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Giornalismo d’inchiesta e diffamazione: il limite

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha rinviato a pubblica udienza una causa per diffamazione contro un’emittente televisiva. Il caso riguarda i limiti del giornalismo d’inchiesta e la legittimità di menzionare i nomi dei proprietari di un terreno perquisito, pur non essendo indagati. I giudici di merito avevano ritenuto la condotta diffamatoria per violazione del principio di continenza. La Suprema Corte valuterà ora le complesse questioni sui confini del diritto di cronaca.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giornalismo d’inchiesta: la Cassazione esamina il confine con la diffamazione

Il confine tra diritto di cronaca e lesione della reputazione è da sempre una linea sottile e complessa, specialmente quando si parla di giornalismo d’inchiesta. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riacceso il dibattito, rinviando a una pubblica udienza la decisione su un caso che vede contrapposti una nota emittente televisiva e una famiglia che si è sentita diffamata da un servizio andato in onda. La questione centrale è: fino a che punto è legittimo, nel dare una notizia, menzionare persone non indagate?

I Fatti del Caso: Cronaca Giudiziaria e Reputazione

I fatti risalgono al 2008, quando una famosa trasmissione televisiva dedicò una puntata al caso di una giovane donna scomparsa. Durante il servizio, fu data notizia di una perquisizione effettuata su alcuni terreni nell’ambito delle indagini. Il servizio, però, non si limitò a riportare il fatto, ma menzionò esplicitamente il nome della società proprietaria dei terreni e del suo amministratore legale, oltre che dei suoi familiari.

Costoro, ritenendo la propria reputazione gravemente danneggiata, citarono in giudizio l’emittente televisiva e la conduttrice del programma. La loro tesi era semplice: poiché nessuno di loro era indagato, la menzione dei loro nomi era superflua e dannosa, in quanto aveva ingenerato nel pubblico la falsa percezione di un loro coinvolgimento nella tragica vicenda.

Il Percorso Giudiziario e il Principio di Continenza

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla famiglia. I giudici di merito hanno stabilito che, sebbene la notizia della perquisizione fosse vera e di interesse pubblico, il modo in cui era stata presentata violava il requisito della “continenza”. Questo principio impone che l’informazione sia esposta in modo misurato e corretto, senza dettagli superflui che possano ledere ingiustamente l’onore altrui.

Secondo le corti, menzionare i nomi dei proprietari non indagati non era necessario per informare il pubblico sulla notizia principale (la perquisizione) e ha finito per costituire una forma di diffamazione. La difesa dell’emittente, che sosteneva la pertinenza della notizia in quanto legata alle dichiarazioni di un dipendente, non è stata ritenuta sufficiente a giustificare la diffusione dei nomi.

La questione sul giornalismo d’inchiesta davanti alla Cassazione

L’emittente televisiva e la conduttrice hanno proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, non ha ancora deciso nel merito, ma ha compiuto un passo significativo. Ha riconosciuto che il caso solleva questioni di principio di notevole importanza, in particolare riguardo alla definizione e ai limiti del giornalismo d’inchiesta.

Il Collegio ha ritenuto che la problematica meriti una trattazione più approfondita in una pubblica udienza. Questo rinvio segnala che la Corte intende ponderare attentamente il bilanciamento tra il diritto della collettività a essere informata, specialmente attraverso un giornalismo che indaga e approfondisce, e il diritto fondamentale dell’individuo alla propria reputazione.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La motivazione principale dietro la decisione di rinvio risiede nella complessità delle questioni giuridiche sollevate. La Corte ha esplicitamente indicato che il ricorso pone interrogativi sulla “definizione del giornalismo d’inchiesta, della sua riferibilità alla fattispecie in esame, dei limiti cui eventualmente va soggetta”. In altre parole, la Cassazione vuole cogliere l’occasione per tracciare linee guida più chiare su cosa differenzi il legittimo esercizio del diritto di cronaca investigativa da una sua degenerazione in diffamazione. La decisione di non risolvere la questione in camera di consiglio ma di discuterla pubblicamente sottolinea il peso che la Corte attribuisce a questo verdetto per il futuro dell’informazione nel nostro Paese.

Conclusioni e Prospettive Future

L’ordinanza interlocutoria lascia la questione aperta, ma prepara il terreno per una sentenza che potrebbe diventare un punto di riferimento fondamentale. La decisione finale della Corte di Cassazione sarà cruciale per definire con maggiore precisione i doveri e le responsabilità dei giornalisti quando si occupano di indagini penali. Si attende di capire se e quando la menzione di soggetti terzi, non direttamente coinvolti nelle indagini, possa essere considerata pertinente all’interesse pubblico o se debba essere sempre considerata un’illecita violazione della privacy e della reputazione. Il verdetto influenzerà inevitabilmente il modo in cui le notizie di cronaca giudiziaria verranno trattate dai media in futuro.

È sempre legittimo menzionare i nomi dei proprietari di un luogo legato a un’indagine penale?
Sulla base delle decisioni dei tribunali di primo e secondo grado riportate nel provvedimento, non è legittimo se la menzione non è strettamente necessaria e pertinente alla notizia e se viola il principio di continenza, rischiando di associare persone non indagate a un crimine.

Cosa significa violare il requisito della “continenza” nel giornalismo?
Significa esporre una notizia vera con modalità non appropriate, ad esempio utilizzando toni suggestivi, fornendo dettagli superflui o menzionando nomi di persone non indagate, quando tali elementi ledono la reputazione di un individuo senza che vi sia un prevalente interesse pubblico a conoscerli.

Qual è la decisione della Corte di Cassazione in questo specifico provvedimento?
La Corte di Cassazione non ha emesso una decisione finale sul caso. Ha pubblicato un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una pubblica udienza, ritenendo che le questioni sollevate, in particolare quelle sui limiti del giornalismo d’inchiesta, meritino una trattazione più approfondita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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