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Giurisdizione amministrativa appalti: il caso brevetto

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che rientra nella giurisdizione amministrativa appalti la controversia sull’aggiudicazione di una gara pubblica, anche se la contestazione si fonda sulla violazione di un brevetto. Se un’offerta tecnica propone soluzioni coperte da brevetto altrui senza averne la disponibilità, la questione non riguarda la tutela della proprietà industriale (di competenza del giudice ordinario), ma la mancanza di un requisito essenziale dell’offerta, che spetta al giudice amministrativo valutare ai fini dell’annullamento dell’aggiudicazione.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Amministrativa Appalti: Brevetto e Validità dell’Offerta

Una recente ordinanza delle Sezioni Unite della Cassazione ha chiarito un punto cruciale nel contenzioso sugli appalti pubblici: la giurisdizione amministrativa appalti si estende anche a casi in cui l’illegittimità di un’aggiudicazione deriva dalla violazione di diritti di proprietà industriale, come i brevetti. Questa pronuncia stabilisce che, se un concorrente presenta un’offerta basata su tecnologia brevettata da altri senza averne la disponibilità, la questione principale non è la violazione del brevetto, ma la validità stessa dell’offerta presentata alla stazione appaltante.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una gara d’appalto indetta da un ente pubblico per la progettazione e realizzazione di un complesso allestimento museografico. Alla procedura partecipavano due Raggruppamenti Temporanei di Imprese (RTI). A seguito dell’aggiudicazione in favore di uno dei due RTI (qui definito ‘aggiudicatario’), il secondo classificato (‘ricorrente originario’) impugnava l’esito della gara dinanzi al TAR.

Il motivo principale del ricorso era che l’offerta tecnica dell’aggiudicatario conteneva soluzioni progettuali e prodotti coperti da brevetto, di proprietà di una delle imprese facenti parte del RTI ricorrente, senza che l’aggiudicatario ne avesse la disponibilità giuridica e materiale. In sostanza, l’aggiudicatario aveva offerto di realizzare l’opera utilizzando una tecnologia che non poteva legittimamente impiegare.

Sia il TAR che, in seguito, il Consiglio di Stato accoglievano il ricorso, annullando l’aggiudicazione e riconoscendo la giurisdizione del giudice amministrativo a decidere sulla questione.

Il Ricorso in Cassazione e la questione di giurisdizione amministrativa appalti

L’RTI originariamente aggiudicatario proponeva ricorso per cassazione, lamentando un difetto di giurisdizione del giudice amministrativo. Secondo la sua tesi, la controversia verteva sulla violazione di un diritto di brevetto, materia di esclusiva competenza del giudice ordinario. Si sosteneva che il Consiglio di Stato avesse erroneamente invaso la sfera di competenza del tribunale civile, accertando di fatto una violazione della proprietà industriale.

Inoltre, il ricorrente contestava che il giudice amministrativo si fosse spinto a valutare il merito dell’azione amministrativa, sostituendosi alla stazione appaltante in decisioni che sarebbero dovute essere di sua competenza.

Le Motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite hanno rigettato il ricorso, confermando in toto la giurisdizione amministrativa appalti. La Corte ha chiarito che, per determinare la giurisdizione, occorre guardare al cosiddetto petitum sostanziale, ovvero al risultato concreto che la parte intende ottenere, al di là della formulazione letterale della domanda.

Nel caso di specie, l’obiettivo del ricorso originario non era ottenere una pronuncia sulla violazione del brevetto, ma l’annullamento del provvedimento di aggiudicazione della gara. L’esistenza del brevetto e la sua titolarità in capo a un concorrente non erano l’oggetto del contendere, bensì un fatto, documentalmente provato e non contestato, che dimostrava la carenza di un requisito essenziale dell’offerta dell’aggiudicatario.

L’offerta era illegittima non per la violazione del diritto di privativa in sé, ma perché proponeva soluzioni tecniche di cui l’offerente non aveva la disponibilità, contravvenendo così alla lex specialis di gara. Quest’ultima, infatti, richiedeva ai concorrenti di verificare e accertare la reperibilità sul mercato dei materiali necessari all’esecuzione dell’appalto.

Il giudice amministrativo, quindi, non ha ‘deciso’ una causa di diritto industriale, ma ha semplicemente preso atto di una circostanza fattuale (la non disponibilità dei prodotti brevettati) per valutare la legittimità di un atto amministrativo. Questo rientra pienamente nel suo potere di sindacato sulla conformità del provvedimento alle norme di legge e di gara.

Le Conclusioni

Le Sezioni Unite hanno ribadito un principio fondamentale: la giurisdizione si radica in base alla natura della posizione giuridica fatta valere e al bene della vita richiesto. Se l’azione mira a contestare la legittimità di un provvedimento amministrativo, come un’aggiudicazione d’appalto, la giurisdizione spetta al giudice amministrativo. Le questioni relative a diritti soggettivi, come la proprietà di un brevetto, possono essere considerate come elementi di fatto all’interno del giudizio amministrativo, senza che ciò comporti uno ‘sconfinamento’ di giurisdizione. La verifica dei requisiti di partecipazione e della conformità dell’offerta alle regole di gara è un controllo di legittimità che spetta intrinsecamente alla giurisdizione amministrativa appalti.

In una gara d’appalto, se l’offerta di un concorrente si basa su un brevetto di proprietà di un altro partecipante, quale giudice è competente a decidere la controversia?
Il giudice competente è il giudice amministrativo. La Corte di Cassazione ha chiarito che la questione principale non è la violazione del diritto di brevetto, ma la legittimità del provvedimento di aggiudicazione. L’uso di tecnologia altrui senza autorizzazione è un fatto che incide sulla validità dell’offerta e sulla sua conformità alle regole di gara, materia di competenza amministrativa.

Perché la Cassazione ha ritenuto infondato il motivo sul difetto di giurisdizione?
Perché la giurisdizione si determina in base al ‘petitum sostanziale’, cioè all’effettivo bene della vita che si intende proteggere. Nel caso specifico, la domanda originaria mirava all’annullamento dell’aggiudicazione, un atto tipicamente amministrativo. La violazione del brevetto è stata considerata un presupposto di fatto che rendeva l’offerta illegittima, non l’oggetto principale del giudizio.

Il giudice amministrativo può valutare se un’offerta viola un brevetto?
Il giudice amministrativo non ‘giudica’ la violazione del brevetto nel senso di accertare la contraffazione, ma può e deve tener conto dell’esistenza di un diritto di privativa altrui come fatto che impedisce a un concorrente di disporre dei mezzi offerti. Questa verifica è necessaria per controllare la serietà, l’affidabilità e la conformità dell’offerta ai requisiti essenziali previsti dalla legge e dal bando di gara.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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