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Garanzia vizi immobile: quando è esclusa?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 16592/2024, ha confermato l’esclusione della garanzia vizi immobile per un ampliamento abusivo. Il ricorso dell’acquirente è stato respinto poiché, nonostante le dichiarazioni della venditrice, è stata provata la sua conoscenza effettiva del vizio al momento della compravendita. Tale conoscenza, desunta da discrepanze documentali e dall’evidenza del vizio, rende inoperante la garanzia ai sensi dell’art. 1491 del Codice Civile.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Garanzia vizi immobile: la conoscenza del difetto esclude la tutela

L’acquisto di una casa è un passo fondamentale, ma cosa succede se dopo il rogito si scopre un abuso edilizio? La garanzia vizi immobile è sempre operante? Con la recente ordinanza n. 16592/2024, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: la conoscenza effettiva del vizio da parte del compratore al momento del contratto esclude la garanzia, anche se il venditore ha dichiarato il contrario. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa: L’acquisto di un immobile con vano abusivo

La vicenda riguarda l’acquisto di un appartamento il cui soggiorno era stato ampliato abusivamente, portando il numero totale di stanze da tre (come risultava in catasto) a quattro. L’acquirente, dopo aver sostenuto le spese per la sanatoria, citava in giudizio la venditrice per ottenere il risarcimento del danno.

Inizialmente, la richiesta dell’acquirente trovava accoglimento. Tuttavia, la Corte di Appello ribaltava la decisione, ritenendo che la garanzia per i vizi fosse esclusa ai sensi dell’art. 1491 del Codice Civile. Secondo i giudici di secondo grado, l’acquirente era a conoscenza del vizio al momento della stipula del contratto definitivo.

La prova della conoscenza del vizio

La Corte d’Appello ha basato la sua decisione su tre elementi principali:
1. Prova testimoniale: La testimonianza del coniuge della venditrice, considerato attendibile.
2. Documentazione: L’acquirente aveva ricevuto copia del preliminare e degli estratti catastali, dai quali emergeva una chiara differenza tra lo stato di fatto (quattro stanze) e quello catastale (tre stanze).
3. Apparenza del vizio: Il vizio era considerato “apparente”, in quanto l’acquirente avrebbe potuto facilmente accertare le dimensioni e lo stato dell’immobile con un semplice sopralluogo.

Contro questa sentenza, l’acquirente proponeva ricorso per cassazione, lamentando l’errata applicazione della legge e la valutazione delle prove.

Le Motivazioni della Cassazione: Quando la garanzia vizi immobile non si applica

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo un’importante lezione sulla distinzione tra “conoscenza” e “facile riconoscibilità” del vizio.

La distinzione chiave dell’art. 1491 c.c.

L’art. 1491 c.c. stabilisce che la garanzia non è dovuta se, al momento del contratto, il compratore conosceva i vizi della cosa. Aggiunge, però, che la garanzia è comunque dovuta se il venditore ha dichiarato che la cosa era esente da vizi, ma questo vale solo per i vizi “facilmente riconoscibili”, non per quelli “conosciuti”.

La Cassazione ha chiarito questo punto fondamentale:
Conoscenza effettiva: Se il compratore sa* del vizio, la garanzia è sempre esclusa. La sua conoscenza prevale su qualsiasi dichiarazione rassicurante del venditore.
Facile riconoscibilità: Se il vizio è solo facilmente riconoscibile* (ma non necessariamente conosciuto), la dichiarazione del venditore che l’immobile è esente da vizi mantiene in vita la garanzia.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva accertato la “conoscenza” effettiva del vizio da parte dell’acquirente. Di conseguenza, le clausole contrattuali in cui la venditrice garantiva l’assenza di abusi edilizi diventavano irrilevanti.

Inammissibilità degli altri motivi di ricorso

La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso. La contestazione sulla valutazione della planimetria catastale è stata ritenuta un tentativo di riesaminare il merito dei fatti, non consentito in sede di legittimità. Allo stesso modo, l’eccezione sull’incapacità a testimoniare del marito della venditrice non era stata sollevata tempestivamente nelle fasi di merito, e quindi non poteva essere esaminata in Cassazione.

Conclusioni: L’importanza della conoscenza effettiva del vizio

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nella compravendita immobiliare: la diligenza e la consapevolezza dell’acquirente sono determinanti. La garanzia vizi immobile non è uno scudo assoluto. Se emerge la prova che l’acquirente era pienamente consapevole di un difetto al momento dell’acquisto, non potrà successivamente rivalersi sul venditore, nemmeno se quest’ultimo aveva fornito garanzie contrattuali. La decisione sottolinea come la conoscenza effettiva del vizio “sterilizzi” qualsiasi dichiarazione contraria del venditore, ponendo l’accento sulla responsabilità e sulla consapevolezza che devono guidare ogni fase della trattativa immobiliare.

Se il compratore sa che l’immobile ha un vizio, la garanzia del venditore è valida se quest’ultimo dichiara che l’immobile è esente da vizi?
No. Secondo la Corte, se il compratore ha una conoscenza effettiva del vizio al momento del contratto, la garanzia è esclusa ai sensi del primo inciso dell’art. 1491 c.c., indipendentemente da qualsiasi dichiarazione contraria fatta dal venditore.

Come può essere provata la conoscenza di un vizio edilizio da parte del compratore?
La conoscenza può essere provata attraverso vari elementi, come testimonianze attendibili, documenti (es. planimetrie catastali) che mostrano una chiara discrepanza con lo stato di fatto dell’immobile, e la palese evidenza del vizio stesso, che lo rende riconoscibile con una semplice ispezione.

La dichiarazione del venditore di non aver eseguito lavori abusivi ha sempre valore di garanzia?
No. Tale dichiarazione è ininfluente e non attiva la garanzia se viene dimostrato che il compratore era già a conoscenza del vizio. La Corte distingue il caso della “conoscenza” effettiva (dove la garanzia è sempre esclusa) da quello della “facile riconoscibilità” (dove la dichiarazione del venditore può mantenere in vita la garanzia).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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