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Giudizio civile di rinvio: la chiamata del terzo

La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudizio civile di rinvio, disposto ai sensi dell’art. 622 c.p.p. dopo l’annullamento di una condanna penale, costituisce un procedimento nuovo e autonomo. Di conseguenza, si applicano integralmente le regole del processo civile, inclusa la possibilità per il convenuto di chiamare in causa un terzo a titolo di garanzia. La Corte ha cassato la decisione d’appello che aveva negato tale facoltà, affermando la piena autonomia del giudizio civile e i diritti di difesa del convenuto.

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Giudizio Civile di Rinvio: Sì alla Chiamata in Causa del Terzo

Quando un procedimento penale si conclude con una prescrizione ma restano in piedi le questioni civili relative al risarcimento del danno, la causa viene trasferita davanti al giudice civile. Ma questo nuovo processo è una semplice continuazione del precedente o è un giudizio a sé stante? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce la natura del giudizio civile di rinvio, affermando la sua piena autonomia e, di conseguenza, il diritto del convenuto di esercitare tutte le facoltà difensive, inclusa la chiamata in causa di un terzo.

I Fatti: Dalla Sede Penale alla Causa Civile

La vicenda trae origine da un procedimento penale a carico degli amministratori di una società specializzata in ricambi per elettrodomestici. L’accusa era quella di aver commercializzato parti di ricambio non originali per un noto modello di aspirapolvere, violando i diritti su modelli ornamentali e marchi registrati del produttore. Il processo penale si era concluso con una declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione. Tuttavia, la Corte di Cassazione penale aveva disposto il rinvio al giudice civile per la decisione sulle richieste di risarcimento del danno avanzate dal produttore di elettrodomestici, costituitosi parte civile.

Nel successivo giudizio civile, la Corte d’Appello aveva emesso una condanna generica al risarcimento dei danni nei confronti della società di ricambi. Durante questo procedimento, i convenuti avevano chiesto di poter chiamare in causa il loro fornitore, ovvero l’azienda produttrice dei componenti contestati, per essere da questa garantiti in caso di condanna. La Corte d’Appello, però, aveva rigettato tale istanza, considerando il giudizio di rinvio come una fase a ‘struttura chiusa’.

La Cassazione e la natura del giudizio civile di rinvio

Contro la decisione d’appello, i venditori di ricambi hanno proposto ricorso per Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, proprio l’erronea esclusione della chiamata in causa del terzo. La Suprema Corte ha accolto questo specifico motivo, ritenendolo fondato e assorbente rispetto a tutti gli altri.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ribaltato un orientamento precedente, stabilendo un principio di diritto di fondamentale importanza. Il giudizio civile di rinvio che segue, ai sensi dell’art. 622 del codice di procedura penale, a una sentenza penale della Cassazione, non è una prosecuzione del giudizio penale, ma costituisce una fase processuale completamente nuova e autonoma.

Questo significa che, per effetto della cosiddetta translatio iudicii, il processo deve essere interamente governato dalle regole processuali e probatorie proprie del processo civile. Di conseguenza, le parti assumono le vesti tipiche del rito civile: la parte civile diventa ‘attore-danneggiato’ e l’imputato diventa ‘convenuto-danneggiante’. Come tale, il convenuto ha il diritto di esercitare tutte le difese previste dal codice di procedura civile, compresa la facoltà di chiamare in causa un terzo dal quale intende essere manlevato. Nel caso di specie, la chiamata del fornitore dei pezzi di ricambio rientrava a pieno titolo nella garanzia propria, essendo legata allo stesso fatto generatore della responsabilità contestata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida la tutela del diritto di difesa nel passaggio dal processo penale a quello civile. Affermare che il giudizio civile di rinvio è un procedimento autonomo significa garantire che il convenuto non subisca limitazioni processuali derivanti dalla precedente natura penale del contenzioso. La possibilità di chiamare in causa il terzo garante è essenziale per assicurare che la responsabilità sia correttamente allocata e per permettere una difesa completa ed efficace. La decisione, quindi, non solo chiarisce un importante aspetto procedurale, ma rafforza i principi del giusto processo, assicurando che tutte le parti coinvolte nella catena produttiva e commerciale possano partecipare al giudizio per accertare le rispettive responsabilità.

Dopo l’annullamento di una sentenza penale, il giudizio civile che ne segue è una semplice continuazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il giudizio civile di rinvio, disposto ai sensi dell’art. 622 c.p.p., costituisce una fase del tutto nuova e autonoma, non una mera prosecuzione del processo penale.

Nel giudizio civile di rinvio è possibile chiamare in causa un terzo, come il fornitore dei prodotti contestati?
Sì. Essendo un giudizio autonomo regolato dalle norme del processo civile, il convenuto (ex imputato) ha il pieno diritto di chiamare in causa un terzo, ad esempio per esercitare un’azione di garanzia e manleva.

Quali regole si applicano al giudizio civile di rinvio disposto dal giudice penale?
Si applicano integralmente le regole processuali e probatorie proprie del processo civile. La parte civile assume la veste di attore e l’imputato quella di convenuto, con tutte le facoltà e gli oneri che ne derivano, come previsto dal codice di procedura civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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