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Giurisdizione giudice ordinario: i rimborsi Covid-19

Una struttura sanitaria privata si è vista negare da un’Azienda Sanitaria Locale il rimborso dei costi fissi sostenuti durante la pandemia Covid-19. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto il conflitto di giurisdizione, stabilendo che la competenza spetta al giudice ordinario. La decisione si fonda sul fatto che la normativa non lasciava all’ente pubblico alcun potere discrezionale, ma solo il compito di verificare la sussistenza dei requisiti di legge. Di conseguenza, la posizione della struttura privata è qualificabile come diritto soggettivo, la cui tutela rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione del Giudice Ordinario per i Rimborsi Covid: La Cassazione Fa Chiarezza

L’emergenza pandemica da Covid-19 ha generato una serie di misure eccezionali, tra cui la sospensione delle attività sanitarie non urgenti. Per compensare le perdite delle strutture private accreditate, la legge ha previsto dei rimborsi per i costi fissi sostenuti. Ma cosa succede se la Pubblica Amministrazione nega tale rimborso? A quale giudice bisogna rivolgersi? Con l’ordinanza n. 15404/2024, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito un principio fondamentale: in questi casi, la controversia rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Ristoro e il Conflitto di Giurisdizione

Una casa di cura privata, a seguito della sospensione delle attività ordinarie imposta dalla normativa emergenziale, presentava a un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) un’istanza per ottenere il rimborso dei costi fissi sostenuti, come previsto dalla legislazione nazionale e regionale. L’ASL rigettava la richiesta, motivandola con la mancata sospensione delle prestazioni e l’assenza di documentazione adeguata.

La struttura sanitaria impugnava il diniego davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), che però dichiarava il proprio difetto di giurisdizione. In seguito all’appello della clinica, il Consiglio di Stato ribaltava la decisione, affermando la sussistenza della giurisdizione amministrativa, poiché il diniego costituiva un provvedimento autoritativo, espressione di un potere pubblico.

Contro questa sentenza, l’ASL proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che la controversia, vertendo su un diritto di natura patrimoniale, dovesse essere decisa dal giudice ordinario.

La Decisione delle Sezioni Unite sulla Giurisdizione del Giudice Ordinario

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso dell’ASL, cassando la sentenza del Consiglio di Stato e dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che il criterio per distinguere le giurisdizioni si basa sulla natura della situazione giuridica soggettiva fatta valere: diritto soggettivo o interesse legittimo.

Le Motivazioni: Diritto Soggettivo vs. Interesse Legittimo

Il cuore della decisione risiede nell’analisi dei poteri conferiti all’ASL dalla normativa sui rimborsi Covid-19. La Corte ha osservato che la spettanza della sovvenzione era riconosciuta direttamente dalla legge statale e regionale. Questa normativa attribuiva alle strutture sanitarie un vero e proprio diritto al contributo, a condizione che sussistessero determinati presupposti.

Il ruolo dell’ASL, in questo contesto, non era connotato da discrezionalità amministrativa. L’ente pubblico non doveva compiere una valutazione comparativa di interessi o decidere se e quanto erogare il contributo in base a scelte di opportunità. Il suo compito era limitato a una mera verifica tecnica: accertare la presenza dei requisiti previsti dalla legge (come la sospensione dell’attività e la documentazione dei costi fissi).

Quando l’attività della Pubblica Amministrazione si riduce a un semplice accertamento vincolato, senza margini di scelta, la posizione del privato è quella di diritto soggettivo. Egli non chiede che la P.A. eserciti correttamente un potere, ma pretende l’adempimento di un’obbligazione che trova la sua fonte direttamente nella legge. La tutela dei diritti soggettivi, anche quando la controparte è un ente pubblico, è devoluta alla giurisdizione del giudice ordinario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza stabilisce un principio guida per tutte le controversie relative a contributi, sovvenzioni o indennizzi la cui erogazione è vincolata dalla legge a specifici presupposti. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Certezza del Giudice Competente: Le imprese e i privati che si vedono negare un contributo previsto ex lege sanno di doversi rivolgere al Tribunale ordinario.
2. Natura della Causa: Il giudizio si concentrerà sull’accertamento del diritto patrimoniale e sulla condanna dell’ente al pagamento, piuttosto che sulla legittimità dell’atto amministrativo di diniego.
3. Distinzione Netta: Si rafforza il criterio di riparto della giurisdizione basato sulla natura della posizione giuridica. Se la P.A. ha un potere discrezionale, si ha un interesse legittimo e la giurisdizione è del giudice amministrativo. Se la P.A. ha solo un compito di verifica vincolata, si ha un diritto soggettivo e la giurisdizione è del giudice ordinario.

A quale giudice deve rivolgersi una struttura sanitaria privata per contestare il diniego di un rimborso Covid-19 previsto dalla legge?
Deve rivolgersi al giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha stabilito che, poiché il diritto al rimborso deriva direttamente dalla legge e l’amministrazione ha solo un compito di verifica dei requisiti, la posizione del privato è di diritto soggettivo, tutelabile davanti al tribunale civile.

Quando una controversia su contributi pubblici rientra nella giurisdizione del giudice ordinario?
Rientra nella giurisdizione del giudice ordinario quando il finanziamento è riconosciuto direttamente dalla legge e alla Pubblica Amministrazione è demandato soltanto il compito di verificare l’effettiva esistenza dei presupposti, senza alcun apprezzamento discrezionale circa la decisione di erogare (an), l’importo (quid) o le modalità (quomodo).

Qual è la differenza tra diritto soggettivo e interesse legittimo in questo contesto?
In questo contesto, si ha un diritto soggettivo perché la legge stessa attribuisce alla struttura sanitaria il diritto a ricevere il contributo se soddisfa determinate condizioni. L’ASL non ha potere di scelta. Si avrebbe avuto un interesse legittimo se la legge avesse dato all’ASL il potere di decidere a chi e in che misura concedere i fondi sulla base di una valutazione discrezionale dell’interesse pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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