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Giurisdizione contributi pubblico impiego: la Cassazione

L’ente previdenziale ha richiesto il pagamento di contributi per rapporti di lavoro con enti pubblici cessati prima del 1998. La Cassazione, confermando le decisioni precedenti, ha rigettato il ricorso. Ha stabilito che la giurisdizione sui contributi del pubblico impiego in questi casi spetta al giudice amministrativo, poiché è necessario accertare la natura del rapporto di lavoro, una questione devoluta a tale giurisdizione per il periodo in esame.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione sui Contributi del Pubblico Impiego: Decide il Giudice Amministrativo per i Rapporti Pre-1998

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale che interseca diritto del lavoro, previdenza e procedura civile: la giurisdizione sui contributi del pubblico impiego per i rapporti di lavoro cessati prima della cosiddetta “privatizzazione”. La Corte ha confermato un orientamento consolidato, stabilendo che la competenza a decidere spetta al giudice amministrativo, anche quando la causa è promossa dall’ente previdenziale.

I Fatti della Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di un ente previdenziale nei confronti di un’Università e della relativa Azienda Ospedaliera Universitaria. L’ente chiedeva la condanna dei due enti pubblici al pagamento dei contributi previdenziali omessi per una serie di rapporti di lavoro, intrattenuti con alcuni medici, terminati in un’epoca antecedente al 1998.

Sia il tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello avevano declinato la propria giurisdizione, ritenendo competente il giudice amministrativo. La motivazione di fondo risiedeva nella data di cessazione dei rapporti di lavoro, che ricadeva nel periodo in cui le controversie relative al pubblico impiego erano interamente devolute alla giurisdizione amministrativa.

L’ente previdenziale, non condividendo tale impostazione, ha proposto ricorso in Cassazione. La tesi dell’ente era che la controversia non riguardasse la natura del rapporto di pubblico impiego, bensì il rapporto contributivo tra l’ente stesso e i datori di lavoro pubblici, una materia che, a suo avviso, sarebbe dovuta rientrare nella giurisdizione del giudice ordinario.

L’Analisi della Corte e la questione di giurisdizione sui contributi del pubblico impiego

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e allineandosi a un principio già espresso dalle sue Sezioni Unite in un caso analogo (sentenza n. 18753 del 2023). Il cuore del ragionamento della Corte si basa sull’interpretazione dell’articolo 69, comma 7, del D.Lgs. 165/2001.

Il Criterio Temporale come Spartiacque

La normativa sulla privatizzazione del pubblico impiego ha stabilito un criterio temporale per il riparto di giurisdizione: le controversie relative a rapporti di lavoro conclusi prima di una certa data (30 giugno 1998) restano di competenza del giudice amministrativo, mentre quelle successive passano al giudice ordinario.

La questione sollevata dall’ente previdenziale era se questo criterio si applicasse anche quando la domanda non proviene dal lavoratore, ma dall’ente che richiede il pagamento dei contributi. Secondo la Cassazione, la risposta è affermativa.

L’Accertamento Incidentale del Rapporto di Lavoro

Il punto decisivo è che, per poter stabilire se i contributi siano dovuti, il giudice deve prima compiere un accertamento sulla natura del rapporto di lavoro intercorso tra i medici e gli enti pubblici. Deve, cioè, verificare se si trattasse effettivamente di un rapporto di lavoro subordinato, presupposto per l’obbligo contributivo.

Questo accertamento, definito “incidentale”, è indispensabile per decidere la domanda principale (il pagamento dei contributi). Poiché tale accertamento riguarda un rapporto di pubblico impiego del periodo “storico”, la cui cognizione è riservata per legge al giudice amministrativo, è quest’ultimo ad avere la giurisdizione sull’intera controversia.

le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il criterio di riparto della giurisdizione dettato dalla normativa transitoria sul pubblico impiego (art. 69, d.lgs. n. 165/2001) ha una portata generale. Esso si applica non solo alle cause tra lavoratore e amministrazione, ma anche a quelle in cui, come nel caso di specie, la pretesa creditoria (quella dell’ente previdenziale) si fonda sull’esistenza di prestazioni di fatto in regime di subordinazione a favore di un ente pubblico.

In sostanza, non è possibile scindere la domanda contributiva dall’accertamento del rapporto di lavoro sottostante. Se quest’ultimo ricade nella giurisdizione amministrativa per ragioni temporali, anche la domanda che ne dipende deve essere decisa dallo stesso giudice. La Corte ha quindi confermato che la giurisdizione appartiene al giudice amministrativo.

le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel contenzioso previdenziale che coinvolge la pubblica amministrazione. Per tutte le controversie relative a obblighi contributivi derivanti da rapporti di lavoro con enti pubblici cessati prima del 30 giugno 1998, la giurisdizione spetta inderogabilmente al giudice amministrativo. Questa regola vale anche se l’azione è promossa dall’ente previdenziale, poiché la decisione sul merito richiede una valutazione preliminare sulla natura del rapporto di lavoro, questione che la legge riserva alla giurisdizione amministrativa per quel periodo storico. La decisione fornisce quindi certezza giuridica, orientando correttamente le parti verso il giudice competente ed evitando inutili pronunce di difetto di giurisdizione.

A quale giudice spetta decidere sulle controversie per contributi previdenziali non versati da enti pubblici per rapporti di lavoro cessati prima del 1998?
La giurisdizione spetta al giudice amministrativo.

Perché la giurisdizione non è del giudice ordinario, anche se la causa riguarda i contributi e non direttamente il rapporto di lavoro?
Perché per decidere sulla richiesta di pagamento dei contributi è necessario prima accertare in via incidentale la natura del rapporto di lavoro. Poiché il rapporto è cessato prima della “privatizzazione” del pubblico impiego, questa valutazione spetta al giudice amministrativo.

La regola sulla giurisdizione del giudice amministrativo per il pubblico impiego ante-1998 si applica anche quando a fare causa è l’ente previdenziale?
Sì, la Corte di Cassazione ha affermato che il criterio di riparto della giurisdizione basato sulla data di cessazione del rapporto di lavoro si applica anche in questo caso, poiché la richiesta di contributi presuppone l’accertamento di un rapporto di lavoro la cui cognizione è riservata a quel giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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