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Giurisdizione giudice ordinario nel settore sanitario

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3410/2024, ha confermato la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie relative al mancato pagamento di prestazioni sanitarie fornite da una struttura privata accreditata per conto del Servizio Sanitario Nazionale. La Corte ha stabilito che, quando la disputa riguarda esclusivamente il corrispettivo dovuto e non l’esercizio di poteri autoritativi della Pubblica Amministrazione, la competenza è del giudice ordinario. Il caso specifico riguardava il rifiuto di un’Azienda Sanitaria Locale di saldare le prestazioni di un istituto, adducendo anomalie riscontrate in controlli interni. La Cassazione ha ritenuto la controversia di natura patrimoniale, rientrante nel binomio “obbligo-pretesa”, e ha respinto il ricorso dell’ente sanitario.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Giudice Ordinario: Pagamenti tra ASL e Strutture Sanitarie

Introduzione: la giurisdizione del giudice ordinario nei rapporti con la P.A.

La recente ordinanza n. 3410/2024 della Corte di Cassazione riafferma un principio cruciale nella ripartizione delle competenze tra magistratura ordinaria e amministrativa. La questione centrale riguarda la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie economiche tra Aziende Sanitarie Locali (ASL) e strutture private accreditate. Quando un ente pubblico nega un pagamento per presunte irregolarità, chi decide? La Suprema Corte chiarisce che se la disputa verte unicamente sul diritto al corrispettivo, essa rientra in un rapporto paritetico di natura contrattuale, escludendo la competenza del giudice amministrativo.

I Fatti della Causa: Un Pagamento Bloccato

Una struttura sanitaria privata, specializzata in fisiokinesiterapia e accreditata presso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), aveva erogato prestazioni per l’anno 2004. L’Azienda Sanitaria Locale (ASL) competente, tuttavia, negava il saldo del pagamento, sostenendo di aver riscontrato delle “anomalie prescrizionali” durante le proprie verifiche e controlli interni.
L’istituto privato, ritenendo di aver diritto al compenso per le prestazioni regolarmente fornite, si rivolgeva al Tribunale, che gli dava ragione, condannando l’ASL al pagamento. L’ente pubblico impugnava la decisione dinanzi alla Corte d’Appello, sollevando in via principale un’eccezione di difetto di giurisdizione: a suo dire, la controversia doveva essere decisa dal giudice amministrativo, poiché implicava la valutazione di poteri di controllo e verifica propri della Pubblica Amministrazione. La Corte d’Appello rigettava l’appello, confermando sia la giurisdizione del giudice ordinario sia la condanna al pagamento nel merito. Contro questa decisione, l’ASL proponeva ricorso per Cassazione.

La Questione di Giurisdizione: Potere Pubblico o Obbligo Contrattuale?

Il motivo principale del ricorso dell’ASL si fondava sull’idea che il suo rifiuto di pagare non derivasse da un semplice inadempimento contrattuale, ma dall’esercizio di poteri autoritativi di controllo sulla appropriatezza delle prestazioni. Secondo questa tesi, il rapporto non era paritetico ma di tipo concessorio, caratterizzato da una supremazia della P.A. La controversia, quindi, non si limitava alla richiesta di un corrispettivo (binomio “obbligo-pretesa”), ma investiva la legittimità dell’azione amministrativa (binomio “potere-interesse”), attraendo la causa nella sfera del giudice amministrativo.

La Decisione della Cassazione e la giurisdizione del giudice ordinario

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, giudicandolo infondato e confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ribadito l’orientamento consolidato secondo cui la domanda di condanna di un’azienda sanitaria al pagamento del corrispettivo per prestazioni rese in regime di accreditamento rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha spiegato che la giurisdizione del giudice ordinario per controversie su “indennità, canoni o altri corrispettivi” è esclusa solo quando la disputa coinvolge la verifica dell’azione autoritativa della P.A. sull’intera economia del rapporto. Nel caso di specie, invece, il petitum sostanziale, cioè l’oggetto effettivo della domanda, era unicamente la verifica dell’esatto adempimento di un’obbligazione pecuniaria. La pretesa del privato era un diritto soggettivo al pagamento, non un interesse legittimo all’annullamento di un atto amministrativo.
I controlli effettuati dall’ASL, ha osservato la Corte d’Appello con una motivazione condivisa dalla Cassazione, non si erano tradotti in un formale procedimento amministrativo o in un provvedimento autoritativo. Erano, piuttosto, verifiche interne che, per essere opponibili alla controparte, avrebbero dovuto essere supportate da prove concrete e da un contraddittorio effettivo, cosa che nel caso di specie non era avvenuta. L’ASL, infatti, non aveva mai prodotto gli elaborati analitici che avrebbero dovuto evidenziare le anomalie contestate.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per gli operatori sanitari privati che lavorano in regime di accreditamento. Stabilisce che, una volta eseguite le prestazioni secondo gli accordi, il loro diritto al corrispettivo si configura come un diritto soggettivo di natura patrimoniale. L’ASL non può negare il pagamento basandosi su controlli interni generici e non formalizzati in atti amministrativi impugnabili. Per sottrarre la controversia alla giurisdizione del giudice ordinario, la P.A. deve dimostrare di aver esercitato un potere discrezionale e autoritativo che incide sulla natura stessa del rapporto e non solo sull’aspetto meramente economico. In assenza di ciò, la disputa rimane confinata all’interno di una logica contrattuale, dove il giudice ordinario è l’unico competente a decidere.

A quale giudice spetta decidere una controversia sul mancato pagamento di prestazioni sanitarie da parte di una ASL a una struttura accreditata?
Secondo la Corte di Cassazione, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, poiché riguarda l’adempimento di un’obbligazione pecuniaria e non l’esercizio di un potere autoritativo della Pubblica Amministrazione.

Perché i controlli interni dell’ASL non sono stati ritenuti sufficienti a giustificare il mancato pagamento?
Perché tali controlli non si sono tradotti in un procedimento amministrativo formale e non costituivano l’esercizio di un potere autoritativo. Inoltre, l’ASL non ha fornito la prova analitica delle anomalie contestate, rendendo le contestazioni generiche e non opponibili alla struttura sanitaria.

Qual è la differenza tra una controversia su un corrispettivo e una che coinvolge l’azione autoritativa della Pubblica Amministrazione?
Una controversia su un corrispettivo è di natura puramente patrimoniale e si basa su un rapporto paritetico (obbligo-pretesa), rientrando nella giurisdizione ordinaria. Una controversia che coinvolge l’azione autoritativa riguarda invece l’esercizio di un potere discrezionale della P.A. (potere-interesse), che incide sulla struttura del rapporto e viene giudicata dal giudice amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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