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Garanzia vendita animali: i vizi occulti e i diritti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31288/2024, ha confermato la condanna di un venditore professionista per la vendita di un cucciolo affetto da gravi malformazioni genetiche non evidenti al momento dell’acquisto. La sentenza ribadisce che la garanzia vendita animali copre i vizi occulti e che l’acquirente, qualificato come consumatore, ha il diritto di scegliere tra la riduzione del prezzo e la risoluzione del contratto. La Corte ha distinto tra vizi palesi (come l’assenza di coda), per i quali la garanzia non opera, e vizi occulti (patologie vertebrali), che obbligano il venditore al risarcimento e alla riduzione del prezzo, sottolineando la maggiore diligenza richiesta al venditore professionale.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Garanzia Vendita Animali: Vizi Occulti e Diritti del Consumatore

L’acquisto di un animale domestico è un momento di gioia, ma cosa succede se il nuovo arrivato si rivela affetto da problemi di salute non evidenti al momento della compravendita? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla garanzia vendita animali, delineando con chiarezza le responsabilità del venditore professionale e i diritti dell’acquirente-consumatore. Il caso analizzato riguarda la vendita di un cucciolo con vizi sia palesi che occulti, offrendo spunti fondamentali sulla tutela legale in queste delicate situazioni.

I Fatti di Causa

Una coppia acquistava un cucciolo da un venditore professionista di animali. Al momento della consegna, il cane presentava due difetti evidenti: era privo di coda e di un testicolo. Tuttavia, dopo l’acquisto, gli acquirenti scoprivano l’esistenza di problemi ben più gravi: gravi malformazioni genetiche a carico delle vertebre e dei tessuti molli, che richiedevano cure costose e continue.

Di fronte a questa situazione, la coppia si rivolgeva al tribunale per ottenere una riduzione del prezzo di vendita e il risarcimento dei danni per i vizi dell’animale. La Corte d’Appello, riformando parzialmente la decisione di primo grado, riconosceva le ragioni degli acquirenti limitatamente ai vizi occulti (le malformazioni genetiche), negando invece tutela per i difetti palesi, in quanto manifesti al momento dell’acquisto. Il venditore veniva quindi condannato alla riduzione del prezzo e al risarcimento dei danni.

Non soddisfatto della decisione, il venditore proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che, trattandosi di un animale da compagnia e non da riproduzione, non ci si potesse aspettare che il compratore effettuasse indagini diagnostiche invasive e che, in ogni caso, l’unico rimedio esperibile avrebbe dovuto essere la risoluzione del contratto e non la riduzione del prezzo.

La Decisione della Corte e la Garanzia Vendita Animali

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del venditore, confermando la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti chiarimenti sulla disciplina applicabile. La Suprema Corte ha stabilito che la vendita di animali è equiparata alla vendita di beni mobili e, pertanto, soggetta alla garanzia per vizi prevista dal Codice Civile e, soprattutto, dal Codice del Consumo.

Le Motivazioni

La Corte ha articolato il proprio ragionamento su alcuni punti cardine:

1. Qualifica di Consumatore: Gli acquirenti, avendo comprato il cane per soddisfare esigenze della vita quotidiana (come animale da compagnia) e non per scopi professionali, sono stati correttamente qualificati come ‘consumatori’. Di conseguenza, la normativa di riferimento è quella, più protettiva, del Codice del Consumo.

2. Distinzione tra Vizi Palesi e Occulti: La Corte ha confermato la distinzione operata dal giudice di merito. I difetti evidenti (mancanza della coda e di un testicolo), essendo facilmente riconoscibili al momento dell’acquisto, non sono coperti da garanzia. Al contrario, le malformazioni genetiche, emerse solo in un secondo momento, costituiscono ‘vizi occulti’ che attivano la responsabilità del venditore.

3. La Scelta del Rimedio spetta all’Acquirente: La Cassazione ha respinto la tesi del venditore secondo cui l’unico rimedio possibile fosse la restituzione del cane. La legge, sia nel Codice Civile (art. 1492) sia nel Codice del Consumo (art. 130), offre all’acquirente una scelta tra la risoluzione del contratto (actio redhibitoria) e la riduzione del prezzo (actio quanti minoris). È una facoltà dell’acquirente decidere quale strumento di tutela utilizzare.

4. La Diligenza del Venditore Professionale: Il venditore, operando professionalmente, è tenuto a un grado di diligenza superiore. Egli avrebbe dovuto garantire la salute e la purezza della razza del cucciolo, assicurandosi delle sue reali condizioni patologiche prima di metterlo in vendita. In questo modo, avrebbe messo gli acquirenti nella condizione di decidere consapevolmente se concludere il contratto, coscienti delle possibili sofferenze dell’animale e delle spese future.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza la tutela degli acquirenti di animali da compagnia, specialmente quando la controparte è un venditore professionale. La sentenza chiarisce che la garanzia vendita animali non è un concetto astratto, ma un diritto concreto che permette di ottenere un rimedio efficace in caso di scoperta di patologie non evidenti. L’acquirente non è obbligato a restituire l’animale, al quale nel frattempo si è affezionato, ma può legittimamente scegliere di tenerlo, ottenendo una riduzione del prezzo e il risarcimento per le spese sostenute. Questa decisione sottolinea l’importanza della trasparenza e della professionalità nella vendita di esseri viventi, riconoscendo la loro duplice natura di ‘bene’ per la legge e di essere senziente per i proprietari.

Quando si acquista un animale con problemi di salute, il venditore è sempre responsabile?
No, la responsabilità del venditore sussiste per i cosiddetti ‘vizi occulti’, ovvero difetti non facilmente riconoscibili al momento dell’acquisto. Per i difetti palesi ed evidenti, la garanzia di regola non opera, a meno che il venditore non abbia specificamente garantito l’assenza di tali difetti.

Se un animale domestico ha un difetto, si può solo restituirlo e riavere i soldi indietro?
No, la legge offre all’acquirente una scelta. Egli può decidere se risolvere il contratto (restituendo l’animale e ottenendo il rimborso del prezzo, tramite l’azione redibitoria) oppure mantenere l’animale chiedendo una riduzione del prezzo (con l’azione estimatoria o ‘quanti minoris’).

Le leggi a tutela del consumatore si applicano alla vendita di animali?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la persona fisica che acquista un animale da compagnia da un venditore professionale agisce come ‘consumatore’. Pertanto, si applica la disciplina del Codice del Consumo, che offre una tutela rafforzata rispetto alle norme generali del Codice Civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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