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Giurisdizione giudice amministrativo per danni da appalto

Le Sezioni Unite della Cassazione confermano la giurisdizione del giudice amministrativo a decidere sul risarcimento del danno quando l’esecuzione di una precedente sentenza favorevole in materia di appalti diventa impossibile. Un ente locale aveva contestato tale giurisdizione, sostenendo che spettasse al giudice ordinario. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che l’azione risarcitoria per mancata ottemperanza rientra pienamente nelle competenze del giudice dell’ottemperanza, in quanto rimedio compensativo previsto dalla legge.

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Giurisdizione Giudice Amministrativo: Risarcimento Danni per Mancata Esecuzione di Appalto

La questione della giurisdizione del giudice amministrativo in materia di risarcimento del danno per la mancata esecuzione di una sentenza è un tema cruciale nel diritto degli appalti pubblici. Con una recente ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno ribadito un principio fondamentale: l’azione per ottenere un indennizzo a seguito dell’impossibilità di dare esecuzione a un giudicato amministrativo favorevole rientra pienamente nella competenza del giudice che ha emesso la decisione, ovvero il giudice dell’ottemperanza. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: Un Appalto Conteso e la Mancata Esecuzione

La vicenda trae origine da una controversia legata all’affidamento di un appalto pubblico. Un’associazione temporanea di imprese (ATI), dopo aver ottenuto una sentenza favorevole dal Consiglio di Stato che le riconosceva il diritto all’aggiudicazione, si trovava nell’impossibilità di ottenere l’esecuzione in forma specifica del contratto. L’ente locale appaltante, infatti, aveva posto in essere una serie di comportamenti che, di fatto, impedivano all’impresa vincitrice di subentrare nel contratto e avviare i lavori.

Di fronte a questa situazione, l’impresa si rivolgeva nuovamente al Consiglio di Stato, questa volta con un’azione di ottemperanza, chiedendo il risarcimento dei danni subiti a causa della mancata esecuzione della precedente sentenza. L’ente locale, a sua volta, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che la domanda di risarcimento esulasse dalla giurisdizione del giudice amministrativo e dovesse essere proposta dinanzi al giudice ordinario, in quanto fondata su una presunta violazione dei doveri di correttezza e buona fede.

La Questione di Diritto: A Chi Spetta Decidere sul Risarcimento?

Il nucleo del dibattito giuridico verteva sulla corretta individuazione del giudice competente a decidere sulla richiesta di risarcimento. Secondo l’ente locale, la domanda non era una vera e propria azione di ottemperanza, ma una autonoma richiesta di ristoro per un danno da comportamento scorretto, rientrante quindi nella giurisdizione del giudice civile.

L’impresa, al contrario, sosteneva che la sua azione fosse una diretta conseguenza del giudicato amministrativo violato e che, pertanto, il giudice dell’ottemperanza fosse l’unico competente a fornire tutela, anche in forma risarcitoria, secondo quanto previsto dal Codice del processo amministrativo.

La Decisione della Cassazione e la giurisdizione del giudice amministrativo

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno dichiarato il ricorso dell’ente locale inammissibile, confermando in toto la giurisdizione del giudice amministrativo. La Corte ha chiarito che l’azione proposta dall’impresa non era una generica richiesta di danni, ma una specifica azione risarcitoria prevista dall’art. 112, comma 3, del Codice del processo amministrativo.

Il Principio del Petitum Sostanziale

Per determinare la giurisdizione, la Corte ha ribadito che non bisogna guardare alla qualificazione formale data dalla parte (la causa petendi), ma alla natura effettiva della pretesa avanzata (il petitum sostanziale). Nel caso di specie, la richiesta di risarcimento era inequivocabilmente collegata all’impossibilità di dare esecuzione a una sentenza del Consiglio di Stato. Non si trattava di un’azione per l’attuazione della sentenza, ma di un’azione nuova, esperibile proprio perché l’ottemperanza in forma specifica non era più possibile.

L’Ottemperanza per Equivalente: Un Rimedio Compensativo

La Corte ha spiegato che l’azione prevista dall’art. 112 c.p.a. configura una sorta di “ottemperanza per equivalente”. Si tratta di un rimedio di natura compensativa che sostituisce l’esecuzione in forma specifica quando questa è diventata impossibile. In altre parole, l’impresa vittoriosa, non potendo ottenere il bene della vita in natura (l’esecuzione del contratto), ha diritto a riceverne l’equivalente in denaro. Questa forma di tutela rientra pienamente nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia di procedure di affidamento di lavori pubblici.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che la giurisdizione del giudice dell’ottemperanza a conoscere delle domande risarcitorie per impossibilità di esecuzione del giudicato è una scelta del legislatore volta a garantire l’economia processuale e l’effettività della tutela giurisdizionale. Attribuire tale competenza allo stesso giudice che ha emesso la sentenza da eseguire consente una gestione più rapida ed efficiente della controversia, evitando al cittadino di dover iniziare un nuovo e separato giudizio davanti a un’altra giurisdizione.

Il giudice amministrativo, in sede di ottemperanza, è chiamato a verificare l’eseguibilità del giudicato, analizzare i comportamenti dell’amministrazione che hanno impedito l’esecuzione e, infine, accertare l’esistenza di un danno e la sua quantificazione. Questo complesso di valutazioni è intrinsecamente legato alla materia del contendere originaria, che rientrava pacificamente nella giurisdizione amministrativa.

Le Conclusioni

L’ordinanza delle Sezioni Unite consolida un importante principio: quando l’esecuzione di una sentenza amministrativa favorevole in materia di appalti diventa impossibile, l’impresa ha diritto di chiedere il risarcimento del danno direttamente al giudice dell’ottemperanza. Questa forma di tutela, definita “ottemperanza per equivalente”, rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo, garantendo una protezione completa ed effettiva all’aggiudicatario leso dalla condotta della Pubblica Amministrazione.

A quale giudice spetta decidere sul risarcimento del danno se una Pubblica Amministrazione non esegue una sentenza in materia di appalti?
Spetta al giudice amministrativo, in sede di giudizio di ottemperanza. L’art. 112, comma 3, del Codice del processo amministrativo prevede espressamente che l’azione di risarcimento dei danni connessi all’impossibilità o alla mancata esecuzione di un giudicato possa essere proposta dinanzi al giudice dell’ottemperanza.

Cos’è l’azione di ottemperanza per equivalente?
È un rimedio di natura compensativa che consente alla parte vittoriosa di ottenere l’equivalente in denaro del bene che avrebbe dovuto conseguire in natura, qualora l’esecuzione in forma specifica della sentenza sia divenuta impossibile. Si tratta di una forma di risarcimento del danno che sostituisce la prestazione originaria.

Come si determina la giurisdizione in una controversia?
La giurisdizione si determina sulla base del cosiddetto petitum sostanziale, ovvero analizzando la natura intrinseca della posizione giuridica dedotta in giudizio e l’effettivo oggetto della domanda, indipendentemente dalla qualificazione formale data dalla parte nel suo atto introduttivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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