LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Garanzia fideiussoria appalti: quando scade?

Un Comune ha escusso una garanzia fideiussoria a seguito della risoluzione per inadempimento di un contratto d’appalto. La Corte d’Appello ha ritenuto la garanzia estinta per mancato collaudo entro sei mesi. La Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sulla necessità del collaudo in caso di grave inadempimento dell’appaltatore, ha rimesso la questione alla pubblica udienza per la sua rilevanza nomofilattica. La decisione finale chiarirà se, in tali casi, la garanzia fideiussoria appalti si estingua o meno.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Garanzia Fideiussoria Appalti: Obbligo di Collaudo e Risoluzione per Inadempimento

La gestione della garanzia fideiussoria appalti pubblici rappresenta un tema cruciale, specialmente quando il rapporto contrattuale si interrompe prematuramente. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riacceso il dibattito sulla durata di tale garanzia in caso di risoluzione del contratto per inadempimento dell’appaltatore. La questione centrale è: l’ente appaltante è sempre tenuto a effettuare il collaudo per non perdere il diritto alla garanzia?

Il Caso: Risoluzione del Contratto e Escussione della Garanzia

Un Comune aveva affidato i lavori di riqualificazione del palasport locale a un’associazione temporanea di imprese. A fronte di inadempimenti da parte dell’appaltatore, il Comune ha risolto il contratto e ha chiesto alla compagnia assicurativa garante il pagamento della somma prevista dalla polizza fideiussoria stipulata a garanzia degli obblighi contrattuali.

Il Tribunale, in prima istanza, ha dato ragione al Comune. Tuttavia, la vicenda ha preso una piega diversa in secondo grado.

La Decisione della Corte d’Appello: L’Estinzione della Garanzia per Mancato Collaudo

La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo la tesi della compagnia di assicurazioni. Secondo i giudici di secondo grado, la garanzia si era estinta. Il motivo? L’ente pubblico non aveva provveduto, entro il termine perentorio di sei mesi dalla risoluzione, a redigere il collaudo o un atto equivalente, come lo stato di consistenza dei lavori. Di conseguenza, il Comune è stato condannato a restituire le somme già incassate.

Il Conflitto Giurisprudenziale sulla Garanzia Fideiussoria Appalti

Il caso è giunto dinanzi alla Corte di Cassazione, che si è trovata di fronte a un bivio interpretativo, delineato da due orientamenti giurisprudenziali contrastanti riguardo alla garanzia fideiussoria appalti.

Primo Orientamento: La Necessità del Collaudo Parziale

Un primo indirizzo sostiene che, anche in caso di risoluzione anticipata del contratto, se i lavori sono stati almeno in parte eseguiti e l’interesse del creditore parzialmente soddisfatto, l’ente appaltante ha l’obbligo di emettere un certificato di collaudo parziale. Questo per evitare che il garante rimanga vincolato a tempo indeterminato, in una situazione in cui il rapporto principale (il contratto d’appalto) è venuto meno.

Secondo Orientamento: Inesigibilità del Collaudo in Caso di Grave Inadempimento

Un secondo e più recente orientamento, tuttavia, afferma il principio opposto. L’obbligo di procedere a un tempestivo collaudo viene meno quando la risoluzione è causata da una condotta gravemente inadempiente dell’appaltatore (es. l’abbandono ingiustificato del cantiere) che ha reso impossibile il completamento dell’opera. In queste circostanze, le opere non possono, per definizione, essere oggetto di collaudo. L’unico obbligo per la stazione appaltante sarebbe quindi quello di redigere lo stato di consistenza dei lavori e l’inventario dei materiali.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, nell’ordinanza in esame, ha mostrato una preferenza per il secondo orientamento. Analizzando la normativa di riferimento (in particolare gli artt. 119 e 121 del d.P.R. n. 554/1999), i giudici hanno osservato che il testo di legge sembra porre a carico della stazione appaltante, in caso di risoluzione per inadempimento, il solo obbligo di redigere lo stato di consistenza dei lavori. Non vi sarebbe, quindi, un obbligo di procedere al collaudo, operazione che presuppone un’opera completata o comunque funzionale.

Le Conclusioni: Rinvio alla Pubblica Udienza

Data la presenza di due interpretazioni così divergenti e l’importanza della questione per la certezza dei rapporti giuridici negli appalti pubblici, il Collegio ha ritenuto che la materia avesse una “rilevanza nomofilattica”. Per questo motivo, ha deciso di non risolvere immediatamente la controversia, ma di rimettere la causa alla pubblica udienza della prima sezione civile. Sarà questa sede a dover dirimere il contrasto e a stabilire, una volta per tutte, quale sia il destino della garanzia fideiussoria appalti quando il contratto viene risolto per colpa dell’impresa.

In un appalto pubblico, la garanzia fideiussoria scade se l’ente non effettua il collaudo dopo la risoluzione del contratto per inadempimento?
Esiste un contrasto giurisprudenziale. Secondo un orientamento, la garanzia si estingue se il collaudo (anche parziale) non avviene entro sei mesi dalla risoluzione. Secondo un altro orientamento, l’obbligo del collaudo non sussiste se la risoluzione è dovuta a un grave inadempimento dell’appaltatore che ha impedito il completamento dell’opera, e quindi la garanzia non si estingue per questo motivo.

Cosa succede se la risoluzione del contratto è causata da un grave inadempimento dell’appaltatore, come l’abbandono del cantiere?
Secondo l’orientamento più recente citato dalla Cassazione, un grave inadempimento che rende impossibile completare l’opera fa venire meno l’obbligo per la stazione appaltante di procedere al collaudo. In questo caso, l’ente non perderebbe il diritto di escutere la garanzia fideiussoria.

Qual è l’obbligo principale della stazione appaltante dopo aver risolto un contratto per inadempimento dell’impresa?
Secondo l’interpretazione normativa preferita nell’ordinanza, in caso di risoluzione per inadempimento dell’appaltatore, l’unico obbligo a carico della stazione appaltante è quello di disporre la redazione dello stato di consistenza dei lavori già eseguiti e l’inventario di materiali, macchine e mezzi d’opera presenti in cantiere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati