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Giurisdizione contributi previdenziali: decide il Lavoro

In un caso di conflitto di giurisdizione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere sulle controversie relative a cartelle esattoriali per contributi previdenziali omessi spetta al giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro, e non alla giustizia tributaria. La decisione si fonda sulla natura del credito, che è previdenziale e non tributario, rendendo irrilevante lo strumento utilizzato per la riscossione. La suprema corte ha quindi affermato la giurisdizione contributi previdenziali del giudice del lavoro.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Contributi Previdenziali: La Cassazione Conferma la Competenza del Giudice del Lavoro

La questione della giurisdizione contributi previdenziali è da tempo fonte di dubbi per aziende e professionisti. Quando si riceve una cartella di pagamento per contributi non versati, a quale giudice bisogna rivolgersi? Al Tribunale del Lavoro, data la natura previdenziale del debito, o alla Corte di Giustizia Tributaria, visto che lo strumento di riscossione è tipicamente fiscale? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha messo un punto fermo, chiarendo definitivamente il percorso da seguire.

I Fatti di Causa

Una società agricola ha impugnato una cartella esattoriale con cui le venivano richiesti contributi previdenziali omessi per i propri lavoratori, relativi a un periodo compreso tra il 2004 e il 2008. La società ha adito il Tribunale ordinario, in funzione di giudice del lavoro, lamentando vizi di forma e di contenuto dell’atto.

Tuttavia, il Tribunale del Lavoro ha declinato la propria giurisdizione, ritenendo che la controversia, avendo ad oggetto un atto di riscossione, rientrasse nella competenza del giudice tributario. La società ha quindi riassunto la causa davanti alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado, la quale, a sua volta, ha ritenuto di non avere giurisdizione, sollevando d’ufficio un conflitto negativo di giurisdizione davanti alla Corte di Cassazione.

La questione della giurisdizione sui contributi previdenziali

Il cuore del problema risiedeva nell’interpretare correttamente le norme che regolano le opposizioni in materia previdenziale. Da un lato, il giudice del lavoro è storicamente il giudice naturale delle controversie relative ai rapporti di lavoro e agli obblighi previdenziali e assistenziali. Dall’altro, l’uso di strumenti tipici della riscossione fiscale, come la cartella esattoriale, ha spesso generato confusione, spingendo a considerare competente il giudice tributario.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a risolvere questo dilemma: prevale la natura del credito (previdenziale) o la forma dell’atto con cui viene richiesto (fiscale)? La risposta a questa domanda determina quale giudice ha il potere di decidere nel merito della pretesa dell’ente previdenziale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, nel risolvere il conflitto, ha affermato con chiarezza la giurisdizione contributi previdenziali del giudice ordinario. Le Sezioni Unite hanno ribadito un principio consolidato: per determinare la giurisdizione, si deve guardare alla natura del rapporto giuridico dedotto in giudizio.

Nel caso di specie, la controversia riguarda diritti e obblighi che scaturiscono da un rapporto previdenziale. La legge stessa, in particolare l’art. 24 del D.Lgs. 46/1999, prevede espressamente che le opposizioni contro l’iscrizione a ruolo di crediti previdenziali debbano essere proposte davanti al giudice del lavoro.

Secondo la Corte, è irrilevante che la pretesa creditoria dell’ente previdenziale sia sorta a seguito di un accertamento di natura tributaria o che venga riscossa tramite un atto tipico del contenzioso fiscale come la cartella di pagamento (o l’avviso di addebito, che l’ha sostituita per i crediti INPS dal 2011). Lo strumento di riscossione è solo una modalità procedurale e non può alterare la sostanza del rapporto, che rimane di natura squisitamente previdenziale. I giudici hanno inoltre precisato che i precedenti giurisprudenziali invocati dal Tribunale del Lavoro, che attribuivano la giurisdizione al giudice tributario, si riferivano a casi diversi, come opposizioni all’esecuzione forzata per crediti puramente tributari, e quindi non erano pertinenti al caso in esame.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario, individuato nel Tribunale in funzione di giudice del lavoro, cassando la decisione declinatoria di quest’ultimo e rimettendo le parti davanti ad esso per la prosecuzione del giudizio. La decisione rafforza un principio fondamentale: le controversie aventi ad oggetto la legittimità di una richiesta di pagamento per contributi previdenziali appartengono sempre alla competenza del giudice del lavoro, indipendentemente dallo strumento utilizzato per la riscossione. Questo orientamento fornisce una guida chiara e univoca per i contribuenti e i loro difensori, eliminando incertezze procedurali e garantendo che la materia sia trattata dal giudice specializzato per natura.

A quale giudice devo rivolgermi per contestare una cartella esattoriale per contributi INPS non pagati?
La competenza spetta al giudice ordinario, specificamente al Tribunale in funzione di giudice del lavoro. La natura previdenziale del credito determina la giurisdizione, non lo strumento usato per la riscossione.

La natura ‘fiscale’ della cartella di pagamento sposta la competenza al giudice tributario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la natura del credito (in questo caso, previdenziale) prevale sulla forma dell’atto di riscossione. Pertanto, la giurisdizione rimane del giudice del lavoro.

Cosa accade se due giudici diversi (es. lavoro e tributario) si dichiarano entrambi non competenti?
Si verifica un ‘conflitto negativo di giurisdizione’. In questa situazione, la questione viene rimessa alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, che decide in via definitiva a quale giudice spetta la competenza a giudicare la controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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