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Giurisdizione concessioni autostradali: decide il G.O.

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite stabilisce che la giurisdizione sulle concessioni autostradali, quando la controversia riguarda la fase esecutiva del contratto come il rimborso dei costi per lavori, spetta al Giudice Ordinario. La decisione si basa sulla natura contrattuale del rapporto, anche se la domanda nasce dall’impugnazione di un atto amministrativo. Si tratta di un inadempimento contrattuale e non dell’esercizio di un potere autoritativo della Pubblica Amministrazione.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Concessioni Autostradali: la Cassazione fa chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ribadito un principio fondamentale in materia di giurisdizione concessioni autostradali, stabilendo a chi spetta decidere le controversie tra società concessionarie e Pubblica Amministrazione. Il caso analizzato riguarda la richiesta di rimborso dei costi per lavori di adeguamento su un’infrastruttura autostradale, una questione che si colloca nella fase di esecuzione del rapporto di concessione. La Corte ha confermato la competenza del Giudice Ordinario, anche se la causa era stata avviata impugnando un provvedimento amministrativo.

I fatti del caso

Una società concessionaria, responsabile della gestione di una tratta autostradale, proponeva ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per l’annullamento di un provvedimento del Ministero delle Infrastrutture. Con tale atto, il Ministero aveva approvato solo parzialmente il progetto esecutivo per gli interventi di adeguamento e rinforzo strutturale di un ponte, disconoscendo una serie di voci di costo. La società lamentava l’illegittimità del provvedimento per violazione dei principi di ragionevolezza, buon andamento e per vari vizi di eccesso di potere.

In pendenza di questo giudizio amministrativo, la stessa società ha proposto un regolamento preventivo di giurisdizione alla Corte di Cassazione. La richiesta nasceva dal dubbio sulla corretta giurisdizione, alimentato da una precedente sentenza del Tribunale ordinario che, in una causa simile tra le stesse parti, aveva già affermato la propria competenza con una statuizione passata in giudicato.

Il consolidato orientamento sulla giurisdizione concessioni autostradali

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire il suo orientamento consolidato, dando continuità a numerose pronunce precedenti. Il principio chiave è che le controversie relative alla fase esecutiva di una concessione di lavori pubblici spettano alla giurisdizione del Giudice Ordinario.

Questo orientamento si fonda sulla progressiva “contrattualizzazione” della figura della concessione, soprattutto per effetto del diritto europeo, che l’ha avvicinata sempre più a quella dell’appalto pubblico. La stipulazione del contratto di concessione segna uno spartiacque: le questioni relative alla fase di affidamento (la gara, la scelta del concessionario) rientrano nella giurisdizione esclusiva del Giudice Amministrativo, mentre quelle che attengono all’esecuzione del rapporto (adempimenti, inadempimenti, pagamenti, risarcimenti) sono devolute al Giudice Ordinario.

Il criterio del “Petitum Sostanziale”

Un punto cruciale sottolineato dalla Corte è l’irrilevanza della forma con cui la domanda viene proposta. Anche se la società ha formalmente impugnato un atto amministrativo (il provvedimento di approvazione parziale), ciò che conta è il cosiddetto petitum sostanziale, ovvero l’obiettivo concreto perseguito. In questo caso, l’obiettivo non era contestare l’esercizio di un potere autoritativo di pianificazione della rete da parte del Ministero, ma ottenere il riconoscimento di un diritto di natura patrimoniale: il rimborso integrale dei costi sostenuti in adempimento degli obblighi previsti dalla convenzione.

La controversia, quindi, non verte sull’esercizio di un potere pubblico, ma sull’adempimento di obbligazioni contrattuali. L’approvazione del progetto da parte del Ministero non è espressione di un potere autoritativo unilaterale, ma un atto di cooperazione previsto dal contratto stesso per la corretta esecuzione delle opere. Il suo ritardo o la sua parzialità configurano un inadempimento contrattuale.

Le motivazioni della decisione

Le Sezioni Unite motivano la loro decisione tracciando un’evoluzione della giurisprudenza. Si è superato il vecchio indirizzo, basato sull’art. 5 della L. 1034/1971, che attraeva tendenzialmente tutta la fase esecutiva nella giurisdizione amministrativa. Oggi, alla luce del Codice dei Contratti Pubblici e della giurisprudenza della Corte Costituzionale, la giurisdizione esclusiva del Giudice Amministrativo nella fase esecutiva è limitata ai soli casi in cui la Pubblica Amministrazione eserciti poteri autoritativi, capaci di incidere unilateralmente sul rapporto.

Nel caso di specie, la controversia riguarda diritti e obblighi che nascono dalla convenzione. La pretesa della concessionaria ha natura prettamente patrimoniale e si fonda su un presunto inadempimento del Ministero agli obblighi contrattuali. L’attività di valutazione del progetto da parte del concedente è un’attività tecnica di verifica della congruità e necessità delle opere, da svolgersi nell’ambito delle pattuizioni contrattuali e non al di fuori di esse. Pertanto, la controversia si risolve in una questione di adempimento contrattuale, di competenza del Giudice Ordinario.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato la giurisdizione del Giudice Ordinario. Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui, nelle concessioni di lavori pubblici, la linea di demarcazione della giurisdizione è netta: la fase di affidamento è del Giudice Amministrativo, mentre la fase esecutiva, che riguarda l’adempimento delle obbligazioni contrattuali, è del Giudice Ordinario. Ciò che conta per determinare la giurisdizione non è la forma dell’atto impugnato, ma la natura della pretesa fatta valere, ovvero il petitum sostanziale. In questo caso, essendo la pretesa relativa al riconoscimento di un diritto patrimoniale derivante dal contratto, la giurisdizione non può che essere quella ordinaria.

A chi spetta la giurisdizione nelle controversie relative alla fase esecutiva di una concessione autostradale?
La giurisdizione spetta al Giudice Ordinario, poiché tali controversie riguardano l’adempimento o l’inadempimento di obbligazioni di natura contrattuale e non l’esercizio di poteri autoritativi da parte della Pubblica Amministrazione.

L’impugnazione di un provvedimento amministrativo sposta automaticamente la giurisdizione al giudice amministrativo?
No. Ai fini del riparto di giurisdizione, non rileva la forma della domanda (es. impugnazione di un atto), ma il cosiddetto ‘petitum sostanziale’, ovvero la natura concreta della pretesa. Se la pretesa riguarda un diritto soggettivo di natura patrimoniale derivante dal contratto, la giurisdizione resta del Giudice Ordinario.

Anche l’attore può proporre regolamento preventivo di giurisdizione?
Sì. Secondo il consolidato orientamento della Corte, il regolamento preventivo di giurisdizione può essere proposto anche dall’attore (la parte che ha avviato la causa) quando sussistono ragionevoli dubbi sui limiti esterni della giurisdizione del giudice adito, anche in assenza di un’eccezione della controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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