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Frazionamento del credito: quando è legittimo?

Un avvocato ha intentato numerose cause contro un ex cliente per recuperare i suoi compensi. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione d’appello che riteneva abusivo il frazionamento del credito, chiarendo che la valutazione sull’interesse del creditore deve essere concreta e non astratta, specialmente se le cause sono state rimesse a giudici diversi.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Frazionamento del credito: la Cassazione chiarisce i limiti del divieto

Il tema del frazionamento del credito è da tempo al centro del dibattito giurisprudenziale. Si tratta della pratica, generalmente vietata, con cui un creditore avvia molteplici azioni legali contro lo stesso debitore per riscuotere crediti derivanti da un unico rapporto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 30763/2025, offre un’importante chiave di lettura, specificando che il divieto non è assoluto e che la valutazione del giudice deve basarsi su elementi concreti e non su presunzioni astratte.

I Fatti di Causa: Il Contenzioso tra Professionista e Cliente

La vicenda trae origine da un contenzioso tra un avvocato e un suo ex cliente. Il legale aveva promosso ben dodici distinti procedimenti giudiziari per ottenere il pagamento dei compensi professionali relativi a diverse cause civili e penali seguite nel tempo. Il cliente si era opposto, eccependo l’abusivo frazionamento del credito, sostenendo che il professionista avrebbe dovuto riunire tutte le sue pretese in un’unica azione legale.

La Decisione della Corte d’Appello sul Frazionamento del Credito

La Corte d’Appello, investita della questione, aveva dato ragione al cliente. I giudici di secondo grado avevano dichiarato la domanda del legale improponibile, ritenendo che la pluralità di azioni costituisse un abuso del processo. La motivazione si fondava sulla semplice esistenza di un rapporto professionale duraturo tra le parti e sulla contemporaneità delle pretese creditorie, senza però entrare nel merito delle specificità di ogni singola causa.

L’Intervento della Cassazione e l’Analisi del Frazionamento del Credito

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, accogliendo le doglianze dell’avvocato e cassando con rinvio l’ordinanza impugnata. Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene il principio generale vieti il frazionamento del credito per ragioni di economia processuale e per non gravare ingiustamente sul debitore, tale divieto non può essere applicato in modo automatico.

La Necessità di una Valutazione Concreta

Il punto centrale della decisione è che il giudice di merito deve compiere una valutazione concreta e specifica sull’esistenza di un “apprezzabile interesse” del creditore ad agire separatamente. Una motivazione apodittica e astratta, basata solo sulla sussistenza di un rapporto di durata, non è sufficiente. Il giudice deve verificare se i crediti sono riconducibili a un unico giudicato o se si fondano su fatti costitutivi talmente simili da rendere la trattazione separata un inutile dispendio di attività processuale.

L’impatto della Pluralità di Giudici Competenti

Un aspetto decisivo nel caso di specie era che, a seguito di una precedente declaratoria di incompetenza, le dodici cause erano state riassunte davanti a uffici giudiziari diversi (Corte d’Appello di Bologna, Corte d’Appello di Ancona e Tribunale di Roma). Questa circostanza, secondo la Cassazione, rendeva di fatto impossibile per il professionista riunire tutte le cause in un unico procedimento, poiché avrebbe significato usurpare il potere di riunione che spetta esclusivamente al giudice. Tale oggettiva impossibilità costituiva di per sé un valido motivo che giustificava la trattazione separata, un elemento che la Corte d’Appello aveva completamente ignorato.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che la Corte d’Appello ha errato nel non considerare le specificità del caso. Ha applicato un principio generale in modo astratto, senza condurre l’indispensabile accertamento sull’interesse del creditore a una tutela frazionata. In particolare, non ha tenuto conto che la diversità dei giudici competenti, determinata da precedenti decisioni, precludeva la trattazione congiunta delle cause. La valutazione del giudice, per essere legittima, deve essere sorretta da una motivazione che esamini la fattispecie concreta, la documentazione prodotta e le caratteristiche specifiche delle singole controversie, evitando affermazioni meramente assertive.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha stabilito che la dichiarazione di improponibilità per abusivo frazionamento del credito non è una sanzione automatica. Il giudice deve sempre bilanciare il principio di economia processuale con il diritto di difesa del creditore. È necessario un accertamento in concreto che verifichi se esista un interesse oggettivamente apprezzabile alla tutela separata. Se, come nel caso esaminato, circostanze oggettive (come la competenza di giudici diversi) impediscono una trattazione unitaria, il frazionamento non può essere considerato abusivo. La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello di Bologna per un nuovo esame che tenga conto di questi fondamentali principi.

È sempre vietato per un creditore avviare più cause per crediti derivanti dallo stesso rapporto?
No, non è sempre vietato. Il divieto di frazionamento del credito non è assoluto. È consentito se il creditore dimostra di avere un “apprezzabile interesse” a una tutela processuale frazionata, la cui esistenza deve essere valutata concretamente dal giudice.

Cosa deve valutare il giudice prima di dichiarare improponibile una domanda per frazionamento del credito?
Il giudice deve effettuare una valutazione concreta e non astratta. Deve verificare se i crediti sono iscrivibili nell’ambito di uno stesso giudicato o fondati su fatti costitutivi analoghi, e soprattutto se sussiste un interesse oggettivo del creditore alla separazione delle cause, considerando anche le specificità processuali come la diversità delle prove o, come nel caso di specie, la competenza di uffici giudiziari diversi.

La pendenza di cause davanti a diversi uffici giudiziari competenti giustifica il frazionamento del credito?
Sì. Secondo la Corte, l’individuazione di diversi giudici competenti per le varie cause è una circostanza oggettiva che può precludere la trattazione congiunta e, di conseguenza, giustificare l’azione separata del creditore, impedendo che tale comportamento venga qualificato come abusivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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