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Giurisdizione Acque Pubbliche: il caso del ghiacciaio

Una società che gestisce impianti su un ghiacciaio ha impugnato le nuove condizioni di rinnovo della concessione imposte dall’ente pubblico locale. L’ente ha eccepito il difetto di giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP) adito dalla società, sostenendo la competenza del giudice amministrativo. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha risolto la questione, affermando la giurisdizione acque pubbliche del TSAP. La Corte ha stabilito che la controversia, riguardando la durata e l’indennizzo della concessione, incide direttamente sulla gestione e l’utilizzo del bene demaniale (il ghiacciaio, qualificato come acqua pubblica), rientrando così nella competenza del tribunale speciale.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Acque Pubbliche: la Cassazione sulle concessioni dei ghiacciai

Un’importante ordinanza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione fa luce su un tema tanto affascinante quanto complesso: la giurisdizione acque pubbliche in relazione a beni demaniali unici come i ghiacciai. La decisione chiarisce quale giudice sia competente a decidere le controversie che nascono dal rinnovo di una concessione per l’utilizzo di un’area glaciale, stabilendo un principio chiave per operatori del settore e amministrazioni pubbliche.

I Fatti del Caso: Rinnovo Conteso di una Concessione su Demanio Glaciale

Una società, titolare di una concessione ventennale per l’utilizzo di una porzione di un ghiacciaio alpino con piste da sci e impianti di risalita, si è trovata di fronte a un bivio al momento del rinnovo. L’Amministrazione Provinciale competente ha proposto un nuovo disciplinare con condizioni peggiorative rispetto al passato: una durata ridotta da venti a dieci anni e, soprattutto, l’assenza di un indennizzo per gli ingenti investimenti effettuati in caso di scadenza o revoca.

La società, ritenendo le nuove clausole illegittime e in contrasto con l’atto originario che configurava un rinnovo e non una nuova concessione, ha firmato con riserva di adire le vie legali. Successivamente, ha impugnato gli atti dell’Amministrazione dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP).

La Questione di Giurisdizione

L’Amministrazione Provinciale si è difesa eccependo, in via preliminare, il difetto di giurisdizione del TSAP. Secondo l’ente, la controversia sarebbe dovuta essere trattata dal giudice amministrativo (TAR e Consiglio di Stato). Di fronte a questa contestazione, la società ha proposto un regolamento preventivo di giurisdizione alla Corte di Cassazione, chiedendo di confermare la competenza del giudice specializzato adito.

La Giurisdizione Acque Pubbliche e il Criterio del Collegamento Diretto

La Corte di Cassazione ha affrontato la questione partendo da un presupposto fondamentale: i ghiacciai rientrano a pieno titolo nella categoria delle “acque pubbliche”. Questo passaggio, sebbene non contestato tra le parti, è stato ritenuto meritevole di precisazione, citando normative specifiche che includono espressamente i ghiacciai nel demanio idrico trasferito alle province autonome.

Il cuore della decisione ruota attorno al criterio di riparto della giurisdizione tra TSAP e giudice amministrativo. La giurisprudenza consolidata stabilisce che sono devolute al TSAP le controversie relative a provvedimenti che hanno un’incidenza immediata e diretta sul regime delle acque. Restano invece escluse, e affidate al giudice amministrativo, quelle che riguardano atti solo strumentalmente inseriti in procedimenti volti a incidere su tale regime, come le procedure di gara per l’affidamento di una concessione. In questi ultimi casi, l’interesse protetto è il rispetto delle norme di legge sulla procedura amministrativa, non la gestione diretta del bene idrico.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite hanno accolto il ricorso della società, dichiarando la giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. La motivazione si basa sull’applicazione rigorosa del criterio del collegamento diretto. La Corte ha osservato che la controversia non riguarda la procedura di affidamento della concessione, ma il suo contenuto sostanziale. Le questioni sollevate dalla società – la durata della concessione e la mancata previsione di un indennizzo – investono direttamente le modalità di utilizzazione del bene demaniale.

Modificare la durata del rapporto o negare un indennizzo per gli investimenti realizzati sono decisioni che caratterizzano l’uso del bene sotto il profilo temporale e incidono profondamente sulle modalità di sfruttamento. Tali questioni, quindi, non sono meramente strumentali, ma attengono al nucleo del rapporto concessorio e alla gestione delle acque pubbliche. Di conseguenza, la competenza a giudicare non può che essere del tribunale specializzato, dotato delle competenze tecniche e giuridiche specifiche per la materia.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche si estende a tutte le controversie che toccano il cuore della gestione e dell’uso dei beni del demanio idrico. La decisione offre un’importante tutela agli operatori che realizzano investimenti a lungo termine basati su concessioni pubbliche, assicurando che le dispute sulle condizioni essenziali del rapporto siano esaminate da un giudice specializzato. Al contempo, traccia una linea netta rispetto alla competenza del giudice amministrativo, confinata alle questioni procedurali, garantendo maggiore certezza del diritto per tutti i soggetti coinvolti.

I ghiacciai sono considerati ‘acque pubbliche’?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che i ghiacciai rientrano nella categoria dei beni qualificabili come ‘acque pubbliche’, sulla base di normative specifiche (come il d.P.R. n. 115 del 1973 e la legge provinciale di Trento n. 18 del 1976) e della loro iscrizione negli elenchi ufficiali, che costituisce un dato formale sufficiente per tale riconoscimento.

Quando una controversia su una concessione spetta al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP)?
La controversia rientra nella giurisdizione del TSAP quando riguarda provvedimenti che incidono in maniera diretta e immediata sul regime e sull’utilizzo delle acque pubbliche. Nel caso di specie, la contestazione sulla durata della concessione e sul diritto all’indennizzo è stata ritenuta attinente direttamente alle modalità di gestione del bene, e quindi di competenza del TSAP.

Qual è la differenza rispetto alla giurisdizione del giudice amministrativo in questa materia?
Al giudice amministrativo (TAR) spettano le controversie su atti che sono solo strumentalmente inseriti in procedimenti relativi alle acque pubbliche, come ad esempio le procedure di gara per l’affidamento di concessioni. In questi casi, l’interesse principale è il rispetto delle norme procedurali, non la gestione diretta del bene idrico, che invece è il fulcro della competenza del TSAP.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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