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Garanzia finanziaria migranti e rinvio pregiudiziale

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha esaminato il ricorso del Ministero dell’Interno contro la mancata convalida del trattenimento di un richiedente asilo. Al centro della controversia vi è la legittimità della garanzia finanziaria fissa, prevista come alternativa alla detenzione. Rilevando che la questione sulla compatibilità di tale misura con il diritto dell’Unione Europea è già stata sollevata in altri procedimenti e sottoposta alla Corte di Giustizia UE, la Cassazione ha sospeso il giudizio, rinviando la causa in attesa della pronuncia europea.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Garanzia finanziaria migranti: la Cassazione attende una risposta dall’Europa

L’ordinanza interlocutoria n. 5321/2024 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha posto un freno temporaneo a una questione di fondamentale importanza nel diritto dell’immigrazione. La controversia riguarda la legittimità della garanzia finanziaria migranti come alternativa al trattenimento amministrativo. Con una decisione prudente, la Suprema Corte ha scelto di sospendere il procedimento in attesa di un verdetto dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, riconoscendo la portata comunitaria della questione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato dal Ministero dell’Interno e dalla Questura competente avverso un decreto del Tribunale di Catania. Il Tribunale aveva rifiutato di convalidare il trattenimento di un cittadino straniero, proveniente da un Paese considerato di origine sicura, entrato in Italia senza aver consegnato il passaporto. La normativa nazionale (art. 6-bis del d.lgs. n. 142/2015) prevede in questi casi il trattenimento del richiedente protezione internazionale, ma offre una misura alternativa: la prestazione di un’adeguata garanzia finanziaria. L’amministrazione, ritenendo illegittima la decisione del Tribunale, ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione della garanzia finanziaria migranti e il dubbio di compatibilità europea

Il cuore del problema non risiede nella previsione di una garanzia in sé, ma nelle sue modalità di attuazione. La normativa italiana ha stabilito un importo fisso per tale garanzia (per il 2023, pari a 4.938,00 euro), da versare in un’unica soluzione tramite fideiussione bancaria o polizza assicurativa. Questa rigidità ha sollevato dubbi di compatibilità con il diritto dell’Unione Europea, in particolare con la direttiva 2013/33/UE sulle norme relative all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale.

La Corte di Cassazione, nel provvedimento in esame, ha evidenziato come essa stessa, in precedenti e analoghe occasioni (ordinanze n. 3563-24 e 3562-24), avesse già sollevato una questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’UE. Il quesito mira a chiarire se una normativa nazionale che impone una garanzia fissa, senza possibilità di adattarla alla situazione individuale del richiedente e senza ammettere forme di solidarietà (ad esempio, da parte di terzi o familiari), sia conforme ai principi di proporzionalità e ragionevolezza sanciti dal diritto europeo.

Le Motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite hanno ritenuto che la questione sollevata in via pregiudiziale fosse direttamente rilevante anche per il caso in esame. Poiché la legittimità della garanzia finanziaria migranti, così come configurata in Italia, è sub iudice a livello europeo, decidere nel merito avrebbe significato anticipare o potenzialmente contraddire la futura interpretazione della Corte di Giustizia.

La motivazione della Corte si fonda quindi su un principio di economia processuale e di certezza del diritto. Attendere la pronuncia della Corte di Giustizia è necessario per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione e per evitare decisioni contrastanti all’interno dell’ordinamento nazionale. Pertanto, la Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, sospendendo di fatto il giudizio fino a quando la Corte di Lussemburgo non avrà sciolto il dubbio interpretativo.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria delle Sezioni Unite rappresenta un momento di riflessione cruciale sulla normativa italiana in materia di immigrazione. La decisione di attendere il parere della Corte di Giustizia UE sottolinea la preminenza del diritto europeo e la necessità che le misure nazionali, specialmente quelle che incidono sulla libertà personale, siano non solo efficaci ma anche eque, proporzionate e rispettose della dignità e della situazione individuale di ogni persona. L’esito della questione pregiudiziale avrà un impatto determinante non solo su questo caso, ma su tutte le procedure simili, definendo i limiti entro cui lo Stato può richiedere una garanzia finanziaria come alternativa al trattenimento dei richiedenti asilo.

Perché la Corte di Cassazione ha deciso di non emettere una sentenza definitiva?
La Corte ha sospeso il giudizio perché la questione centrale, relativa alla compatibilità della garanzia finanziaria fissa con il diritto dell’Unione Europea, è già stata sottoposta alla Corte di Giustizia dell’UE in altri procedimenti. Ha quindi ritenuto necessario attendere la decisione europea per garantire un’applicazione uniforme della legge.

Qual è il problema principale della garanzia finanziaria prevista dalla legge italiana?
Il problema risiede nel fatto che l’importo della garanzia è stabilito in misura fissa e uguale per tutti (4.938,00 euro per il 2023), senza tenere conto della situazione economica individuale del richiedente asilo. Questo potrebbe renderla una misura sproporzionata e inaccessibile per chi non dispone di risorse adeguate, ostacolando di fatto l’accesso all’alternativa al trattenimento.

Qual è l’effetto pratico di questa ordinanza?
L’effetto pratico è che il processo è sospeso. La causa verrà riesaminata solo dopo che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si sarà pronunciata sulla questione pregiudiziale. La decisione della Corte UE sarà vincolante per i giudici italiani e determinerà la legittimità o meno della normativa nazionale sulla garanzia finanziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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