LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione contributi previdenziali: decide il Lavoro

Una società si è opposta a delle cartelle di pagamento per contributi previdenziali. Ne è nato un conflitto tra il Giudice del Lavoro e quello Tributario. La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto la questione, stabilendo che la giurisdizione per contributi previdenziali spetta al Giudice del Lavoro. La Corte ha chiarito che, per determinare la competenza, si deve guardare alla natura del credito (in questo caso previdenziale) e non allo strumento usato per la riscossione (la cartella esattoriale).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Contributi Previdenziali: la Cassazione fa chiarezza

Quando un’azienda riceve una cartella di pagamento per contributi non versati, a quale giudice deve rivolgersi per contestarla? Al Giudice del Lavoro o alla Corte di Giustizia Tributaria? Con una recente ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno risolto un conflitto di giurisdizione, riaffermando un principio fondamentale: per la giurisdizione sui contributi previdenziali conta la natura del debito, non il modo in cui viene richiesto. Questo significa che la competenza spetta sempre al Giudice del Lavoro.

Il caso: opposizione a cartelle per contributi e il conflitto tra giudici

Una società di costruzioni aveva impugnato due cartelle di pagamento relative a contributi previdenziali dovuti a un ente pubblico. La società contestava la validità degli atti per vizi formali e sosteneva di aver già pagato le somme richieste. La causa era stata inizialmente introdotta davanti al Tribunale in funzione di Giudice del Lavoro.

Tuttavia, il Tribunale aveva declinato la propria giurisdizione, ritenendo che la controversia, avendo ad oggetto vizi della cartella esattoriale, rientrasse nella competenza del giudice tributario. Riassunto il giudizio davanti alla Corte di Giustizia Tributaria, quest’ultima ha sollevato d’ufficio un conflitto negativo di giurisdizione, sostenendo che la materia del contendere non fosse un tributo, bensì un credito previdenziale, e che quindi la competenza dovesse rimanere al Giudice del Lavoro.

La decisione della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono state chiamate a dirimere il conflitto. La Suprema Corte ha accolto la tesi della Corte di Giustizia Tributaria, dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario, e in particolare del Giudice del Lavoro. La causa è stata quindi rinviata al Tribunale originariamente adito per la prosecuzione del merito.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato nella sua giurisprudenza: per stabilire se una controversia appartenga al giudice tributario o a quello ordinario, non si deve guardare allo strumento utilizzato per la riscossione (in questo caso, la cartella esattoriale), ma alla natura del credito che ne è oggetto. Poiché la controversia riguardava crediti previdenziali, ovvero diritti e obblighi nascenti da un rapporto di natura obbligatoria previdenziale, la giurisdizione non poteva che essere del giudice ordinario.

I giudici hanno sottolineato che questa conclusione è rafforzata anche da una specifica norma, l’art. 24 del d.lgs. n. 46 del 1999. Tale articolo, nel disciplinare la riscossione mediante ruolo dei contributi dovuti agli enti pubblici previdenziali, prevede espressamente che il contribuente possa proporre opposizione contro l’iscrizione a ruolo proprio davanti al Giudice del Lavoro. Di conseguenza, la natura previdenziale del rapporto è l’unico elemento rilevante, a prescindere dal fatto che l’ente agisca tramite un atto di riscossione coattiva.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza è di fondamentale importanza perché offre certezza giuridica a datori di lavoro e professionisti. Stabilisce in modo inequivocabile che tutte le controversie relative a contributi previdenziali, anche quando vengono contestati vizi formali di una cartella di pagamento, devono essere portate davanti al Giudice del Lavoro. Questo orientamento impedisce che le cause vengano inutilmente spostate da un giudice all’altro, con conseguente allungamento dei tempi processuali e incertezza per le parti. La decisione riafferma la centralità della natura sostanziale del rapporto giuridico rispetto agli aspetti meramente procedurali della riscossione.

Chi è competente a decidere sulle opposizioni a cartelle esattoriali per contributi previdenziali?
La competenza spetta al giudice ordinario e, in particolare, al Giudice del Lavoro.

Cosa determina la giurisdizione tra giudice ordinario e giudice tributario in questi casi?
La giurisdizione è determinata dalla natura del credito oggetto della riscossione. Se il credito è di natura previdenziale, la competenza è del giudice ordinario; se è di natura tributaria, è del giudice tributario. Lo strumento utilizzato per la riscossione, come la cartella esattoriale, è irrilevante a tal fine.

Perché il Giudice del Lavoro è competente anche se si contesta un atto di riscossione?
Perché la legge (art. 24 del d.lgs. n. 46/1999) prevede espressamente che l’opposizione all’iscrizione a ruolo per contributi previdenziali si proponga dinanzi al Giudice del Lavoro, confermando che la giurisdizione segue la natura intrinseca del rapporto obbligatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati