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Garanzia vizi cosa venduta: onere apparente

Una società immobiliare ha citato in giudizio l’ente venditore di un’area esterna per ottenere una riduzione del prezzo, a causa dell’esistenza di una servitù di passaggio veicolare non dichiarata nel contratto di compravendita. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la garanzia per vizi della cosa venduta non opera quando l’onere è facilmente riconoscibile. In questo caso, il legale rappresentante della società acquirente conosceva da anni lo stato dei luoghi e l’uso del piazzale per il transito di veicoli, rendendo l’onere di fatto apparente e annullando il diritto alla tutela.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Garanzia per Vizi della Cosa Venduta: Quando un Onere “Apparente” Esclude la Tutela?

Nell’ambito delle compravendite immobiliari, la garanzia per vizi della cosa venduta rappresenta una tutela fondamentale per l’acquirente. Ma cosa succede se un peso sull’immobile, come una servitù di passaggio, non è dichiarato nell’atto di vendita ma era di fatto visibile o conosciuto dal compratore? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui limiti di questa garanzia, sottolineando l’importanza della riconoscibilità del vizio.

I Fatti del Caso: L’Acquisto di un Immobile con una Servitù Nascosta

Una società immobiliare acquistava da un ente previdenziale un’area urbana esterna, adiacente a un condominio e a diverse attività commerciali. Il contratto di compravendita (rogito notarile) menzionava esplicitamente solo l’esistenza di una servitù di passaggio pedonale a favore del condominio.

Successivamente all’acquisto, la società scopriva che l’area era gravata anche da un’intensa servitù di passaggio veicolare da parte dei condomini. Ritenendo che questo onere non dichiarato deprezzasse significativamente il valore dell’immobile, la società acquirente citava in giudizio l’ente venditore per ottenere una riduzione del prezzo, invocando la tutela prevista dall’art. 1489 del Codice Civile.

La Decisione della Corte e la Garanzia per vizi della cosa venduta

Tanto il Tribunale di primo grado quanto la Corte d’Appello respingevano la domanda della società. La questione è giunta infine dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha confermato le decisioni precedenti e rigettato il ricorso.

Il fulcro della decisione risiede in un fatto chiave: il legale rappresentante della società acquirente conosceva approfonditamente e frequentava l’area da oltre un decennio, avendo gestito in locazione diverse attività commerciali che si affacciavano proprio su quel piazzale. Secondo i giudici, questa prolungata e diretta conoscenza dei luoghi rendeva la situazione del transito veicolare un fatto palese e facilmente riconoscibile. Di conseguenza, la servitù, sebbene non menzionata nel contratto, costituiva un onere apparente o comunque facilmente conoscibile, una condizione che esclude l’operatività della garanzia per vizi della cosa venduta.

Le Motivazioni: Il Principio dell’Affidamento e i Limiti della Conoscibilità

La Corte Suprema ha articolato le sue motivazioni attorno al bilanciamento di due principi. Da un lato, vige il principio dell’affidamento, secondo cui l’acquirente ha diritto di fidarsi delle dichiarazioni del venditore contenute nel contratto, senza essere obbligato a compiere indagini complesse. Se il venditore dichiara che l’immobile è libero da pesi, l’acquirente è, in linea di principio, tutelato.

Tuttavia, questo diritto viene meno quando la dichiarazione del venditore trova una “diretta ed immediata smentita nel modo d’essere del bene percepibile attraverso i sensi”. In altre parole, se l’onere è visibile e palese, l’acquirente non può invocare la propria negligenza per averlo ignorato. Nel caso di specie, il costante passaggio di veicoli era una circostanza di fatto che smentiva palesemente la limitazione della servitù al solo transito pedonale indicata nel contratto.

Inoltre, la Corte ha specificato un punto cruciale: per attivare la garanzia dell’art. 1489 c.c., non è sufficiente una mera situazione di fatto, ma è necessaria l’esistenza di un vero e proprio diritto reale a favore di terzi. Nel caso esaminato, non era nemmeno stato provato che, al momento della vendita, esistesse una servitù di passaggio veicolare legalmente costituita o usucapita. L’azione del compratore era quindi infondata anche sotto questo profilo, poiché si basava su un presupposto (l’esistenza giuridica della servitù) non dimostrato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Chi Compra un Immobile

Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque si appresti ad acquistare un immobile. La tutela legale offerta dalla garanzia per vizi della cosa venduta non è assoluta e incondizionata. Le principali implicazioni pratiche sono:

1. La Due Diligence è Fondamentale: Anche in presenza di dichiarazioni rassicuranti del venditore, un’ispezione attenta dello stato di fatto dell’immobile è cruciale. La facile riconoscibilità di un vizio o di un onere può precludere qualsiasi richiesta di risarcimento o riduzione del prezzo.
2. La Conoscenza Pregressa Conta: Se l’acquirente o i suoi rappresentanti hanno una familiarità pregressa con l’immobile, il loro dovere di diligenza è ancora più stringente. La legge presume che essi siano a conoscenza di tutte le circostanze palesi che caratterizzano il bene.
3. Distinzione tra Fatto e Diritto: Per far valere la garanzia per oneri e diritti di terzi, è necessario dimostrare non solo una situazione di fatto pregiudizievole, ma l’esistenza effettiva di un diritto altrui sul bene. La semplice tolleranza di un passaggio non equivale automaticamente a una servitù legalmente vincolante.

Quando un onere su un immobile, come una servitù di passaggio, è considerato “apparente” o facilmente conoscibile da escludere la garanzia del venditore?
Un onere è considerato apparente o facilmente conoscibile quando la sua esistenza è palesemente manifesta dallo stato dei luoghi o quando l’acquirente, per sua conoscenza pregressa dell’immobile, non poteva non esserne a conoscenza. La presenza di un transito veicolare costante e visibile, noto da tempo al legale rappresentante del compratore, è stata ritenuta sufficiente per escludere la garanzia.

La dichiarazione del venditore che l’immobile è libero da pesi tutela sempre il compratore?
No, non sempre. Sebbene la dichiarazione del venditore crei un legittimo affidamento nell’acquirente, questa tutela viene meno se tale dichiarazione è palesemente e immediatamente contraddetta dalla realtà fattuale del bene, percepibile con la normale diligenza. La negligenza del compratore nell’osservare una situazione evidente prevale sulla dichiarazione contraria del venditore.

Per chiedere una riduzione del prezzo ai sensi dell’art. 1489 c.c., è sufficiente dimostrare una situazione di fatto che limiti il godimento del bene?
No, non è sufficiente. La sentenza chiarisce che per applicare la garanzia prevista dall’art. 1489 c.c., occorre che il bene sia effettivamente gravato da un diritto reale altrui (come una servitù legalmente costituita o accertata). Una mera situazione di fatto, come un passaggio tollerato ma non supportato da un titolo giuridico, non basta a fondare la responsabilità del venditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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