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Giurisdizione elenco ISTAT: chi decide? Cassazione

Una società concessionaria ha contestato la sua inclusione nell’elenco ISTAT delle amministrazioni pubbliche. La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso, ha enunciato un fondamentale principio di diritto sulla giurisdizione elenco ISTAT. La competenza è ripartita: il giudice amministrativo decide sull’annullamento generale dell’iscrizione, mentre la Corte dei conti ha giurisdizione limitatamente all’applicazione delle norme sul contenimento della spesa pubblica. Questa soluzione evita vuoti di tutela e garantisce il rispetto del diritto europeo.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Elenco ISTAT: La Cassazione Fa Chiarezza sul Riparto di Competenze

L’inclusione di un’impresa nell’elenco delle amministrazioni pubbliche redatto dall’ISTAT ha conseguenze significative, soprattutto per l’applicazione delle rigide norme sul contenimento della spesa. Ma a quale giudice rivolgersi per contestare tale inserimento? Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha finalmente fatto luce su una questione complessa, definendo con precisione la giurisdizione sull’elenco ISTAT e il riparto di competenze tra giudice amministrativo e Corte dei conti. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Giurisdizione

La vicenda nasce dal ricorso di una società concessionaria autostradale che si opponeva al suo inserimento nell’elenco ISTAT. La società sosteneva di non possedere i requisiti per essere qualificata come “amministrazione pubblica”, in quanto operante in un regime di mercato. La questione è approdata dinanzi alla Corte dei conti, la quale aveva affermato la propria piena giurisdizione, disapplicando la norma del 2020 (art. 23-quater D.L. 137) che ne aveva limitato la competenza.

Contro questa decisione, il Ministero dell’Economia e l’ISTAT hanno proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la Corte dei conti avesse superato i limiti della propria giurisdizione. Si è così posta la necessità per le Sezioni Unite di definire una volta per tutte i confini tra la giurisdizione contabile e quella amministrativa in questa specifica materia.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Principio di Diritto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso immediato inammissibile, poiché la sentenza della Corte dei conti non era definitiva sul merito della causa. Tuttavia, riconoscendo l’eccezionale importanza della questione e il suo potenziale impatto su numerosi contenziosi, ha deciso di esercitare la sua funzione di nomofilachia.

Ai sensi dell’art. 363 del codice di procedura civile, le Sezioni Unite hanno enunciato il seguente principio di diritto: la normativa che limita la competenza della Corte dei conti alla sola applicazione della disciplina sulla spesa pubblica non crea un vuoto di tutela. La giurisdizione risulta, di fatto, ripartita:

1. Giudice Amministrativo: È competente per tutte le questioni relative all’impugnazione dell’elenco ISTAT che non riguardano la spesa pubblica, inclusa la richiesta di annullamento dell’atto di inserimento con effetti generali.
2. Corte dei conti: La sua giurisdizione è speciale e limitata a decidere sull’applicabilità o meno delle norme nazionali sul contenimento della spesa pubblica all’ente incluso nell’elenco.

Le Motivazioni alla base della Giurisdizione Elenco ISTAT

La Corte ha ricostruito l’evoluzione legislativa. Fino al 2012, la competenza era pacificamente del giudice amministrativo. Successivamente, è stata attribuita in via esclusiva alla Corte dei conti. La svolta è avvenuta con l’art. 23-quater del D.L. n. 137/2020, che ha introdotto una limitazione esplicita “ai soli fini dell’applicazione della normativa nazionale sul contenimento della spesa pubblica”.

Secondo la Cassazione, questa modifica non ha reso la Corte dei conti l’unico giudice possibile, seppur con poteri limitati, ma ha operato una “contrazione” della sua giurisdizione speciale. Di conseguenza, per il principio di generalità della giurisdizione amministrativa, quest’ultima si è “riespansa” per coprire tutti gli ambiti non più di competenza del giudice contabile.

Questa interpretazione è coerente con i principi del diritto dell’Unione Europea, come sottolineato dalla Corte di Giustizia UE. Si evita così che un’impresa sia costretta a presentare due distinti ricorsi (uno alla Corte dei conti e uno al giudice amministrativo) per ottenere una tutela piena. L’ente che contesta il suo inserimento può rivolgersi direttamente al giudice amministrativo per ottenere un annullamento con effetti erga omnes, garantendo così l’autosufficienza e l’effettività del ricorso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Le conclusioni delle Sezioni Unite sono di fondamentale importanza pratica per tutte le società e gli enti che si trovano o potrebbero trovarsi nell’elenco ISTAT. La sentenza stabilisce un percorso giudiziario chiaro e univoco:

– Un ente che vuole contestare la sua qualifica di amministrazione pubblica e chiedere l’annullamento del suo inserimento nell’elenco ISTAT deve presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).
– La Corte dei conti interviene solo quando la controversia è specificamente e unicamente focalizzata sull’assoggettamento o meno dell’ente alle regole di spending review.

Questa decisione risolve un’incertezza normativa che durava da anni, offrendo un quadro di riferimento stabile e garantendo una tutela giurisdizionale piena ed effettiva, in linea con i dettami costituzionali ed europei.

A quale giudice bisogna rivolgersi per chiedere l’annullamento dell’iscrizione nell’elenco ISTAT?
Per l’annullamento dell’atto di inserimento nell’elenco, con effetti generali, la giurisdizione spetta al giudice amministrativo (TAR e Consiglio di Stato).

Qual è la competenza della Corte dei conti riguardo all’elenco ISTAT dopo la riforma del 2020?
La giurisdizione della Corte dei conti è stata limitata e riguarda esclusivamente le controversie relative all’applicazione della normativa nazionale sul contenimento della spesa pubblica agli enti inseriti nell’elenco.

Questa ripartizione della giurisdizione crea un vuoto di tutela per le imprese?
No. Secondo la Corte di Cassazione, questa soluzione non determina alcun vuoto di tutela, poiché la riespansione della giurisdizione generale del giudice amministrativo assicura una protezione completa per ogni ulteriore ambito non coperto dalla competenza speciale della Corte dei conti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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