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Garanzia finanziaria immigrazione: stop della Cassazione

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso un ricorso del Ministero dell’Interno contro la mancata convalida del trattenimento di un richiedente asilo. La questione centrale riguarda la compatibilità della garanzia finanziaria immigrazione, fissata in un importo standard, con il diritto dell’Unione Europea. Il giudizio è stato rinviato in attesa di una pronuncia della Corte di Giustizia dell’UE su un caso analogo.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Garanzia finanziaria immigrazione: la Cassazione attende la Corte UE

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con l’ordinanza n. 5319/2024, ha sospeso il giudizio su un caso cruciale riguardante la garanzia finanziaria immigrazione, una misura introdotta come alternativa al trattenimento per specifici richiedenti asilo. La decisione di fermare il procedimento nasce dalla necessità di attendere una pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea su una questione di compatibilità tra la norma italiana e il diritto comunitario, sollevata in casi precedenti e identici.

I fatti di causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato dal Ministero dell’Interno e dalla Questura di Ragusa avverso un decreto del Tribunale di Catania. Il Tribunale aveva rifiutato di convalidare il trattenimento di un cittadino tunisino, entrato in Italia nell’ottobre 2023. Poiché la Tunisia è considerata un “paese di origine sicuro”, la normativa prevede per i richiedenti asilo provenienti da tali nazioni procedure accelerate e, in assenza di passaporto, il trattenimento o, in alternativa, il versamento di una garanzia economica.

Il Ministero contestava la decisione del giudice di prime cure, sostenendo la legittimità della procedura di trattenimento. L’individuo interessato, invece, non si è costituito in giudizio.

La questione sulla garanzia finanziaria immigrazione

Il cuore del problema non risiede tanto nel trattenimento in sé, quanto nella misura alternativa prevista dalla legge: la prestazione di una garanzia finanziaria immigrazione. Per l’anno 2023, l’importo era stato fissato in misura fissa a 4.938,00 euro, da versare tramite fideiussione bancaria o polizza assicurativa.

La Corte di Cassazione evidenzia come, in due precedenti ordinanze, avesse già sollevato una questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). Il dubbio di legittimità riguarda la compatibilità di questa misura con gli articoli 8 e 9 della Direttiva 2013/33/UE (norme sull’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale).

Le Motivazioni della Sospensione

La ragione della sospensione risiede interamente nella pendenza della decisione della CGUE. La questione sollevata dalla Cassazione è se una normativa nazionale che impone una garanzia finanziaria di importo fisso, senza alcuna possibilità di adattamento alla situazione individuale del richiedente, sia conforme al diritto europeo. I punti critici sono molteplici:

1. Importo Fisso: La legge italiana non permette di variare l’importo in base alle condizioni economiche del singolo, rendendo la misura inaccessibile per chi non dispone di risorse.
2. Mancanza di Individualizzazione: Non è prevista una valutazione caso per caso della proporzionalità e ragionevolezza della misura rispetto alla situazione personale del richiedente.
3. Modalità di Versamento: Le modalità previste (fideiussione bancaria/assicurativa) possono ostacolare chi, pur avendo il supporto di terzi (anche familiari), non riesce ad accedere a tali strumenti finanziari.

Secondo la Cassazione, un sistema così rigido rischia di vanificare lo scopo della misura alternativa, trasformando di fatto il trattenimento nell’unica opzione possibile per i richiedenti indigenti, in potenziale contrasto con i principi di necessità e proporzionalità sanciti dalla direttiva europea.

Le Conclusioni della Corte di Cassazione

Dato che la questione è direttamente rilevante anche per il caso in esame, le Sezioni Unite hanno ritenuto necessario attendere la pronuncia della Corte di Giustizia. Di conseguenza, con ordinanza interlocutoria, hanno disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo. Questa decisione, pur non risolvendo il merito della controversia, conferma il ruolo cruciale del dialogo tra le corti nazionali e la CGUE per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione, specialmente in materie delicate come la protezione internazionale e i diritti fondamentali dei richiedenti asilo.

Qual è la questione giuridica principale affrontata dall’ordinanza?
La questione principale è se una garanzia finanziaria di importo fisso e non personalizzabile, richiesta come alternativa al trattenimento di un richiedente asilo, sia compatibile con la normativa dell’Unione Europea in materia di accoglienza.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il procedimento?
La Corte ha sospeso il procedimento perché ha già sollevato la medesima questione di compatibilità con il diritto UE alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in casi precedenti. Ha quindi deciso di attendere la pronuncia della Corte europea prima di decidere sul caso attuale.

Cosa critica la Corte riguardo al sistema della garanzia finanziaria previsto dalla legge italiana?
La Corte critica il fatto che l’importo sia stabilito in misura fissa (€ 4.938,00 per il 2023), senza consentire alcun adattamento alla situazione economica individuale del richiedente e imponendo modalità di versamento che possono ostacolare chi non ha risorse adeguate, rendendo la misura alternativa di fatto inapplicabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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