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Giurisdizione giudice ordinario e concessioni pubbliche

Una società concessionaria di scommesse ippiche ha citato in giudizio le Amministrazioni concedenti per inadempimento contrattuale. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione d’appello, ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario per le controversie relative alla fase esecutiva del rapporto di concessione, poiché riguardano obblighi contrattuali e non l’esercizio di poteri pubblici discrezionali.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Giudice Ordinario: Concessioni Pubbliche e Inadempimenti della P.A.

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale nei rapporti tra privati e Pubblica Amministrazione: la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie nate dalla fase esecutiva di un contratto di concessione. Il caso analizzato riguarda la richiesta di risarcimento danni da parte di un concessionario per inadempimenti dell’Amministrazione, tra cui il ritardo nell’attivazione di alcuni servizi e la mancata tutela del mercato dalla concorrenza illegale. La Suprema Corte ha affermato che tali questioni, attenendo a obblighi contrattuali, rientrano nella competenza del giudice civile e non di quello amministrativo.

I Fatti di Causa

Una società, concessionaria per la raccolta di scommesse ippiche, avviava un procedimento arbitrale contro diverse Amministrazioni pubbliche, lamentando gravi inadempimenti contrattuali. In particolare, la società contestava due principali violazioni:
1. La mancata azione di contrasto alla diffusione del gioco clandestino e all’ingresso sul mercato di operatori esteri via internet, fenomeni che avevano alterato le condizioni economiche alla base della concessione.
2. Il ritardo nell’attivazione, sebbene contrattualmente previste, di modalità di scommessa innovative come quelle a quota fissa, a totalizzatore, telefoniche e telematiche.

Il Collegio arbitrale accoglieva le ragioni della società, condannando le Amministrazioni a risarcire i danni subiti.

La Decisione della Corte d’Appello

Le Amministrazioni impugnavano il lodo arbitrale dinanzi alla Corte di Appello, la quale dichiarava la nullità della decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la controversia apparteneva alla giurisdizione del giudice amministrativo. La motivazione si fondava sull’idea che l’attivazione dei servizi di scommesse implicasse l’esercizio di poteri autoritativi e discrezionali da parte della Pubblica Amministrazione, rendendo la materia non delegabile ad arbitri e non giudicabile da un giudice ordinario.

Le motivazioni della Cassazione sulla giurisdizione del giudice ordinario

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza d’appello e affermando con chiarezza la giurisdizione del giudice ordinario. I giudici supremi hanno ribadito un principio consolidato delle Sezioni Unite: una volta conclusa la fase discrezionale di scelta del contraente e di assegnazione della concessione, il rapporto che si instaura tra P.A. e concessionario è di natura paritetica e regolato da obblighi contrattuali.

Le questioni sollevate dalla società – come il risarcimento per il mancato contrasto al gioco illegale o per il ritardo nell’attivazione di servizi – non riguardano l’esercizio di un potere pubblico, ma l’accertamento di un inadempimento a precise obbligazioni contrattuali. In questo contesto, la P.A. non agisce come un’autorità superiore, ma come una parte contrattuale. Di conseguenza, le controversie che sorgono in questa fase esecutiva sono devolute alla giurisdizione del giudice ordinario, il quale è l’unico competente a giudicare su diritti e obblighi di natura patrimoniale derivanti dal contratto. La Corte ha precisato che l’eventuale implicazione di atti amministrativi non sposta la giurisdizione, poiché il giudice ordinario può valutarli e, se necessario, disapplicarli ai fini della decisione sulla controversia contrattuale.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario e ha rinviato la causa alla Corte di Appello di Roma, in diversa composizione, affinché esamini nel merito la validità del lodo arbitrale. Questa ordinanza rappresenta un’importante conferma per tutti gli operatori economici che operano in regime di concessione pubblica. Stabilisce che, una volta firmato il contratto, la Pubblica Amministrazione è tenuta a rispettare gli impegni assunti al pari di un qualsiasi soggetto privato, e gli eventuali inadempimenti possono essere fatti valere davanti al giudice civile, garantendo così una tutela piena dei diritti del concessionario.

A quale giudice spetta decidere sulle richieste di risarcimento danni di un concessionario contro la Pubblica Amministrazione per inadempimenti contrattuali?
Spetta al giudice ordinario, poiché tali controversie riguardano la fase esecutiva del rapporto di concessione, in cui le parti si trovano in una posizione paritetica e si discute di obbligazioni contrattuali e non dell’esercizio di poteri pubblici.

Una controversia tra un concessionario e la P.A. può essere decisa da un collegio arbitrale?
Sì, la controversia può essere compromessa in arbitrato rituale quando verte sulla fase di attuazione del rapporto concessorio e riguarda l’inadempimento di obbligazioni che non implicano l’esercizio di poteri discrezionali da parte della Pubblica Amministrazione.

Il ritardo della P.A. nell’attivare servizi previsti in una concessione rientra nella giurisdizione del giudice ordinario o amministrativo?
Rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha chiarito che la mancata o ritardata attivazione di servizi contemplati dalla convenzione costituisce un inadempimento di obblighi contrattuali, la cui valutazione spetta alla giurisdizione civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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