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Giudizio di rinvio civile: la Cassazione decide sulle spese

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31860/2024, ha rigettato il ricorso di un proprietario terriero che chiedeva un risarcimento danni in un complesso caso originato da un processo penale. La Corte ha stabilito importanti principi sul giudizio di rinvio civile, chiarendo che la condanna al pagamento delle spese legali deve basarsi sull’esito globale dell’intera vicenda processuale, inclusi i gradi penali. Inoltre, ha confermato che non è possibile estendere l’azione in sede di rinvio a soggetti che non erano parte del giudizio originario.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giudizio di rinvio civile: la Cassazione chiarisce la ripartizione delle spese processuali

Con la recente sentenza n. 31860 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per dirimere una complessa controversia, fornendo chiarimenti cruciali sulla gestione del giudizio di rinvio civile e, in particolare, sulla liquidazione delle spese processuali. La pronuncia sottolinea come la valutazione della soccombenza debba tenere conto dell’esito complessivo dell’intera vicenda giudiziaria, anche quando questa si articola tra sede penale e civile. Analizziamo insieme i fatti e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

Il Caso: Dalla Sede Penale al Giudizio di Rinvio Civile

La vicenda trae origine da un procedimento penale in cui alcuni tecnici e funzionari erano stati accusati di falso ideologico e abuso d’ufficio. Le accuse erano legate all’approvazione di un’attività produttiva a favore di una società concessionaria di autoveicoli, che aveva causato un danno ingiusto al proprietario di un terreno, espropriato per consentire tale insediamento. Il proprietario si era costituito parte civile per ottenere il risarcimento.

Il Tribunale penale di primo grado aveva condannato gli imputati. Successivamente, la Corte d’appello penale li aveva assolti per insussistenza dei fatti. Il proprietario del terreno, in qualità di parte civile, aveva impugnato la sentenza di assoluzione in Cassazione. La Suprema Corte penale aveva annullato la sentenza di secondo grado limitatamente agli effetti civili, rinviando la causa al giudice civile d’appello per una nuova valutazione.

La Decisione della Corte d’Appello in Sede di Rinvio

Riassunto il giudizio davanti alla Corte d’appello civile, quest’ultima dichiarava inammissibile la domanda risarcitoria nei confronti della società concessionaria (che non era parte del processo penale) e la rigettava nei confronti dei tecnici originariamente imputati. Di conseguenza, condannava il proprietario del terreno a rifondere tutte le spese legali dell’intero e complesso iter giudiziario: quelle del primo e secondo grado penale, del giudizio di legittimità e della fase di rinvio.

I Motivi del Ricorso e il giudizio di rinvio civile

Contro questa decisione, il proprietario ha proposto un nuovo ricorso in Cassazione, articolato su tre motivi principali:

1. Violazione delle norme sul nesso causale: Il ricorrente sosteneva che la Corte d’appello avesse errato nell’escludere il collegamento tra la condotta illecita dei tecnici e il danno da lui subito (la perdita del terreno).
2. Errata liquidazione delle spese: Si contestava la condanna a pagare anche le spese dei gradi penali, sostenendo che il giudizio di rinvio civile avesse una sua autonomia e che, in sede penale, il ricorrente fosse risultato “vittorioso” ottenendo l’annullamento della sentenza d’appello.
3. Errata motivazione sull’inammissibilità: Il ricorrente contestava la motivazione con cui era stata dichiarata inammissibile la sua domanda contro la società, che era stata introdotta nel giudizio solo nella fase di rinvio.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione impugnata seppur con una parziale correzione della motivazione.

Sul primo motivo, la Corte ha ritenuto che le censure del ricorrente fossero in realtà critiche sull’accertamento dei fatti, un’operazione preclusa in sede di legittimità. La ricostruzione del nesso causale è una valutazione di merito che non può essere riesaminata dalla Cassazione.

Sul secondo e più importante motivo, relativo alle spese, la Corte ha ribadito un principio fondamentale: nel giudizio di rinvio civile, il giudice deve applicare il criterio della soccombenza globale. Ciò significa che, per stabilire chi deve pagare le spese, non si deve guardare all’esito dei singoli gradi, ma al risultato finale dell’intera controversia. Poiché la domanda risarcitoria del proprietario è stata definitivamente respinta, egli è risultato essere la parte soccombente dell’intero processo, iniziato con la costituzione di parte civile. Di conseguenza, è corretto porre a suo carico tutte le spese sostenute dalle controparti in ogni fase e grado, inclusi quelli penali.

Infine, sul terzo motivo, la Corte ha evidenziato la contraddittorietà del ricorrente: egli stesso aveva chiamato in causa la società nella fase di rinvio, per poi lamentarsi della motivazione con cui la sua domanda era stata dichiarata inammissibile. La Cassazione ha precisato che la riassunzione non poteva essere diretta verso un soggetto estraneo al giudizio penale originario, correggendo la motivazione della Corte d’appello ma confermando l’esito di inammissibilità.

Le Conclusioni

La sentenza consolida importanti principi procedurali. In primo luogo, stabilisce che chi agisce in sede civile, anche all’interno di un processo penale, si assume il rischio delle spese dell’intera lite in caso di sconfitta finale. Il principio della soccombenza non si fraziona per gradi, ma si valuta sull’esito complessivo. In secondo luogo, viene ribadito che il giudizio di rinvio civile non è un nuovo processo, ma la prosecuzione di quello originario, e non è quindi possibile ampliare il novero delle parti coinvolgendo soggetti che non erano presenti nelle fasi precedenti.

Chi paga le spese legali quando un processo penale viene annullato e rinviato al giudice civile?
La parte che, all’esito finale dell’intera vicenda processuale, risulta soccombente. Il giudice del rinvio deve valutare l’esito globale del processo, inclusi i gradi penali, per determinare chi ha perso la causa e deve quindi farsi carico di tutte le spese.

È possibile citare in giudizio una nuova parte, non coinvolta nel processo penale, nella fase di rinvio civile?
No. La sentenza chiarisce che la riassunzione del giudizio, dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione, può essere diretta solo nei confronti delle parti che erano già presenti nel procedimento originario da cui è scaturito il rinvio.

Cosa significa il principio della “soccombenza sull’esito globale del processo”?
Significa che per la condanna alle spese non si considerano le vittorie o le sconfitte nelle singole fasi o gradi di giudizio, ma chi ha avuto ragione alla fine dell’intera controversia. La parte che perde la causa nel suo complesso è tenuta a rimborsare tutte le spese processuali, anche quelle relative a gradi in cui aveva ottenuto una decisione favorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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