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Giurisdizione distanze legali: decide il giudice ordinario

Una proprietaria terriera ha citato in giudizio una società energetica per la violazione delle distanze legali nella costruzione di un impianto eolico. Dopo che sia il Tribunale ordinario che il TAR si sono dichiarati incompetenti, la Corte di Cassazione ha risolto il conflitto. Ha stabilito che la competenza spetta al giudice ordinario, poiché la causa riguarda la violazione di un diritto soggettivo (proprietà) e non la legittimità dell’atto amministrativo di autorizzazione. La questione centrale è la corretta applicazione delle norme sulla giurisdizione per le distanze legali.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Distanze Legali: la Cassazione fa chiarezza su Impianti Eolici e Liti tra Vicini

La questione della giurisdizione sulle distanze legali rappresenta un tema cruciale quando un’opera di pubblica utilità, come un impianto eolico, viene costruita in prossimità di una proprietà privata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che le controversie tra vicini per il mancato rispetto delle distanze, anche in presenza di autorizzazioni amministrative, rientrano nella competenza del giudice ordinario. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti: La Controversia sull’Impianto Eolico

Il caso ha origine dalla denuncia di una proprietaria terriera la quale lamentava che una società energetica avesse installato un aerogeneratore a una distanza dal suo confine inferiore a quella minima prescritta dal regolamento comunale. Nello specifico, la struttura si trovava a soli 22 metri, a fronte dei 28 previsti. La proprietaria si era quindi rivolta al Tribunale ordinario per chiedere l’arretramento della turbina e il risarcimento dei danni subiti a causa della violazione del suo diritto di proprietà.

Il Conflitto di Giurisdizione: Ordinario vs. Amministrativo

La vicenda processuale si è subito complicata. Il Tribunale ordinario adito ha declinato la propria giurisdizione, sostenendo che, trattandosi di un’opera di pubblica utilità destinata alla produzione di energia, la controversia dovesse essere trattata dal giudice amministrativo (TAR). Secondo il primo giudice, la domanda della proprietaria incideva indirettamente sulle scelte della Pubblica Amministrazione.

La proprietaria ha quindi riproposto la sua domanda dinanzi al TAR, il quale, a sua volta, ha negato la propria competenza. Il giudice amministrativo ha specificato che le liti tra vicini relative al rispetto delle distanze legali sono questioni che attengono a diritti soggettivi e, pertanto, esulano dalla sua giurisdizione, che si occupa della legittimità degli atti amministrativi. Si è così creato un ‘conflitto negativo di giurisdizione’, con entrambe le corti che si ritenevano incompetenti, lasciando la cittadina senza un giudice.

La Decisione della Cassazione sulla Giurisdizione per le Distanze Legali

Per risolvere lo stallo, la questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite. La Suprema Corte ha affermato un principio cardine: per determinare la giurisdizione, non conta la natura dell’opera (pubblica o privata), ma l’effettiva domanda posta al giudice (petitum e causa petendi).

Nel caso specifico, la proprietaria non contestava la validità dell’autorizzazione amministrativa che aveva permesso la costruzione dell’impianto eolico. La sua lamentela era focalizzata esclusivamente sull’attività materiale di collocazione della struttura in violazione delle norme sulle distanze, che ledeva il suo diritto di proprietà. Si trattava, quindi, di una classica controversia tra confinanti, basata sulla violazione di un diritto soggettivo.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione distinguendo nettamente tra il sindacato su un atto amministrativo (di competenza del giudice amministrativo) e la tutela di un diritto soggettivo leso da un comportamento materiale (di competenza del giudice ordinario). La società energetica non è stata chiamata in causa in qualità di concessionaria di un pubblico servizio, ma come proprietaria di un manufatto che, a dire dell’attrice, le arrecava un pregiudizio. Il fatto che l’opera fosse di pubblica utilità non era sufficiente a ‘trascinare’ la controversia nella giurisdizione amministrativa, poiché il nucleo della pretesa non era l’esercizio del potere pubblico, ma la sua concreta e dannosa esecuzione materiale. Di conseguenza, la giurisdizione sulle distanze legali in questo contesto spetta al Giudice ordinario, il quale potrà accertare l’eventuale violazione e disporre i conseguenti rimedi, come l’arretramento o il risarcimento del danno.

Le conclusioni

L’ordinanza delle Sezioni Unite ribadisce un principio fondamentale: le controversie che hanno per oggetto la violazione delle distanze tra costruzioni rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, anche quando una delle costruzioni è un’opera di pubblica utilità realizzata in base a un provvedimento amministrativo. La tutela del diritto di proprietà prevale, in termini di giurisdizione, quando la contestazione non mira ad annullare l’atto autorizzativo, ma a sanzionare le modalità concrete di realizzazione dell’opera che ledono i diritti dei terzi. Questa decisione offre maggiore certezza giuridica ai cittadini che si trovano in situazioni analoghe, indirizzandoli correttamente verso il giudice competente a tutelare i loro diritti.

Chi decide sulle cause per violazione delle distanze legali da parte di un impianto eolico, il giudice ordinario o quello amministrativo?
La competenza è del giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha chiarito che, se la domanda non contesta la legittimità dell’autorizzazione amministrativa ma la violazione delle norme sulle distanze che lede il diritto di proprietà, la giurisdizione spetta al giudice civile.

La natura di pubblica utilità di un’opera sposta sempre la giurisdizione al giudice amministrativo per le liti tra vicini?
No. Secondo la sentenza, la natura di pubblica utilità non è determinante se l’oggetto della controversia è un comportamento materiale che viola un diritto soggettivo, come il diritto di proprietà, e non l’esercizio del potere amministrativo. La lite rimane una questione tra confinanti di competenza del giudice ordinario.

Cosa può fare un cittadino se due giudici diversi si dichiarano entrambi non competenti a decidere la sua causa?
In caso di conflitto negativo di giurisdizione, la parte interessata può rivolgersi alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite. Quest’ultima ha il compito di risolvere il conflitto, stabilendo in via definitiva quale giudice abbia la giurisdizione per decidere la controversia e permettendo così al processo di proseguire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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