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Garanzia autonoma: chi paga se il debito non c’è?

La Corte di Cassazione chiarisce i rimedi a disposizione del garante in un contratto di garanzia autonoma. A seguito del pagamento al creditore, se il debito sottostante viene annullato, il garante non può agire per la restituzione contro il creditore beneficiario, ma deve esperire l’azione di regresso nei confronti del debitore principale. Solo in caso di escussione fraudolenta della garanzia è ammessa l’azione diretta contro il creditore.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Garanzia autonoma: chi paga se il debito sottostante viene meno?

La garanzia autonoma rappresenta uno strumento cruciale nelle transazioni commerciali, offrendo al creditore una sicurezza quasi assoluta. Tuttavia, sorgono complessità quando, dopo il pagamento del garante, il debito principale si rivela inesistente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui corretti rimedi esperibili dal garante, tracciando una linea netta tra l’azione di regresso verso il debitore e la richiesta di restituzione al creditore.

I Fatti di Causa

Una compagnia di assicurazioni, in qualità di garante, aveva stipulato un contratto di garanzia autonoma a favore di una società e di una persona fisica, i debitori principali, nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, la beneficiaria della garanzia. A seguito della richiesta dell’ente, la compagnia di assicurazioni ha versato la somma garantita. Successivamente, però, l’avviso di accertamento fiscale, che costituiva il debito principale, è stato annullato con sentenza definitiva dalla Commissione Tributaria.

Ritenendo il pagamento ormai privo di causa, la compagnia garante ha citato in giudizio l’Agenzia delle Entrate per ottenere la restituzione dell’importo versato. La Corte d’Appello ha accolto la domanda del garante, condannando l’Agenzia alla restituzione. Secondo i giudici di secondo grado, il venir meno del debito garantito rendeva il pagamento indebito, legittimando l’azione di ripetizione ai sensi dell’art. 2033 c.c. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione contro tale decisione.

La distinzione della garanzia autonoma dalla fideiussione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, ribaltando la decisione della Corte d’Appello e riaffermando i principi consolidati in materia di garanzia autonoma. Il punto centrale della decisione risiede nella netta distinzione tra questo istituto e la fideiussione tradizionale. Mentre la fideiussione è un’obbligazione accessoria, strettamente legata alle sorti del debito principale, la garanzia autonoma è, per sua natura, svincolata da tale rapporto.

Il corretto funzionamento dei rimedi post-pagamento

Il garante in un contratto autonomo si impegna a pagare ‘a prima richiesta’ e non può sollevare eccezioni relative al rapporto sottostante, salvo il caso di exceptio doli, ovvero quando la richiesta del beneficiario sia palesemente fraudolenta o abusiva. Una volta effettuato il pagamento, il sistema dei rimedi segue una logica precisa:

1. Azione di Regresso verso il Debitore: Il rimedio principale e ordinario a disposizione del garante è l’azione di regresso (art. 1950 c.c.) nei confronti del debitore che ha garantito. Il garante ha diritto a farsi rimborsare quanto pagato.
2. Azione di Ripetizione verso il Creditore: L’azione diretta del garante contro il creditore beneficiario per la restituzione (condictio indebiti) è ammessa solo in via eccezionale, specificamente quando il garante ha pagato pur potendo opporre un’eccezione di dolo (ad esempio, se l’escussione era palesemente fraudolenta). In assenza di frode, questa via è preclusa.

le motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che l’annullamento successivo del debito fiscale non rende, di per sé, fraudolenta la richiesta di pagamento originariamente avanzata dall’Agenzia delle Entrate. Al momento dell’escussione, il debito esisteva formalmente. Di conseguenza, il garante non avrebbe potuto opporre l’inesistenza del debito per rifiutare il pagamento.

Avendo pagato legittimamente in adempimento del proprio obbligo autonomo, il garante avrebbe dovuto, secondo la Corte, agire in regresso contro i debitori principali (la società e la persona fisica). Sarebbe stato poi compito di questi ultimi, una volta rimborsato il garante, agire contro l’Agenzia delle Entrate per recuperare la somma, che a quel punto rappresentava un indebito arricchimento per l’ente, dato l’annullamento del titolo fiscale. La Corte d’Appello, ammettendo l’azione diretta del garante verso il beneficiario, ha disatteso questi principi, confondendo il regime funzionale della garanzia autonoma con quello della fideiussione.

le conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza la stabilità e l’affidabilità del contratto di garanzia autonoma come strumento di tutela del credito. Le conclusioni pratiche sono chiare: il garante che adempie al proprio obbligo deve rivolgersi al debitore garantito per essere tenuto indenne. L’azione diretta contro il creditore beneficiario è un’ipotesi residuale, limitata a casi di comprovata mala fede di quest’ultimo al momento della richiesta di pagamento. Questa impostazione tutela la certezza dei rapporti commerciali, assicurando che il beneficiario possa fare affidamento sulla garanzia senza temere azioni di ripetizione basate su vicende successive relative al rapporto sottostante.

In una garanzia autonoma, se il debito principale viene annullato dopo il pagamento, il garante può chiedere la restituzione dei soldi al creditore?
No, di regola il garante non può agire contro il creditore beneficiario per la restituzione. Secondo la Cassazione, la sua azione principale è quella di regresso nei confronti del debitore garantito.

Qual è la differenza principale tra fideiussione e garanzia autonoma dopo il pagamento?
Nella fideiussione, che è accessoria, se il debito principale si estingue, si estingue anche la garanzia. Nella garanzia autonoma, svincolata dal rapporto principale, il garante paga e poi deve agire in regresso contro il debitore. Sarà poi il debitore a dover recuperare l’eventuale indebito dal creditore.

Quando è possibile per il garante in un contratto di garanzia autonoma agire direttamente contro il creditore per la restituzione?
L’azione diretta per la restituzione (condictio indebiti) è ammessa solo in via eccezionale, quando la richiesta di pagamento del creditore era palesemente fraudolenta o abusiva (exceptio doli) e il garante ha pagato nonostante potesse opporsi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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