L. 241/1990) si applica quando questi disciplinano ‘lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune’ o sostituiscono un provvedimento amministrativo. L’accordo in questione, invece, è stato qualificato come un’intesa finanziaria di contenuto e oggetto dichiaratamente patrimoniale, stipulata tra enti in posizione paritetica per definire reciproche pretese economiche, senza esercizio di potestà autoritative. Di conseguenza, la sua interpretazione e applicazione rientrano nella cognizione del giudice ordinario.

Conclusioni

L’ordinanza delle Sezioni Unite consolida un importante principio: quando una controversia tra enti pubblici, inclusi Stato e Regioni, ha per oggetto unicamente una pretesa creditoria di natura patrimoniale e non l’esercizio di un potere pubblico, la competenza a decidere spetta al giudice ordinario. Questa pronuncia offre un criterio di riparto chiaro e funzionale, garantendo che le dispute puramente finanziarie siano trattate nell’ambito della giurisdizione civile, a cui appartengono naturalmente le questioni di credito e debito, anche quando le parti in causa sono enti pubblici.

A quale giudice deve rivolgersi una Regione per chiedere allo Stato il pagamento di somme di denaro che le spettano?
Secondo la Corte di Cassazione, quando la richiesta è di natura puramente patrimoniale, cioè si tratta di un credito pecuniario, la competenza appartiene al giudice ordinario (civile).

Un accordo finanziario tra Stato e Regione rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo?
No. La Corte ha stabilito che un accordo con oggetto dichiaratamente patrimoniale, finalizzato a definire reciproche pretese finanziarie tra enti in posizione paritetica, non rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo, la quale è riservata agli accordi che disciplinano l’esercizio di attività di interesse comune o sostituiscono provvedimenti amministrativi.

Quando una controversia tra Stato e Regione deve essere decisa dalla Corte Costituzionale?
La controversia è di competenza della Corte Costituzionale quando si configura un ‘conflitto di attribuzioni’, cioè quando un ente lamenta che un atto o un comportamento di un altro ente abbia invaso la propria sfera di competenza garantita dalla Costituzione. Una semplice richiesta di pagamento non configura un tale conflitto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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