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Giurisdizione controversie internazionali: il caso UE

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6587/2024, ha stabilito che nelle controversie commerciali tra un’azienda italiana e una tunisina, la giurisdizione non si basa sulla convenzione bilaterale Italia-Tunisia, ma sul Regolamento UE n. 1215/2012. In tema di giurisdizione controversie internazionali, per un contratto di fornitura di merci, il foro competente è quello del luogo di consegna dei beni (Tunisia, nel caso di specie) e non quello del pagamento. Di conseguenza, la giurisdizione spetta al giudice tunisino.

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Giurisdizione Controversie Internazionali: Il Regolamento UE Prevale sulla Convenzione Bilaterale

Determinare il giudice competente è il primo passo, fondamentale, in qualsiasi controversia legale, ma la questione si complica notevolmente quando le parti appartengono a nazioni diverse. La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 6587/2024 offre un chiarimento cruciale sulla giurisdizione controversie internazionali, specificando come individuare il foro competente nelle vendite di beni tra un’azienda italiana e una con sede in un paese extra-UE, come la Tunisia. La Corte ha stabilito che, anche in presenza di convenzioni bilaterali, è il diritto dell’Unione Europea, e in particolare il Regolamento UE n. 1215/2012, a dettare le regole.

Il Contesto: Fornitura di Merci tra Italia e Tunisia

La vicenda nasce da un rapporto commerciale tra un’azienda italiana, fornitrice di merci, e una società acquirente di diritto tunisino. A seguito del mancato pagamento di una somma considerevole, l’azienda italiana ha citato in giudizio la controparte tunisina davanti al Tribunale di Bologna, ottenendo una condanna al pagamento.

La società tunisina ha impugnato la decisione, sollevando in primo luogo una questione di giurisdizione: a suo avviso, il giudice italiano non era competente a decidere la causa, che sarebbe dovuta essere incardinata in Tunisia. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Bologna hanno però respinto questa eccezione, confermando la giurisdizione italiana.

La Decisione dei Giudici di Merito e il Ricorso in Cassazione

La Corte d’Appello aveva basato la propria decisione sull’art. 4, n. 7 della Convenzione bilaterale tra Italia e Tunisia del 1967. Secondo i giudici di merito, la norma, unita all’art. 1182 del codice civile italiano, radicava la giurisdizione in Italia, in quanto luogo di domicilio del creditore e, quindi, luogo designato per l’adempimento dell’obbligazione di pagamento. Insoddisfatta, l’azienda tunisina ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il criterio corretto per la giurisdizione controversie internazionali in materia di compravendita fosse il luogo di consegna materiale dei beni, avvenuta in Tunisia.

La Svolta in Cassazione sulla Giurisdizione Controversie Internazionali

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando completamente le decisioni precedenti e affermando il difetto di giurisdizione del giudice italiano.

Il Ruolo della Convenzione Bilaterale e della Legge Italiana

Il primo punto chiarito dalla Cassazione è stato il ruolo della Convenzione italo-tunisina del 1967. I giudici hanno spiegato che tale accordo non disciplina il riparto di giurisdizione, ma si occupa esclusivamente del reciproco riconoscimento delle sentenze. La materia della giurisdizione è invece regolata dall’art. 3 della legge n. 218 del 1995 (riforma del diritto internazionale privato), che a sua volta rinvia ai criteri stabiliti dalle convenzioni internazionali e, soprattutto, dalla normativa europea.

L’Applicazione del Regolamento UE 1215/2012

La Corte ha affermato che la normativa di riferimento è il Regolamento UE n. 1215/2012 (noto come Bruxelles I bis). Questo regolamento, che ha sostituito la precedente Convenzione di Bruxelles del 1968, si applica anche quando il convenuto, come in questo caso, non è domiciliato in uno Stato membro dell’Unione Europea. Di conseguenza, le regole sulla giurisdizione in esso contenute prevalgono sulla normativa nazionale e sulle convenzioni bilaterali che non trattano specificamente questo aspetto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato che, per i contratti di compravendita di beni, l’art. 7, n. 1, lett. b) del Regolamento UE n. 1215/2012 individua un criterio di giurisdizione speciale. Questo criterio non è il luogo di pagamento (obbligazione pecuniaria), ma il luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati. Tale luogo corrisponde all’obbligazione caratteristica del contratto di vendita.

Nel caso specifico, la merce era stata consegnata in Tunisia, presso la sede della società acquirente. È in quel luogo che i beni sono entrati nella disponibilità materiale dell’acquirente. Pertanto, secondo il Regolamento UE, la giurisdizione per tutte le controversie nascenti da quel contratto, inclusa quella relativa al mancato pagamento del prezzo, spetta all’autorità giudiziaria tunisina.

La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello senza rinvio, dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice italiano e condannando la società italiana al pagamento delle spese legali dei tre gradi di giudizio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa ordinanza della Cassazione è di fondamentale importanza per tutte le imprese che operano a livello internazionale. Emerge un principio chiaro: nei contratti di vendita di beni con partner commerciali basati in paesi extra-UE, per determinare la giurisdizione controversie internazionali, non si deve guardare al luogo di pagamento o a vecchie convenzioni bilaterali non specifiche, ma al luogo di consegna fisica della merce, come stabilito dal diritto europeo. Le aziende italiane devono quindi essere consapevoli che, in caso di contenzioso per forniture consegnate all’estero, potrebbero dover agire o difendersi davanti a un tribunale straniero, con tutte le implicazioni che ne derivano in termini di costi, tempi e conoscenza delle leggi locali.

Come si determina la giurisdizione in una controversia commerciale tra un’azienda italiana e una tunisina?
La giurisdizione si determina in base al Regolamento UE n. 1215/2012, il quale, attraverso il rinvio operato dalla legge italiana n. 218/1995, si applica anche se il convenuto non è domiciliato in uno Stato membro. Per i contratti di vendita, il criterio è il luogo di consegna dei beni.

La Convenzione bilaterale tra Italia e Tunisia del 1967 stabilisce il giudice competente per le cause civili?
No. Secondo la Corte di Cassazione, quella convenzione non detta una disciplina generale sul riparto di giurisdizione, ma si limita a regolare le procedure per il reciproco riconoscimento delle sentenze già emesse.

In un contratto di vendita internazionale, qual è il criterio per individuare il giudice competente secondo il Regolamento UE 1215/2012?
Il criterio decisivo è quello stabilito dall’art. 7, n. 1, lett. b), ovvero il luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati. Questo criterio si applica a tutte le domande nascenti dal contratto, inclusa quella per il pagamento del prezzo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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