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Giurisdizione demolizione abusi edilizi: la Cassazione

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che la competenza a giudicare sull’atto di un Comune che dà esecuzione a un ordine di demolizione per abusi edilizi, emesso con sentenza penale definitiva, spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo. Il caso riguardava un proprietario che contestava l’ordine di demolizione sostenendo di non essere l’autore dell’abuso. La Corte ha chiarito che l’atto comunale non è un provvedimento amministrativo autonomo, ma un mero atto esecutivo di un giudicato penale. Pertanto, la questione sulla giurisdizione demolizione abusi è risolta a favore del giudice ordinario, poiché le contestazioni del ricorrente investivano la valutazione originaria del giudice penale.

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Giurisdizione Demolizione Abusi Edilizi: Chi Decide? La Cassazione Fa Chiarezza

Quando un ordine di demolizione per abusi edilizi deriva da una sentenza penale, a chi spetta decidere su eventuali contestazioni? Al giudice amministrativo o a quello ordinario? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha fornito una risposta definitiva a questa complessa domanda sulla giurisdizione demolizione abusi, delineando chiaramente i confini tra le due magistrature.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di un tribunale penale che, nel 2002, aveva condannato il proprietario di un immobile per opere realizzate abusivamente, ordinandone la demolizione. Anni dopo, nel 2016, il Comune competente comunicava al nuovo proprietario dell’immobile l’avvio del procedimento per eseguire tale demolizione.

Il nuovo proprietario, ritenendosi estraneo ai fatti, impugnava l’atto del Comune davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), sostenendo che non fosse lui l’autore degli abusi. Il TAR rigettava il ricorso. Successivamente, anche il Consiglio di Stato dichiarava il ricorso inammissibile, affermando che l’atto del Comune non era un provvedimento amministrativo autonomo, ma un semplice atto esecutivo di una sentenza penale passata in giudicato. Di conseguenza, la questione non rientrava nella giurisdizione amministrativa.

Insoddisfatto, il proprietario si rivolgeva alla Corte di Cassazione per risolvere il conflitto di giurisdizione.

La Questione sulla Giurisdizione Demolizione Abusi

Il nodo centrale della controversia era stabilire quale giudice avesse il potere di decidere. Il ricorrente sosteneva che, nonostante l’origine penale dell’ordine, l’atto del Comune avesse natura di sanzione amministrativa e, pertanto, dovesse essere giudicato dal giudice amministrativo. Secondo questa tesi, l’amministrazione comunale esercitava un potere autonomo.

Di contro, si poneva la tesi secondo cui l’atto del Comune fosse privo di autonomia decisionale, configurandosi come una mera esecuzione materiale di quanto già stabilito in via definitiva dal giudice penale. In questo scenario, la giurisdizione non poteva che appartenere al giudice ordinario.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno respinto il ricorso, confermando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito un principio fondamentale: bisogna distinguere l’ordine di demolizione emesso autonomamente dal Comune nell’esercizio dei suoi poteri di vigilanza edilizia, dall’atto con cui lo stesso Comune si limita a dare esecuzione a un ordine contenuto in una sentenza penale irrevocabile.

Nel caso esaminato, l’atto del Comune non era espressione di un potere sanzionatorio amministrativo, ma un’attività puramente esecutiva di una statuizione del giudice penale. Le contestazioni del ricorrente, relative alla sua presunta estraneità agli abusi, miravano in realtà a rimettere in discussione la valutazione di addebitabilità fatta dal giudice penale in sede di condanna. Una simile contestazione, afferma la Corte, non può essere proposta davanti al giudice amministrativo, ma appartiene alla sfera di competenza del giudice ordinario, specificamente del giudice dell’esecuzione penale.

La Corte ha ribadito che l’ordine di demolizione del giudice penale e quello del Comune sono espressione di poteri diversi e autonomi: il primo ha una funzione sanzionatoria e ripristinatoria del bene giuridico leso, mentre il secondo rientra nei poteri di vigilanza e governo del territorio dell’autorità amministrativa. Quando l’amministrazione agisce per eseguire il primo, non esercita un potere proprio, ma si fa strumento del giudicato penale.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione stabilisce un punto fermo sulla giurisdizione demolizione abusi. Se un cittadino intende contestare un atto comunale che si limita a dare esecuzione a un ordine di demolizione contenuto in una sentenza penale definitiva, deve rivolgersi al giudice ordinario. Il giudice amministrativo è privo di giurisdizione in questi casi, poiché l’atto comunale non è un provvedimento amministrativo discrezionale, ma un atto dovuto e vincolato all’esecuzione di una decisione giudiziaria irrevocabile. Questa pronuncia rafforza la certezza del diritto e l’effettività delle sanzioni penali in materia di abusi edilizi.

Chi è il giudice competente a decidere su un atto comunale che esegue un ordine di demolizione derivante da una sentenza penale?
La competenza spetta al giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’atto del Comune è un mero atto esecutivo di un giudicato penale, e quindi le contestazioni relative devono essere sollevate davanti all’autorità giudiziaria ordinaria.

L’atto del Comune che avvia la demolizione ordinata da un giudice penale è considerato un provvedimento amministrativo autonomo?
No, non è un provvedimento amministrativo autonomo. Secondo la sentenza, si tratta di un atto di natura esecutiva di una statuizione del giudice penale e, come tale, è estraneo alla giurisdizione amministrativa perché non è espressione di un potere discrezionale dell’amministrazione.

È possibile contestare davanti al giudice amministrativo la propria estraneità agli abusi edilizi se la demolizione è stata ordinata con sentenza penale passata in giudicato?
No. La Corte ha stabilito che tali contestazioni mettono in discussione la valutazione di responsabilità già effettuata dal giudice penale. Di conseguenza, queste doglianze non possono essere esaminate dal giudice amministrativo, ma rientrano nella giurisdizione del giudice penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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