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Giudicato esterno e canone: la Cassazione decide

Una società di servizi idrici si opponeva al pagamento di un canone per l’occupazione del sottosuolo. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello, affermando che il giudice di merito ha errato nel non considerare un precedente giudicato esterno favorevole alla società, in quanto l’eccezione di giudicato può essere sollevata in ogni fase del processo.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giudicato Esterno: La Cassazione Annulla la Sentenza sul Canone Concessorio

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale del diritto processuale: l’efficacia del giudicato esterno e la sua rilevabilità nel corso del giudizio. La Corte di Cassazione ha cassato una sentenza della Corte d’Appello che aveva erroneamente dichiarato inammissibile un’eccezione di giudicato sollevata da una società di servizi idrici, riaffermando un principio fondamentale per la stabilità delle decisioni giudiziarie.

I Fatti di Causa

Una società che gestisce il servizio idrico integrato si opponeva a diverse richieste di pagamento emesse da un Ente Metropolitano a titolo di canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche per gli anni 2009 e 2010. La società sosteneva di non essere tenuta al pagamento del canone, ritenendo illegittimi gli atti di accertamento.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda della società, dichiarandola esentata dal pagamento ai sensi del regolamento provinciale in materia. Tuttavia, la Corte d’Appello, riformando la decisione, dava ragione all’Ente Metropolitano, condannando la società al pagamento delle somme richieste e delle spese legali.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

La Corte territoriale aveva respinto l’eccezione, sollevata dalla società, di un giudicato esterno derivante da una precedente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.). Secondo la Corte d’Appello, tale eccezione era inammissibile perché proposta per la prima volta nella comparsa conclusionale, un atto destinato solo a illustrare difese già svolte.

Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso per cassazione, basato su nove motivi. I più importanti riguardavano proprio la violazione delle norme sul giudicato (art. 2909 c.c. e 324 c.p.c.) e la nullità della sentenza per error in procedendo.

Il Principio del Giudicato Esterno e la Pronuncia della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo e il secondo motivo di ricorso, ritenendoli fondati. Ha chiarito che l’eccezione di giudicato esterno, a differenza delle eccezioni in senso stretto, non è soggetta a preclusioni processuali.

La sua funzione è quella di garantire la certezza e la stabilità delle situazioni giuridiche, un interesse di natura pubblica. Di conseguenza, il giudicato può essere rilevato d’ufficio dal giudice in ogni stato e grado del processo, a condizione che la relativa sentenza sia prodotta in giudizio. L’affermazione della Corte d’Appello, che aveva bollato come tardiva l’eccezione perché formulata nelle conclusionali, è stata quindi censurata come un palese errore di diritto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ribadito la sua consolidata giurisprudenza, secondo cui il rilievo del giudicato esterno non costituisce un’attività esclusiva delle parti, ma risponde a una finalità pubblicistica. Pertanto, il giudice che ne venga a conoscenza ha il dovere di considerarlo, indipendentemente dalla posizione processuale assunta dalle parti. La Corte d’Appello aveva invece erroneamente applicato le regole sulle preclusioni istruttorie a un’eccezione che, per sua natura, ne è svincolata. La sentenza del T.A.R., passata in giudicato, aveva accertato l’illegittimità dell’imposizione di un canone per occupazioni del sottosuolo che non limitano l’uso pubblico della sede stradale: una questione di diritto identica e decisiva anche nel presente giudizio. Ignorarla ha costituito un vizio procedurale che ha portato all’annullamento della sentenza.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello, in diversa composizione, affinché riesamini il merito della controversia. Il nuovo giudice dovrà attenersi al principio secondo cui il giudicato formatosi sulla sentenza del T.A.R. doveva essere preso in considerazione, risolvendo la questione alla luce di tale vincolante precedente. La pronuncia riafferma con forza l’importanza del giudicato come pilastro della certezza del diritto e dei rapporti giuridici.

È possibile sollevare un’eccezione di giudicato esterno per la prima volta nelle memorie conclusive?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’eccezione di giudicato esterno, avendo una rilevanza pubblicistica finalizzata a garantire la stabilità delle decisioni, può essere rilevata anche d’ufficio dal giudice in ogni stato e grado del processo e non è soggetta alle preclusioni previste per le altre eccezioni.

Cosa significa che un motivo di ricorso viene ‘assorbito’?
Significa che, una volta accolti uno o più motivi di ricorso che già di per sé comportano l’annullamento della sentenza, la Corte non procede all’esame degli altri motivi perché il loro esame diventa superfluo ai fini della decisione.

Qual è la conseguenza pratica della decisione della Cassazione in questo caso?
La sentenza della Corte d’Appello è stata annullata. Il caso dovrà essere deciso nuovamente da una diversa sezione della stessa Corte d’Appello, la quale sarà tenuta a considerare la precedente sentenza del T.A.R. come un punto fermo e vincolante per la risoluzione della controversia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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