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Garanzia impropria giurisdizione: il caso dell’acqua

Un’azienda di gestione idrica, condannata a risarcire un utente per la fornitura di acqua con arsenico oltre i limiti, aveva chiesto di essere tenuta indenne dall’ente regionale. Il Tribunale aveva negato la propria giurisdizione sulla domanda di garanzia impropria, attribuendola al giudice amministrativo. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la domanda di garanzia, essendo un riflesso della causa principale di natura civilistica, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Garanzia Impropria Giurisdizione: La Cassazione Fa Chiarezza sul Giudice Competente

Nel complesso mondo delle controversie legali, la questione della garanzia impropria e della giurisdizione assume un ruolo centrale, specialmente quando un soggetto privato si trova a dover rispondere di un disservizio causato, in realtà, da un ente pubblico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale in materia, stabilendo che la domanda di manleva contro l’ente pubblico, se connessa a un rapporto contrattuale privato, deve essere decisa dal giudice ordinario e non da quello amministrativo.

I Fatti del Caso: La Fornitura di Acqua non Conforme

Una società di gestione del servizio idrico integrato è stata citata in giudizio da un’attività commerciale. Il motivo? Aver fornito per un lungo periodo acqua contenente arsenico in quantità superiori ai limiti di legge, rendendola inadatta al consumo alimentare. Il Giudice di pace aveva accolto la richiesta di risarcimento del danno dell’utente, condannando la società fornitrice.

La società, a sua volta, aveva chiamato in causa l’ente regionale, chiedendo di essere tenuta indenne (in gergo tecnico, una domanda di “manleva” o “garanzia impropria”). La logica era semplice: la responsabilità del superamento dei limiti di arsenico e della gestione dell’emergenza ambientale era, a suo dire, da attribuire all’ente territoriale. Il Tribunale, in sede di appello, aveva però dichiarato il proprio difetto di giurisdizione su questa seconda domanda, ritenendola di competenza del giudice amministrativo, in quanto coinvolgeva l’esercizio di poteri pubblici da parte della Regione.

La Questione sulla Garanzia Impropria e Giurisdizione

Il cuore della controversia legale si è quindi spostato dal merito della fornitura idrica alla corretta individuazione del giudice competente. La società di gestione ha impugnato la decisione del Tribunale dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la sua richiesta di manleva contro la Regione era una diretta conseguenza della domanda risarcitoria dell’utente. Pertanto, essendo la causa principale di natura puramente civilistica (inadempimento contrattuale), anche la causa accessoria di garanzia doveva rimanere nell’ambito della giurisdizione del giudice ordinario.

Secondo la tesi del Tribunale, invece, l’analisi delle responsabilità della Regione nell’esercizio delle sue funzioni pubblicistiche di controllo e gestione delle emergenze avrebbe dovuto essere svolta da un giudice specializzato in materia di pubblica amministrazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società idrica, cassando la sentenza del Tribunale e affermando la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che, sebbene la condotta dell’ente pubblico sia legata all’esercizio di poteri autoritativi, la domanda di garanzia impropria non è altro che un “riflesso” della domanda principale di risarcimento del danno contrattuale.

Le Motivazioni della Sentenza

I giudici supremi hanno basato la loro decisione su un principio di coerenza e connessione processuale. Hanno spiegato che la controversia originaria tra l’utente e il gestore del servizio idrico riguarda unicamente un rapporto contrattuale di natura privatistica: la fornitura di un bene (l’acqua) che non possedeva le qualità pattuite e garantite dalla legge. Questa causa rientra senza dubbio nella competenza del giudice ordinario.

Di conseguenza, la successiva richiesta del gestore di essere manlevato dall’ente regionale, sebbene coinvolga un soggetto pubblico, non muta la natura del giudizio. La domanda di garanzia è funzionalmente legata alla prima: il gestore chiede di trasferire sull’ente pubblico le conseguenze economiche di un inadempimento che, a suo avviso, è stato causato dalle decisioni o omissioni dell’ente stesso. La Corte ha sottolineato che separare le due cause porterebbe a una frammentazione del giudizio e a possibili contrasti tra decisioni. L’intero complesso di rapporti, pur essendo interdipendenti, deve essere esaminato unitariamente dal giudice ordinario, il quale valuterà nel merito le rispettive responsabilità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce un principio chiaro per tutti i casi in cui un fornitore di servizi, citato in giudizio da un cliente per un disservizio, ritenga che la colpa sia di un ente pubblico. Il fornitore non dovrà avviare un procedimento separato davanti al giudice amministrativo per far valere le proprie ragioni contro l’ente, ma potrà farlo all’interno dello stesso processo civile. Ciò garantisce una maggiore economia processuale, coerenza delle decisioni e una tutela più efficace per tutte le parti coinvolte. La giurisdizione, in questi casi, segue la natura della domanda principale, che è quella di risarcimento per inadempimento contrattuale.

A quale giudice spetta decidere sulla richiesta di manleva di un gestore idrico contro un ente regionale per aver fornito acqua non potabile?
Secondo la Corte di Cassazione, la giurisdizione spetta al giudice ordinario, poiché la domanda di manleva (o garanzia impropria) è considerata un riflesso della causa principale di risarcimento del danno, che ha natura civilistica.

La domanda di garanzia impropria contro un ente pubblico rientra sempre nella giurisdizione del giudice amministrativo?
No. Come chiarito dalla sentenza, se la domanda di garanzia è strettamente connessa a una pretesa risarcitoria basata su un inadempimento contrattuale di diritto privato, essa rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, anche se il soggetto garante è una pubblica amministrazione.

Perché la Corte di Cassazione ha stabilito che la giurisdizione è del giudice ordinario in questo caso?
La Corte ha ritenuto che la causa di garanzia fosse una diretta conseguenza della causa principale tra utente e fornitore, basata su un contratto privato. Separare le giurisdizioni sarebbe contrario ai principi di economia processuale e potrebbe portare a decisioni contrastanti. L’intera vicenda, pur coinvolgendo un ente pubblico, nasce da un rapporto di utenza individuale e deve essere trattata unitariamente dal giudice civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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