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Giudice onorario: può decidere un rinvio civile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5227/2024, ha stabilito che un giudice onorario può legittimamente decidere in un giudizio di rinvio civile disposto ai sensi dell’art. 622 c.p.p., a seguito dell’annullamento di una sentenza penale per i soli effetti civili. La Corte ha chiarito che tale giudizio non è un’impugnazione in senso stretto, ma una ‘translatio iudicii’ al sistema civile, sfuggendo così al divieto di trattazione delle impugnazioni previsto per i giudici onorari. Il ricorso, che lamentava la nullità della sentenza per incompetenza del giudice onorario, è stato quindi respinto.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giudice Onorario e Giudizio di Rinvio: Un Binomio Possibile?

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 5227 del 27 febbraio 2024, affronta una questione procedurale di grande interesse: un giudice onorario può decidere una causa civile complessa, proveniente da un rinvio della Cassazione penale? La risposta affermativa della Corte delinea i confini tra un’impugnazione tradizionale e la particolare natura del giudizio di rinvio, confermando la piena legittimità dell’operato del magistrato onorario in questo specifico contesto.

I fatti del caso: dal penale al civile

La vicenda trae origine da una controversia in cui due soggetti venivano condannati in primo grado dal Giudice di Pace per i reati di ingiuria e minacce, con conseguente condanna al risarcimento del danno morale.

In sede di appello, il Tribunale dichiarava i reati estinti per prescrizione, revocando tutte le statuizioni civili. La parte civile, non soddisfatta, si rivolgeva alla Corte di Cassazione penale, la quale annullava la sentenza d’appello limitatamente agli effetti civili e rinviava la causa al giudice civile competente per un nuovo esame.

Il caso veniva quindi riassunto davanti al Tribunale civile e assegnato a un giudice onorario di pace (G.O.P.), il quale, tenendo conto dell’intervenuta abrogazione del reato di ingiuria, condannava i convenuti al risarcimento dei soli danni derivanti dalle minacce.

La decisione del Tribunale e i motivi del ricorso

I soccombenti proponevano ricorso per cassazione avverso la decisione del giudice onorario, basandolo su due motivi principali:

1. Nullità della sentenza: Sostenevano che la decisione fosse nulla perché pronunciata da un giudice onorario, in presunta violazione del divieto, previsto dal D.Lgs. n. 116/2017, di assegnare a tali magistrati i procedimenti di impugnazione avverso i provvedimenti del giudice di pace.
2. Omessa pronuncia: Lamentavano che il giudice non si fosse pronunciato espressamente su tutta la domanda, omettendo di rigettare formalmente la pretesa risarcitoria per il danno da ingiuria, sebbene avesse di fatto limitato la condanna al solo danno da minacce.

L’analisi della Corte: la competenza del giudice onorario nel rinvio civile

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi, fornendo chiarimenti fondamentali sulla natura del giudizio di rinvio ex art. 622 c.p.p. e sulla portata dei limiti alla competenza del giudice onorario.

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra un procedimento di impugnazione ‘puro’ e il giudizio di rinvio civile. La Corte ha stabilito che quest’ultimo non è una mera prosecuzione del processo penale, ma si configura come una vera e propria translatio iudicii: un trasferimento del giudizio dinanzi al giudice civile. Di conseguenza, a tale procedimento si applicano le regole processuali e sostanziali proprie del rito civile.

In quest’ottica, il divieto di cui al D.Lgs. 116/2017, che impedisce al giudice onorario di trattare le impugnazioni avverso le sentenze del Giudice di Pace, deve essere interpretato restrittivamente. Esso non può essere esteso analogicamente al giudizio di rinvio, che costituisce un procedimento autonomo e sostanzialmente civile, sebbene tecnicamente regolato dagli artt. 392 e seguenti del codice di procedura civile.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto infondato il primo motivo di ricorso, affermando che il giudizio di rinvio ai soli effetti civili è un procedimento nuovo, che si svolge secondo le regole del processo civile. Pertanto, non rientra nella categoria dei ‘procedimenti di impugnazione’ per i quali la legge esclude la competenza del giudice onorario. La sua natura è quella di un giudizio civile a tutti gli effetti, la cui trattazione può essere legittimamente assegnata a un magistrato onorario inserito nell’ufficio per il processo.

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. Secondo la Corte, la decisione del giudice di merito, accogliendo la domanda risarcitoria solo per i danni da minacce, conteneva un rigetto implicito della pretesa relativa alle ingiurie. La mancanza di un’espressa statuizione di rigetto nel dispositivo non inficia la validità della sentenza, quando la volontà del giudice è chiaramente desumibile dalla motivazione. Inoltre, la Corte ha aggiunto, in un obiter dictum, che il giudice di rinvio aveva commesso un errore di diritto nel ritenere che l’abrogazione del reato di ingiuria escludesse automaticamente la risarcibilità del danno. Un fatto, pur non costituendo più reato, può comunque rappresentare un illecito civile e, se provato il danno, dar luogo a un obbligo risarcitorio.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione consolida un importante principio: il giudizio di rinvio civile, disposto a seguito di annullamento di una sentenza penale, è a tutti gli effetti un procedimento autonomo, governato dalle regole civilistiche. Di conseguenza, non si applica il divieto di trattazione delle impugnazioni per i giudici onorari, la cui competenza in questi casi è pienamente legittima. La decisione promuove un’interpretazione sostanziale delle norme processuali, garantendo efficienza e chiarezza nell’interazione tra giurisdizione penale e civile.

Un giudice onorario di pace (G.O.P.) può decidere una causa in appello?
No, la legge (D.Lgs. n. 116 del 2017) stabilisce specificamente che i procedimenti di impugnazione avverso i provvedimenti del giudice di pace non possono essere assegnati ai giudici onorari.

Perché in questo caso un giudice onorario ha potuto decidere?
Perché il caso in questione non era un’impugnazione in senso stretto, ma un ‘giudizio di rinvio’ disposto dalla Corte di Cassazione penale. La Suprema Corte ha chiarito che tale giudizio è una ‘translatio iudicii’, ovvero un trasferimento della causa nel sistema civile, che lo rende un procedimento autonomo e distinto dall’appello, non soggetto al divieto.

Se un reato viene abrogato, come l’ingiuria, si perde il diritto al risarcimento del danno?
Non necessariamente. La Corte, pur senza decidere sul punto specifico, ha osservato che l’abrogazione di una fattispecie di reato non elimina la rilevanza del fatto come possibile illecito civile. Se la condotta ha causato un danno, la vittima può ancora chiederne il risarcimento in sede civile, anche se quel comportamento non è più penalmente perseguibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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