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Giurisdizione giudice ordinario: pagamenti sanitari

Una struttura sanitaria privata ha richiesto il pagamento di prestazioni fornite a un’Azienda Sanitaria Locale. L’ASL ha rifiutato il pagamento, eccependo un controcredito derivante da presunte prestazioni inappropriate. La Corte di Cassazione ha stabilito che la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, poiché la domanda principale ha natura patrimoniale e riguarda l’esecuzione di un rapporto di tipo concessorio. L’eccezione dell’ASL, basata su un atto di controllo amministrativo, non è sufficiente a spostare la giurisdizione al giudice amministrativo, ma attiene solo al merito della causa.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Giudice Ordinario nei Contratti con la Sanità Pubblica: L’Analisi della Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite affronta un tema cruciale nei rapporti tra strutture sanitarie private e Pubblica Amministrazione: la corretta individuazione della giurisdizione del giudice ordinario. Il caso esaminato chiarisce a chi spetta decidere sulle richieste di pagamento per prestazioni sanitarie quando l’ente pubblico solleva contestazioni basate su controlli amministrativi. La decisione ribadisce un principio fondamentale: la natura della domanda principale è l’elemento chiave per determinare il giudice competente.

I Fatti del Caso: Dal Decreto Ingiuntivo al Dubbio sulla Giurisdizione

Una clinica privata accreditata, dopo aver erogato prestazioni di chirurgia vertebrale per conto del Servizio Sanitario Nazionale, ha emesso fatture per un importo significativo. Di fronte al mancato pagamento, la struttura ha ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente.

L’ASL si è opposta al decreto, sostenendo di non dover pagare l’intera somma. La sua difesa si basava sui risultati di un controllo interno (effettuato dai Nuclei Operativi di Controllo – NOC), secondo cui parte delle prestazioni fatturate erano “inappropriate”. Di conseguenza, l’ASL aveva decurtato l’importo dovuto, compensandolo con il credito che riteneva di vantare verso la clinica.

In questo contesto, è sorta la questione di giurisdizione. La stessa clinica, pur avendo iniziato la causa davanti al giudice civile, ha sollevato un regolamento preventivo di giurisdizione, chiedendo alla Cassazione di chiarire se la controversia, data l’eccezione dell’ASL basata su un atto amministrativo, dovesse essere decisa dal Giudice Amministrativo.

La Giurisdizione del Giudice Ordinario e l’Eccezione della P.A.

Il cuore del problema era stabilire se la difesa dell’ASL, fondata sulla legittimità e sugli esiti di un verbale di ispezione amministrativa, fosse sufficiente a spostare la causa dal tribunale ordinario al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale). La Corte di Cassazione ha risposto negativamente, affermando con chiarezza la giurisdizione del giudice ordinario.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione delle Sezioni Unite si fonda su argomentazioni solide e consolidate in giurisprudenza, che è utile analizzare nel dettaglio.

La Natura Patrimoniale della Controversia

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che la domanda iniziale della clinica privata riguarda il pagamento di corrispettivi per prestazioni sanitarie rese in esecuzione di un rapporto di accreditamento. Questo tipo di rapporto, assimilabile a una concessione di pubblico servizio, dà origine a diritti e obblighi di natura paritaria. La controversia ha quindi un contenuto meramente patrimoniale: una parte chiede il pagamento di una somma di denaro per un servizio fornito.

In base a questo presupposto, la competenza a decidere spetta naturalmente al giudice ordinario, che è il giudice dei diritti soggettivi e dei rapporti patrimoniali.

L’Irrilevanza dell’Eccezione ai Fini della Giurisdizione

Il punto più significativo della decisione riguarda la qualificazione della difesa dell’ASL. La contestazione basata sull’inappropriatezza delle prestazioni e sul relativo verbale di controllo non è stata considerata una domanda riconvenzionale che mette in discussione il potere della P.A., ma una semplice “eccezione di compensazione”.

L’ASL, in sostanza, non ha chiesto al giudice di accertare con valore di giudicato la legittimità del suo atto amministrativo. Ha semplicemente usato quell’atto come fondamento per giustificare un controcredito da opporre in compensazione al debito vantato dalla clinica. Tale eccezione, spiegano i giudici, influisce solo sul merito della controversia (cioè, se il pagamento sia dovuto e in quale misura) e sulla fondatezza della pretesa, ma non sposta la giurisdizione.

La questione della legittimità del verbale di controllo, infatti, è oggetto di un separato e autonomo giudizio pendente davanti al giudice amministrativo, che è la sede propria per contestare l’esercizio del potere autoritativo della Pubblica Amministrazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La pronuncia delle Sezioni Unite consolida un importante principio di riparto della giurisdizione. Per le strutture sanitarie private, significa che le azioni legali volte a recuperare crediti per prestazioni erogate in regime di accreditamento devono essere incardinate presso il giudice ordinario. Le contestazioni sollevate dalla P.A. durante il processo, anche se basate su atti amministrativi, non modificano questa competenza, ma rappresentano mere difese nel merito che il giudice ordinario dovrà valutare per decidere sulla fondatezza della richiesta di pagamento.

A quale giudice deve rivolgersi una struttura sanitaria privata per chiedere il pagamento delle prestazioni rese in regime di accreditamento?
La struttura deve rivolgersi al giudice ordinario, poiché la controversia riguarda il pagamento di corrispettivi e ha natura patrimoniale, derivante da un rapporto paritetico assimilabile a una concessione di pubblico servizio.

Se l’Azienda Sanitaria si difende sostenendo che le prestazioni non erano appropriate sulla base di un controllo interno, la giurisdizione si sposta al giudice amministrativo?
No, la giurisdizione rimane del giudice ordinario. La difesa dell’Azienda Sanitaria è considerata un’eccezione che attiene al merito della causa (cioè se il pagamento è dovuto) e non una domanda che impone di giudicare la legittimità di un atto amministrativo, la quale può essere oggetto di un separato giudizio amministrativo.

Qual è l’elemento che determina la giurisdizione in una controversia tra una clinica privata e la ASL per il mancato pagamento di prestazioni?
L’elemento determinante è la domanda principale proposta da chi avvia la causa. Se, come in questo caso, la domanda è di natura patrimoniale e mira a ottenere il pagamento di un corrispettivo, la giurisdizione appartiene al giudice ordinario, indipendentemente dalle difese sollevate dalla Pubblica Amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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