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Giurisdizione giudice amministrativo per dolo della P.A.

Una società ha citato in giudizio un Comune per i danni derivanti dalla demolizione di alcuni immobili, sostenendo che l’amministrazione avesse agito con dolo. La Corte di Cassazione, applicando il principio del petitum sostanziale, ha confermato la giurisdizione del giudice amministrativo. Ha stabilito che quando il danno è la conseguenza diretta di un provvedimento amministrativo, la controversia rientra nella competenza del giudice amministrativo, anche se si allega una condotta dolosa della Pubblica Amministrazione, poiché la questione attiene all’esercizio del potere pubblico.

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Danno da dolo della P.A.: a chi spetta la giurisdizione?

Quando un cittadino o un’impresa subisce un danno a causa di un’azione della Pubblica Amministrazione, la questione di quale giudice abbia il potere di decidere la controversia è cruciale. Se l’azione della P.A. è non solo illegittima, ma anche caratterizzata da dolo, la situazione si complica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n. 2368/2024) ha chiarito un punto fondamentale: anche in presenza di un comportamento doloso, la giurisdizione del giudice amministrativo prevale se il danno è conseguenza diretta di un provvedimento pubblico.

I Fatti del Caso: Una Demolizione Controversa

Una società immobiliare aveva acquistato un terreno su cui sorgevano quattro fabbricati completati al rustico, per i quali esistevano regolari licenze edilizie risalenti agli anni ’70. A seguito di un esposto del Comune, il Ministero annullava un’autorizzazione paesaggistica precedentemente concessa. Il Comune, basandosi su una sentenza del Consiglio di Stato che, secondo la società, era stata ottenuta presentando informazioni false, emetteva un’ordinanza di demolizione nel 2000, eseguita l’anno successivo.

Anni dopo, nel 2006, la società entrava in possesso di documenti interni al Comune che dimostravano come l’amministrazione fosse pienamente consapevole, fin dal 1990, che nessuna nuova opera abusiva era stata realizzata dagli anni ’70. La società decideva quindi di avviare una causa civile per ottenere un risarcimento di 15 milioni di euro, sostenendo che il Comune avesse agito con dolo, violando i principi di correttezza e buona fede, e causando ingiustamente la demolizione del suo patrimonio immobiliare.

La Questione di Giurisdizione nei Gradi di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello si erano pronunciati sul caso. In particolare, la Corte d’Appello aveva dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario, affermando che la domanda di risarcimento per danno da provvedimento illegittimo rientrasse nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Secondo i giudici di secondo grado, il danno era stato causato dall’ordine di demolizione, un atto di esercizio del potere amministrativo, e la contestazione doveva quindi avvenire in quella sede.

La Decisione della Cassazione: la prevalenza della giurisdizione del giudice amministrativo

La società ha presentato ricorso in Cassazione, insistendo sul fatto che la sua domanda non contestava la legittimità del provvedimento in sé, ma la condotta dolosa e fraudolenta dell’Amministrazione. Tuttavia, le Sezioni Unite hanno rigettato il ricorso, confermando la giurisdizione del giudice amministrativo.

Le Motivazioni: Il Principio del Petitum Sostanziale

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione del principio del petitum sostanziale. La Corte ha spiegato che, per determinare la giurisdizione, non bisogna fermarsi alla qualificazione formale data dalla parte (in questo caso, ‘dolo comportamentale’ e violazione della buona fede), ma occorre guardare alla sostanza della pretesa.

Nel caso specifico, il rapporto giuridico controverso era inequivocabilmente legato a un danno causato da un provvedimento amministrativo: l’ordinanza di demolizione. Il presunto dolo dell’Amministrazione non costituisce un illecito civile autonomo, ma rappresenta un vizio che inficia la legittimità dell’esercizio del potere pubblico. Di conseguenza, la controversia rientra pienamente nella previsione dell’art. 30 del Codice del Processo Amministrativo, che affida al giudice amministrativo la competenza a decidere sulle azioni di risarcimento per lesione di interessi legittimi derivanti dall’esercizio illegittimo dell’attività amministrativa. La sopravvenienza di nuovi documenti, ha concluso la Corte, è una circostanza che può, al più, fondare una domanda di revocazione della sentenza amministrativa, ma non sposta la giurisdizione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: il giudice amministrativo è il giudice ‘naturale’ delle controversie in cui un privato lamenta un danno derivante dall’esercizio del potere pubblico. Anche quando si lamenta una condotta particolarmente grave come il dolo, se questa si inserisce nel procedimento che porta all’adozione di un atto autoritativo, la competenza a giudicare e a disporre l’eventuale risarcimento spetta al giudice amministrativo. Per le imprese e i cittadini, ciò significa che qualsiasi azione risarcitoria contro un provvedimento della P.A. deve essere incardinata presso il T.A.R. competente, concentrando in un’unica sede la valutazione sia della legittimità dell’atto sia delle sue conseguenze dannose.

Se la Pubblica Amministrazione causa un danno agendo con dolo, la causa deve essere presentata al giudice civile o a quello amministrativo?
La causa deve essere presentata al giudice amministrativo. La Corte di Cassazione ha stabilito che, anche in caso di dolo, se il danno deriva dall’esercizio di un potere amministrativo (come un’ordinanza di demolizione), la giurisdizione è esclusiva del giudice amministrativo.

Cosa si intende per ‘petitum sostanziale’ e come ha influenzato questa decisione?
Il ‘petitum sostanziale’ è il vero oggetto della controversia, al di là della formulazione della domanda. In questo caso, anche se la società ha lamentato la violazione di principi civilistici come la buona fede, il vero danno era causato da un provvedimento amministrativo. Questo ha portato la Corte a identificare la controversia come una questione di legittimità dell’azione amministrativa, di competenza del giudice amministrativo.

La scoperta di nuovi documenti che provano la malafede della P.A. dopo la conclusione del processo amministrativo può spostare la giurisdizione al giudice civile?
No. Secondo l’ordinanza, la scoperta di nuovi documenti o la prova del dolo dell’Amministrazione non cambia la natura del rapporto in giudizio. Queste circostanze sono rilevanti all’interno della giurisdizione amministrativa, ad esempio come motivo di revocazione della sentenza, ma non spostano la competenza al giudice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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