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Giurisdizione giudice ordinario per crediti sanitari

Una fondazione sanitaria ha contestato le delibere di una Regione e di un’Azienda Sanitaria Locale che impattavano i suoi crediti. La Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario, chiarendo che la controversia, pur derivando da atti amministrativi, riguarda pretese patrimoniali di natura contrattuale e non l’esercizio di un potere autoritativo della Pubblica Amministrazione sul rapporto di concessione.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione del giudice ordinario nelle liti sanitarie: la Cassazione fa chiarezza

Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per le controversie tra strutture sanitarie accreditate e la Pubblica Amministrazione. Anche quando la disputa nasce da un atto amministrativo, se l’oggetto del contendere è di natura puramente patrimoniale, come la richiesta di note di credito, la competenza spetta alla giurisdizione del giudice ordinario. Questa decisione consolida un orientamento cruciale per la gestione dei rapporti economici nel settore sanitario.

I Fatti: la controversia tra una struttura sanitaria e la P.A.

Una fondazione sanitaria, operante in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale, ha impugnato dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) alcune delibere della giunta regionale. Tali atti, secondo la fondazione, avevano illegittimamente modificato la disciplina del loro accordo-contratto, portando l’amministrazione sanitaria a richiedere l’emissione di note di credito e minacciando una futura riduzione del budget. La fondazione sosteneva che tali atti incidessero direttamente sul rapporto di concessione, configurando un esercizio di potere autoritativo da parte della P.A. e radicando, quindi, la competenza del giudice amministrativo.

Di parere opposto, l’Azienda Sanitaria Locale e la Regione eccepivano il difetto di giurisdizione, ritenendo che la controversia avesse natura prettamente creditoria e dovesse essere decisa dal giudice ordinario.

La questione sulla giurisdizione del giudice ordinario

In pendenza del giudizio amministrativo, la fondazione ha proposto un regolamento preventivo di giurisdizione alla Corte di Cassazione. Il quesito fondamentale era stabilire se una controversia relativa a pretese economiche, scaturita da atti amministrativi che modificano un contratto in essere, rientri nella giurisdizione amministrativa (come esercizio di potere pubblico) o in quella ordinaria (come questione patrimoniale tra le parti di un contratto).

La distinzione è cruciale: la giurisdizione amministrativa valuta la legittimità dell’azione della P.A. in un’ottica di ‘potere-interesse’, mentre quella ordinaria dirime conflitti su diritti e obblighi in una logica di ‘obbligo-pretesa’, tipica dei rapporti paritetici.

Le motivazioni della Cassazione: la natura del rapporto

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario. I giudici hanno chiarito che, per determinare la giurisdizione, non conta la prospettazione delle parti, ma il petitum sostanziale, ovvero l’effettiva natura della posizione giuridica dedotta in giudizio.

Le Sezioni Unite hanno richiamato il principio consolidato secondo cui le controversie relative a ‘indennità, canoni ed altri corrispettivi’ nei rapporti di concessione di pubblico servizio, come quelli tra ASL e case di cura accreditate, appartengono alla giurisdizione ordinaria. Si tratta di questioni meramente patrimoniali.

La Corte ha specificato che la richiesta di emissione di note di credito da parte dell’amministrazione sanitaria non derivava da un potere autoritativo, ma si fondava su una clausola del contratto sottoscritto tra le parti per gli anni 2022/2024. Sebbene tale modifica contrattuale fosse stata introdotta a seguito di un provvedimento amministrativo, la controversia si colloca ‘a valle’ di tale provvedimento e riguarda l’esistenza e la quantificazione di un credito. Il contratto per la regolamentazione delle prestazioni sanitarie (ex art. 8-quinquies D.Lgs. 502/1992) è un contratto di diritto privato. Di conseguenza, il giudice ordinario è pienamente competente a sindacare le singole voci del credito, interpretando le clausole contrattuali.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della decisione

Questa ordinanza rafforza la linea di demarcazione tra le due giurisdizioni in materia sanitaria. Per le strutture sanitarie private accreditate, significa che le dispute di natura economica, anche se complesse e legate a decisioni di programmazione della P.A., devono essere portate davanti al giudice civile. Quest’ultimo ha gli strumenti per accertare dare e avere sulla base degli accordi contrattuali stipulati. La decisione offre quindi certezza procedurale, incanalando le controversie puramente patrimoniali verso il loro giudice naturale e riservando al giudice amministrativo solo quelle in cui la P.A. esercita un effettivo potere autoritativo sull’intera economia del rapporto concessorio.

Quando una controversia tra una struttura sanitaria e la P.A. rientra nella giurisdizione del giudice ordinario?
Secondo la Corte, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario quando ha ad oggetto questioni meramente patrimoniali, come ‘indennità, canoni ed altri corrispettivi’, che si configurano in un rapporto di ‘obbligo-pretesa’ basato su un contratto.

Una modifica contrattuale imposta da un atto amministrativo sposta la competenza al giudice amministrativo?
No. La Corte ha chiarito che, anche se la modifica contrattuale è stata introdotta a seguito di un provvedimento amministrativo, la controversia che ne deriva sulla quantificazione dei crediti rimane di natura contrattuale e patrimoniale, collocandosi ‘a valle’ dell’atto amministrativo e rientrando quindi nella giurisdizione ordinaria.

Qual è la natura giuridica del contratto tra ASL e struttura sanitaria accreditata?
L’ordinanza conferma che il contratto per la regolamentazione delle prestazioni sanitarie, concluso ai sensi dell’art. 8 quinquies del D.Lgs. 502/1992, è a tutti gli effetti un contratto di diritto privato, la cui esecuzione e le cui controversie patrimoniali sono soggette alla cognizione del giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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