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Giurisdizione Appalti Pubblici: Chi Decide sui Compensi?

Una società di servizi ambientali richiede compensi extra a un Comune per maggiori costi sostenuti nell’esecuzione di un appalto. La Cassazione, risolvendo un conflitto tra giudici, chiarisce la questione della giurisdizione appalti pubblici: la richiesta di pagamento per prestazioni supplementari è di competenza del giudice ordinario, in quanto attiene a un diritto soggettivo di credito e non a una revisione dei prezzi contrattuali, materia quest’ultima riservata al giudice amministrativo.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Appalti Pubblici: la Cassazione fa chiarezza su compensi extra e revisione prezzi

Nell’ambito degli appalti pubblici, stabilire quale giudice abbia il potere di decidere una controversia è una questione cruciale. La recente ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione offre un chiarimento fondamentale sul tema della giurisdizione appalti pubblici, distinguendo nettamente le richieste di pagamento per prestazioni aggiuntive dalla revisione dei prezzi contrattuali. Questa decisione ha implicazioni significative per le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione, delineando un confine preciso tra la competenza del giudice ordinario e quella del giudice amministrativo.

I Fatti del Caso: un Appalto e Costi Imprevisti

La vicenda ha origine da un contratto d’appalto del 2001 tra un Comune e una società di servizi ambientali per la gestione della nettezza urbana. Il contratto prevedeva che i rifiuti fossero conferiti in discariche situate entro un raggio di 25 km; per distanze maggiori era previsto un compenso extra. Durante l’esecuzione del contratto, a seguito di una disposizione dell’Agenzia regionale per i rifiuti, il Comune ha ordinato all’impresa di utilizzare una discarica molto più lontana.

L’impresa ha fatto presente che i maggiori tempi di trasporto avrebbero inciso sull’efficienza del servizio. Il Comune, pur riconoscendo la necessità di compensare i costi per la maggiore distanza, ha escluso il riconoscimento di altri oneri aggiuntivi, non essendo stata concordata una variazione contrattuale. L’impresa, sostenendo di aver dovuto potenziare il servizio eseguendo prestazioni ulteriori rispetto a quelle pattuite, si è rivolta al Tribunale ordinario per ottenere il pagamento dei maggiori compensi.

Il Conflitto di Giurisdizione: Giudice Ordinario o Amministrativo?

Il percorso giudiziario è stato complesso. In primo grado, il Tribunale ordinario ha accolto la domanda dell’impresa. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, dichiarando il difetto di giurisdizione del giudice ordinario. Secondo la Corte d’Appello, la controversia rientrava nella materia della revisione dei prezzi, di competenza esclusiva del giudice amministrativo.

Riassunto il giudizio dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), quest’ultimo ha sollevato un conflitto negativo di giurisdizione. Il TAR ha sostenuto che la domanda non riguardava una revisione dei prezzi, ma la richiesta di pagamento per prestazioni supplementari, una pretesa che configura un diritto soggettivo di credito e che, quindi, appartiene alla cognizione del giudice ordinario. La questione è così giunta alle Sezioni Unite della Cassazione per la risoluzione definitiva del conflitto.

Le motivazioni: la distinzione fondamentale nella giurisdizione appalti pubblici

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi del TAR e del Procuratore Generale, dichiarando la giurisdizione del Giudice Ordinario. Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra la fase di affidamento dell’appalto e la fase di esecuzione del contratto. La giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, spiegano le Sezioni Unite, è limitata alla fase procedimentale che porta all’aggiudicazione del contratto. Una volta che il contratto è stato stipulato ed è efficace, le controversie che sorgono durante la sua esecuzione rientrano, di regola, nella giurisdizione del giudice ordinario, poiché le parti operano in una posizione di parità contrattuale.

L’eccezione a questa regola, come nel caso della revisione prezzi, si ha quando la Pubblica Amministrazione esercita un potere autoritativo, conferitole dalla legge per tutelare un interesse pubblico. Nel caso di specie, però, la domanda dell’impresa non invocava l’applicazione di clausole di revisione prezzi. Al contrario, la società chiedeva il pagamento per prestazioni supplementari, rese necessarie da un ordine del Comune e giustificate da specifiche clausole del capitolato d’appalto che prevedevano la possibilità di remunerare servizi aggiuntivi.

La pretesa, quindi, non era volta a modificare i compensi originari, ma a ottenere il corrispettivo per un quid pluris, ovvero per un lavoro extra svolto. Si trattava, in sostanza, di una richiesta di adempimento contrattuale per una somma di denaro, configurando un puro diritto soggettivo di credito. La Pubblica Amministrazione non ha esercitato alcun potere discrezionale, ma ha agito nell’ambito delle pattuizioni contrattuali. Di conseguenza, la controversia esula dalla giurisdizione appalti pubblici esclusiva del giudice amministrativo e spetta al giudice ordinario.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, le Sezioni Unite riaffermano un principio cardine nel riparto di giurisdizione: nella fase esecutiva di un appalto pubblico, se la controversia riguarda diritti e obblighi nascenti dal contratto e non l’esercizio di un potere pubblico da parte dell’amministrazione, la competenza è del giudice ordinario. La richiesta di pagamento per servizi aggiuntivi, non riconducibile a una revisione del prezzo originario, costituisce l’esercizio di un diritto di credito e deve essere decisa dal giudice che tutela i diritti soggettivi.

A chi spetta decidere sui compensi per prestazioni extra in un appalto pubblico?
Secondo la Corte di Cassazione, la giurisdizione spetta al giudice ordinario. Questo perché la richiesta di pagamento per servizi supplementari, non previsti inizialmente, riguarda un diritto soggettivo di credito sorto durante l’esecuzione del contratto, e non l’esercizio di un potere pubblico.

Qual è la differenza tra ‘revisione prezzi’ e ‘pagamento per prestazioni supplementari’?
La ‘revisione prezzi’ è un meccanismo che adegua il compenso originario del contratto a causa di aumenti dei costi imprevisti, ed è spesso di competenza del giudice amministrativo perché coinvolge un interesse pubblico. Il ‘pagamento per prestazioni supplementari’ è il corrispettivo per lavori o servizi aggiuntivi, non inclusi nel contratto iniziale ma richiesti in corso d’opera; questa è una questione di adempimento contrattuale di competenza del giudice ordinario.

Quando la giurisdizione su un appalto pubblico è del giudice amministrativo?
La giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo riguarda principalmente la fase che precede la firma del contratto (la procedura di gara e l’aggiudicazione). Nella fase di esecuzione, la sua competenza è limitata ai casi in cui l’Amministrazione esercita poteri autoritativi specifici previsti dalla legge, come appunto in alcune ipotesi di revisione prezzi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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