LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione arbitrale: Cassazione su concessioni

La Corte di Cassazione ha stabilito la validità della giurisdizione arbitrale in una controversia tra un’azienda di scommesse e lo Stato. La Suprema Corte ha chiarito che le richieste di risarcimento per inadempimento contrattuale in un rapporto di concessione rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, e non di quello amministrativo, poiché non implicano l’esercizio di poteri autoritativi. Di conseguenza, la questione è compromettibile in arbitri, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello che aveva negato tale competenza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Arbitrale nelle Concessioni Pubbliche: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di concessioni pubbliche e giurisdizione arbitrale. La Suprema Corte ha stabilito che le controversie relative al risarcimento dei danni per inadempimento contrattuale da parte della Pubblica Amministrazione concedente rientrano nella competenza del giudice ordinario e, di conseguenza, possono essere devolute ad arbitri. Questa decisione chiarisce i confini tra giurisdizione ordinaria e amministrativa, offrendo maggiore certezza agli operatori economici.

I Fatti del Caso

Una società, concessionaria per la raccolta di scommesse ippiche, aveva ottenuto un lodo arbitrale che condannava diverse amministrazioni pubbliche a risarcirla per i danni subiti. Tali danni derivavano, secondo la società, dall’espansione delle scommesse clandestine, dall’ingresso di operatori stranieri nel mercato e dalla mancata attivazione di nuove modalità di gioco previste dalla convenzione. Le amministrazioni pubbliche avevano impugnato il lodo davanti alla Corte d’Appello, sostenendo che la controversia non potesse essere decisa da arbitri. La Corte d’Appello aveva accolto questa tesi, annullando il lodo. Secondo i giudici di secondo grado, la questione implicava l’esercizio di poteri autoritativi dello Stato e rientrava quindi nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, rendendo la controversia non arbitrabile. La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione contro questa decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Giurisdizione Arbitrale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società, ribaltando completamente la sentenza della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno affermato che la Corte d’Appello ha errato nel qualificare la natura della controversia. Richiamando consolidati orientamenti delle Sezioni Unite, la Cassazione ha precisato che la questione non riguardava l’esercizio di poteri pubblici, ma l’inadempimento di obbligazioni di natura contrattuale. La controversia verteva sulla fase di attuazione del rapporto di concessione, in cui la Pubblica Amministrazione e il concessionario si trovano in una posizione paritetica. Trattandosi di una pretesa puramente patrimoniale basata su un inadempimento, la giurisdizione spetta al giudice ordinario e, di conseguenza, la clausola compromissoria che devolve la lite ad arbitri è pienamente valida ed efficace.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra la fase pubblicistica e quella privatistica del rapporto di concessione. La giurisdizione del giudice amministrativo è limitata agli atti in cui la P.A. esercita un potere autoritativo, come ad esempio la scelta del concessionario o la revoca della concessione per motivi di interesse pubblico. Al contrario, quando la controversia riguarda l’esecuzione del contratto di concessione e le obbligazioni da esso derivanti – come nel caso di specie, dove si lamentava un inadempimento che aveva causato un danno economico – la P.A. agisce come un qualsiasi altro contraente. La sua posizione è paritetica a quella del privato. Le pretese che ne derivano hanno natura di diritti soggettivi e non di interessi legittimi. Pertanto, la controversia appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario, con la conseguente piena ‘compromettibilità’ in arbitri. La Cassazione ha quindi annullato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello di Roma, in diversa composizione, affinché decida nel merito attenendosi a questo principio di diritto.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di grande importanza pratica per tutte le imprese che operano in regime di concessione pubblica. Viene riaffermata la piena validità della giurisdizione arbitrale per risolvere le controversie patrimoniali derivanti dall’inadempimento della P.A. ai suoi obblighi contrattuali. Ciò garantisce agli operatori economici una maggiore tutela e la possibilità di ricorrere a strumenti di risoluzione delle controversie, come l’arbitrato, spesso più rapidi ed efficienti della giustizia ordinaria, senza temere eccezioni sulla giurisdizione basate su una presunta natura pubblicistica della lite.

Una controversia per risarcimento danni contro la Pubblica Amministrazione in un contratto di concessione può essere decisa da arbitri?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, se la controversia riguarda l’inadempimento di obbligazioni contrattuali e non l’esercizio di poteri autoritativi, essa rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e può quindi essere validamente decisa da un collegio arbitrale.

Qual è la differenza tra giurisdizione del giudice ordinario e amministrativo in materia di concessioni?
La giurisdizione del giudice amministrativo riguarda gli atti in cui la P.A. esercita un potere di supremazia (es. rilascio o revoca della concessione). La giurisdizione del giudice ordinario riguarda invece la fase di esecuzione del contratto, in cui la P.A. e il concessionario agiscono su un piano di parità e si controverte di inadempimenti contrattuali e diritti soggettivi.

Perché la Corte d’Appello aveva annullato il lodo arbitrale?
La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto che la controversia, riguardando la gestione del mercato delle scommesse, implicasse l’esercizio di poteri autoritativi della Pubblica Amministrazione. Per questo motivo, l’aveva qualificata come materia di giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, e di conseguenza non deferibile ad arbitri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati