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Garanzie cessione quote: prescrizione e vizi dei beni

Una società acquirente ha contestato il minor valore del magazzino di un’azienda vinicola acquisita tramite cessione di quote, a causa della scarsa qualità del vino. La Corte di Cassazione, ribaltando le decisioni precedenti, ha stabilito che le garanzie contrattuali sulla consistenza patrimoniale (c.d. business warranties) sono soggette alla prescrizione ordinaria decennale e non a quella breve di un anno prevista per la vendita di beni. Questo principio si applica anche quando il vizio riguarda un bene specifico, come il vino in magazzino, poiché l’oggetto della vendita sono le partecipazioni sociali e non i singoli beni.

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Garanzie nella Cessione di Quote: Prescrizione Decennale Anche per Vizi dei Beni Aziendali

L’acquisto di partecipazioni societarie è un’operazione complessa, spesso assistita da specifiche clausole di garanzia a tutela dell’acquirente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale: qual è il termine di prescrizione per far valere le garanzie cessione quote quando il problema riguarda la qualità di un bene specifico dell’azienda, come le giacenze di magazzino? La Corte ha fornito una risposta chiara, estendendo la tutela dell’acquirente ben oltre i termini brevi previsti per la compravendita di singoli beni.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’acquisto, da parte di una società olandese, di una quota di partecipazione in un’azienda agricola italiana nota per la produzione di vini pregiati. A garanzia dell’operazione, un istituto di credito aveva emesso una polizza fideiussoria.

Successivamente all’acquisto, la società acquirente scopriva che le partite di vino in magazzino non possedevano le qualità organolettiche dichiarate nel contratto. Di conseguenza, il loro valore commerciale era significativamente inferiore a quello considerato per la determinazione del prezzo delle quote. L’acquirente ha quindi citato in giudizio sia la società venditrice sia la banca fideiussore per ottenere il risarcimento del danno, corrispondente al minor valore del magazzino.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la domanda, sostenendo che al caso dovesse applicarsi la prescrizione breve di un anno prevista dal Codice Civile per i vizi della cosa venduta. Secondo i giudici di merito, i beni come il vino, essendo entrati nella disponibilità diretta dell’acquirente, erano soggetti a un controllo immediato e, di conseguenza, alla disciplina della compravendita tradizionale.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Garanzie Cessione Quote

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società acquirente, cassando la sentenza d’appello. Il cuore della decisione risiede nella corretta qualificazione dell’oggetto del contratto e della natura delle garanzie prestate.

I giudici supremi hanno chiarito che un contratto di cessione di partecipazioni sociali ha come oggetto immediato le quote stesse, e solo come oggetto mediato la porzione del patrimonio sociale che tali quote rappresentano. Le clausole di garanzia sulla consistenza patrimoniale della società (le cosiddette business warranties) non riguardano quindi la qualità dei singoli beni aziendali, ma assicurano che il valore complessivo del patrimonio corrisponda a quello dichiarato.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che queste garanzie costituiscono un’obbligazione autonoma e accessoria rispetto al trasferimento delle quote. Il loro scopo è garantire l’esito economico dell’intera operazione, assicurando che il prezzo pagato sia congruo al valore effettivo della società. Di conseguenza, non rientrano nell’ambito di applicazione delle norme sulla garanzia per vizi nella compravendita (artt. 1490 e 1497 c.c.), ma sono soggette alla prescrizione ordinaria decennale.

La Cassazione ha smontato la distinzione operata dalla Corte d’Appello tra diversi tipi di elementi patrimoniali. Non ha senso, secondo i giudici, applicare un termine di prescrizione annuale per beni fisici (come il vino) e un termine più lungo per altre passività o insussistenze di attivo. La garanzia è unitaria e riguarda la consistenza del patrimonio sociale nel suo complesso. Il fatto che il decremento di valore derivi dalla scarsa qualità di un bene specifico non cambia la natura giuridica dell’obbligazione di garanzia assunta dal venditore.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che la possibilità per l’acquirente di ispezionare l’azienda prima dell’acquisto non elimina la validità della garanzia contrattuale esplicita fornita dal venditore sulla qualità dei prodotti. Tale garanzia, infatti, solleva l’acquirente dall’onere di una verifica approfondita, trasferendo il rischio sul venditore.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per le operazioni di M&A. Stabilisce un principio di tutela rafforzata per l’acquirente di partecipazioni sociali. Le garanzie cessione quote che riguardano la consistenza patrimoniale della società target sono soggette alla prescrizione decennale, anche se la contestazione riguarda vizi materiali di singoli beni aziendali. Questo approccio riconosce la vera natura dell’operazione: un investimento in un complesso aziendale, il cui valore dipende da una pluralità di fattori garantiti dal venditore. Gli operatori del settore devono quindi prestare massima attenzione alla redazione di queste clausole, consapevoli che il loro effetto si protrae per un decennio.

Qual è la prescrizione per far valere le garanzie sulla consistenza patrimoniale in una cessione di quote?
La prescrizione è quella ordinaria decennale. La Corte di Cassazione ha stabilito che le cosiddette ‘business warranties’ sono obbligazioni contrattuali autonome e non rientrano nella disciplina dei vizi della cosa venduta, che prevede una prescrizione annuale.

Perché non si applica la prescrizione breve di un anno tipica della compravendita?
Perché l’oggetto del contratto non sono i singoli beni dell’azienda (come il vino in magazzino), ma le partecipazioni sociali. La garanzia non riguarda la qualità del singolo bene in sé, ma la veridicità della rappresentazione del patrimonio sociale complessivo, che è l’oggetto mediato della cessione.

La possibilità per l’acquirente di ispezionare i beni prima dell’acquisto influisce sulla validità della garanzia?
No. Secondo la Corte, una garanzia contrattuale esplicita fornita dal venditore (ad esempio, sulla base di analisi enologiche specifiche) prevale e priva di rilievo l’onere dell’acquirente di verificare la qualità del bene. La garanzia trasferisce questo rischio sul venditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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