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Giurisdizione canone edilizia residenziale: chi decide?

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, stabilisce la giurisdizione del giudice ordinario nelle controversie relative alla determinazione del canone di locazione per alloggi di edilizia residenziale pubblica. Anche se l’inquilino chiede la disapplicazione di un regolamento regionale, la natura del rapporto è contrattuale e la lite riguarda un diritto soggettivo di natura patrimoniale, non l’esercizio di un potere autoritativo della Pubblica Amministrazione. La questione sulla giurisdizione del canone di edilizia residenziale viene così risolta a favore del tribunale civile.

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Giurisdizione Canone Edilizia Residenziale: la Cassazione fa Chiarezza

La determinazione del canone per gli alloggi popolari è una questione delicata, che spesso genera contenziosi. Ma a chi spetta decidere? Al giudice ordinario o a quello amministrativo? Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di giurisdizione sul canone di edilizia residenziale, chiarendo che la competenza è del giudice ordinario anche quando si contesta la legittimità del regolamento che ne fissa i criteri.

I Fatti del Caso

Un assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, titolare del contratto dal 1966, si è visto recapitare una comunicazione dall’ente gestore (ATER) con cui il canone di locazione veniva aumentato di oltre cinque volte, passando da circa 315 euro a quasi 1.700 euro mensili. Tale aumento era la conseguenza dell’applicazione di un nuovo regolamento della Regione, che stabiliva i criteri per la determinazione dei canoni.

L’inquilino ha contestato l’aumento, ritenendolo iniquo e insostenibile, e ha citato in giudizio sia l’ente gestore sia la Regione davanti al Tribunale civile. Nella sua domanda, ha chiesto di accertare l’illegittimità e la non debenza degli arretrati, di rideterminare il canone a un importo più equo (non superiore al valore di mercato) e di ottenere il rimborso per lavori di manutenzione straordinaria effettuati a sue spese.

Sia l’ente gestore che la Regione si sono difesi sollevando un’eccezione di difetto di giurisdizione, sostenendo che la causa dovesse essere trattata dal giudice amministrativo, poiché la richiesta dell’inquilino implicava la disapplicazione di un atto amministrativo generale (il regolamento regionale), espressione di un potere autoritativo e discrezionale della Pubblica Amministrazione.

La Questione sulla Giurisdizione del Canone di Edilizia Residenziale

Di fronte all’eccezione sollevata, l’inquilino ha proposto un regolamento preventivo di giurisdizione, portando la questione direttamente davanti alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite. Il quesito fondamentale era: una controversia che riguarda la congruità del canone di locazione di un alloggio pubblico, e che richiede di valutare la legittimità del regolamento regionale che lo determina, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario o di quello amministrativo?

La difesa dell’inquilino sosteneva che la controversia riguardasse un diritto soggettivo a contenuto patrimoniale, derivante da un rapporto contrattuale paritetico (la locazione), e che la richiesta di disapplicazione del regolamento fosse solo un passaggio logico per risolvere la questione principale, senza mutare la natura della causa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi dell’inquilino e ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario. I giudici hanno richiamato il proprio consolidato orientamento, secondo cui il criterio per distinguere la giurisdizione in materia di edilizia pubblica risiede nella fase in cui si colloca la controversia.

1. Fase antecedente all’assegnazione: Le questioni relative alla procedura di assegnazione dell’alloggio (graduatorie, requisiti, ecc.) riguardano l’esercizio di un potere pubblico e sono di competenza del giudice amministrativo, poiché il cittadino vanta un interesse legittimo.
2. Fase successiva all’assegnazione: Una volta stipulato il contratto di locazione, il rapporto tra l’ente e l’assegnatario diventa paritetico e di natura privatistica. Le controversie che sorgono in questa fase, come quelle relative alla determinazione e al pagamento del canone, riguardano diritti e obblighi di natura contrattuale. Pertanto, la giurisdizione spetta al giudice ordinario.

La Corte ha specificato che la giurisdizione si determina sulla base del petitum sostanziale, ovvero della natura intrinseca della posizione giuridica fatta valere. Nel caso di specie, l’inquilino lamentava la lesione del suo diritto soggettivo a pagare un canone conforme ai principi di legge (equità, sopportabilità, sostenibilità). La sua domanda, quindi, era circoscritta al rapporto contrattuale e non mirava a contestare in via principale l’esercizio del potere amministrativo.

La richiesta di disapplicare il regolamento regionale non sposta la giurisdizione. Il giudice ordinario, infatti, ha il potere di disapplicare un atto amministrativo illegittimo quando questo incide su un diritto soggettivo, senza bisogno di ricorrere al giudice amministrativo per il suo annullamento. La domanda dell’inquilino era fondata sulla legge (che stabilisce i principi per la determinazione del canone) e non sulla discrezionalità amministrativa.

Conclusioni

Con questa ordinanza, le Sezioni Unite confermano un principio di fondamentale importanza per la tutela degli assegnatari di alloggi pubblici. La controversia sulla misura del canone, anche se basata su criteri fissati da un regolamento amministrativo, appartiene alla sfera del rapporto contrattuale di locazione. Di conseguenza, è il giudice ordinario l’autorità competente a decidere, garantendo una tutela piena del diritto soggettivo dell’inquilino a un canone determinato secondo i principi di legge. La causa è stata quindi rimessa al Tribunale civile per la decisione nel merito.

A chi spetta decidere sulle liti relative all’importo del canone di un alloggio di edilizia residenziale pubblica?
La giurisdizione spetta al giudice ordinario (il Tribunale civile). Una volta che l’alloggio è stato assegnato e si è instaurato un rapporto di locazione, la controversia riguarda diritti e obblighi di natura contrattuale e privatistica, non l’esercizio di un potere pubblico.

Se l’inquilino contesta il regolamento regionale che fissa il canone, la giurisdizione passa al giudice amministrativo?
No, la giurisdizione rimane del giudice ordinario. La richiesta di disapplicare il regolamento è considerata strumentale alla tutela del diritto soggettivo a pagare un canone giusto. Il giudice ordinario ha il potere di non applicare un atto amministrativo ritenuto illegittimo per risolvere la controversia sul diritto specifico.

Come viene determinata la giurisdizione in un processo?
La giurisdizione si determina sulla base del cosiddetto petitum sostanziale, cioè analizzando la natura intrinseca della posizione giuridica fatta valere (la causa petendi) e il bene della vita che si intende ottenere, indipendentemente dalla pronuncia formale richiesta al giudice. In questo caso, il bene richiesto era la determinazione di un canone corretto, un diritto di natura patrimoniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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