LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione giudice ordinario: i rimborsi Covid

Una società sanitaria privata ha richiesto un rimborso per i costi fissi sostenuti durante l’emergenza Covid-19, ottenendo un decreto ingiuntivo. L’ente pubblico si è opposto, sollevando una questione di giurisdizione. La Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario, poiché l’erogazione del contributo era un atto vincolato dalla legge, senza alcuna discrezionalità da parte della Pubblica Amministrazione. La controversia riguarda quindi un diritto soggettivo e non un interesse legittimo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Giudice Ordinario e Rimborsi Covid: L’Analisi della Cassazione

L’emergenza sanitaria ha generato complesse questioni legali, specialmente nei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite chiarisce un punto cruciale: la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie sui rimborsi per i costi fissi sostenuti dalle strutture sanitarie private durante la pandemia. Questa decisione stabilisce un principio fondamentale sulla natura dei contributi pubblici quando l’attività dell’ente è vincolata dalla legge.

I Fatti del Caso

Una società che gestisce una struttura sanitaria privata aveva ottenuto dal Tribunale un decreto ingiuntivo nei confronti dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) e della Regione di appartenenza. L’oggetto della richiesta era il pagamento di una somma a titolo di ristoro per i costi fissi sostenuti nel 2020, periodo in cui le prestazioni sanitarie non urgenti erano state sospese per legge a causa dell’emergenza Covid-19.

L’ASL si è opposta al decreto, sostenendo che la questione non dovesse essere decisa da un giudice civile, ma da un giudice amministrativo. Secondo l’ente pubblico, la controversia riguardava l’esercizio di un potere pubblico e, di conseguenza, esulava dalla competenza del tribunale ordinario. Di fronte a questa eccezione, la società sanitaria ha sollevato un regolamento preventivo di giurisdizione, portando la questione direttamente davanti alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Notifica all’Ente Regionale

Prima di entrare nel merito della giurisdizione, la Corte ha dovuto risolvere una questione preliminare sollevata dall’ASL: la presunta nullità della notifica del ricorso alla Regione. L’ASL sosteneva che, avvalendosi la Regione del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, la notifica avrebbe dovuto essere indirizzata a quest’ultima.

La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo la differenza tra patrocinio “obbligatorio”, “facoltativo” e “sistematico”. Per le Regioni a statuto ordinario, l’avvalersi dell’Avvocatura dello Stato è una scelta facoltativa e non esclusiva, specialmente quando, come nel caso di specie, la Regione ha istituito una propria avvocatura regionale. Di conseguenza, le rigide regole di notifica previste per le amministrazioni statali non si applicano, e la notifica effettuata direttamente alla Regione è stata ritenuta valida.

Il Principio di Diritto sulla Giurisdizione del Giudice Ordinario

Il cuore della decisione riguarda l’individuazione del giudice competente. La Corte di Cassazione ha affermato con chiarezza la giurisdizione del giudice ordinario.

L’assenza di Discrezionalità Amministrativa

Le Sezioni Unite hanno applicato un principio consolidato: la giurisdizione si determina in base alla natura della posizione giuridica fatta valere. Se il privato vanta un diritto soggettivo, la competenza è del giudice ordinario; se invece lamenta la lesione di un interesse legittimo, la competenza è del giudice amministrativo.

Nel caso analizzato, il contributo richiesto dalla struttura sanitaria non era frutto di una scelta discrezionale della Pubblica Amministrazione. Sia la normativa statale che quella regionale avevano previsto un meccanismo di ristoro basato su criteri predeterminati e oggettivi. Il ruolo dell’ente pubblico era limitato a una semplice verifica della sussistenza dei presupposti stabiliti dalla legge: la sospensione delle attività e la rendicontazione dei costi fissi entro un tetto massimo (il 90% del budget assegnato).

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che l’amministrazione non aveva alcun potere di apprezzamento discrezionale circa l’opportunità di erogare il contributo (an), il suo ammontare (quid) o le modalità di erogazione (quomodo). L’attività richiesta all’ente pubblico era meramente ricognitiva e di accertamento tecnico, senza alcuna ponderazione dell’interesse pubblico. La legge stessa aveva già riconosciuto il diritto alla sovvenzione a tutte le strutture che si trovassero in quelle specifiche condizioni. Trattandosi di un’attività vincolata, la pretesa della società sanitaria configura un vero e proprio diritto soggettivo al pagamento, la cui tutela spetta al giudice ordinario.

Conclusioni

Questa ordinanza fornisce un’importante guida per tutte le controversie simili. Le imprese che hanno diritto a contributi, finanziamenti o sovvenzioni pubbliche basate su criteri normativi predefiniti, senza che l’ente erogatore abbia margini di discrezionalità, devono rivolgersi al giudice ordinario per far valere i propri diritti. La decisione rafforza la tutela dei diritti soggettivi nei confronti della Pubblica Amministrazione quando quest’ultima agisce non come autorità, ma come soggetto tenuto ad adempiere a un obbligo di legge.

Quando sussiste la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie contro la Pubblica Amministrazione per l’erogazione di fondi?
Sussiste quando l’erogazione del finanziamento o contributo è riconosciuta direttamente dalla legge e alla Pubblica Amministrazione è demandato solo il compito di verificare l’esistenza dei presupposti, senza alcun apprezzamento discrezionale sull’opportunità, l’importo o le modalità dell’erogazione.

Perché il rimborso dei costi fissi Covid è stato considerato un diritto soggettivo?
Perché sia la normativa statale che quella regionale avevano già predeterminato il diritto al rimborso e i criteri per calcolarlo. L’ente pubblico doveva solo effettuare una verifica tecnica dei costi rendicontati entro i limiti di legge, senza poter decidere se concedere o meno il contributo in base a una valutazione di interesse pubblico.

È sempre obbligatorio notificare un atto giudiziario a una Regione presso l’Avvocatura dello Stato?
No, non è sempre obbligatorio. Se una Regione a statuto ordinario si avvale del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato in modo facoltativo e non esclusivo, e ha istituito una propria avvocatura regionale, le norme speciali sulla notifica alle amministrazioni dello Stato non si applicano. La notifica può essere validamente effettuata direttamente all’ente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati