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Frazionamento del credito: la Cassazione cambia rotta

Una struttura sanitaria fraziona un credito verso un ente pubblico. Le Sezioni Unite della Cassazione stabiliscono che, in presenza di un giudicato parziale che impedisce di riunire le cause, la domanda successiva non può essere dichiarata improponibile. Il giudice deve decidere nel merito, sanzionando l’abusivo frazionamento del credito attraverso la condanna alle spese processuali, anche per la parte vincitrice.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Frazionamento del Credito: la Cassazione a Sezioni Unite Bilancia Tutele e Sanzioni

Il tema del frazionamento del credito rappresenta da anni un nodo cruciale nel dibattito giuridico, ponendo in conflitto l’esigenza di tutela del creditore con i principi di correttezza processuale e del giusto processo. Con la recente sentenza n. 7299/2025, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione intervengono nuovamente sulla questione, introducendo un importante principio di equilibrio, soprattutto nei casi in cui una precedente azione giudiziaria si sia già conclusa con un giudicato parziale. Questa decisione chiarisce che l’abuso del processo non può tradursi in una sanzione sproporzionata, come la perdita definitiva del diritto.

I Fatti di Causa

Una struttura sanitaria accreditata agiva in via monitoria contro un’azienda sanitaria locale per ottenere il pagamento di prestazioni rese in due mesi consecutivi, ottobre e novembre 2008. Il creditore presentava due distinti ricorsi per decreto ingiuntivo nella stessa data. Mentre il decreto relativo alle prestazioni di ottobre non veniva opposto e diventava definitivo, quello per le prestazioni di novembre veniva contestato dall’ente debitore.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello accoglievano l’opposizione, dichiarando la domanda improponibile. La motivazione si basava sul consolidato orientamento giurisprudenziale che vieta il frazionamento del credito derivante da un unico rapporto di durata, ritenendolo una pratica contraria ai principi di correttezza, buona fede e al principio costituzionale del giusto processo.

Il Dilemma del Giudicato Parziale nel Frazionamento del Credito

La questione è giunta all’attenzione delle Sezioni Unite a causa di un cruciale dilemma. La sanzione tipica per l’abusivo frazionamento del credito è l’improponibilità della domanda. Tuttavia, questa sanzione presuppone che il creditore possa successivamente riproporre la domanda in modo unitario, cumulando tutte le pretese.

Nel caso di specie, la presenza di un decreto ingiuntivo già passato in giudicato per una parte del credito rendeva impossibile una riproposizione unitaria. Di conseguenza, dichiarare improponibile la seconda domanda avrebbe significato, di fatto, la perdita definitiva di quella porzione di credito per il creditore. Una sanzione processuale si sarebbe così trasformata in una sanzione sostanziale, potenzialmente sproporzionata rispetto alla violazione commessa.

Le Motivazioni: la Sanzione si Sposta dalle Tutele alle Spese

Le Sezioni Unite, con una decisione innovativa, hanno risolto il conflitto bilanciando i principi in gioco. La Corte ha ribadito che il frazionamento del credito è abusivo quando non è supportato da un interesse oggettivamente valutabile e meritevole di tutela del creditore. Tuttavia, ha stabilito che la conseguenza non può essere sempre e comunque l’improponibilità.

Il punto centrale della sentenza è il seguente: qualora la riproposizione unitaria della domanda sia preclusa da un giudicato parziale già formatosi, il giudice non può dichiarare la domanda improponibile. Al contrario, è tenuto a esaminare la pretesa nel merito per non violare il diritto di azione del creditore.

L’abuso del processo, però, non resta impunito. La Corte sposta il baricentro della sanzione dal piano dell’ammissibilità a quello della regolamentazione delle spese di lite. In applicazione degli articoli 88 e 92 del codice di procedura civile, il comportamento processuale scorretto del creditore, che ha agito in violazione dei doveri di lealtà e probità, deve essere tenuto in considerazione al momento della liquidazione delle spese. Pertanto, il giudice, pur accogliendo la domanda nel merito e riconoscendo il diritto del creditore, potrà:

* Escludere la condanna della controparte al pagamento delle spese.
* Porre le spese di lite, in tutto o in parte, a carico dello stesso creditore vincitore.

Le Conclusioni: un Nuovo Principio di Proporzionalità

La sentenza n. 7299/2025 delle Sezioni Unite segna un’evoluzione significativa nella gestione del frazionamento del credito. Si afferma un principio di proporzionalità, secondo cui la sanzione per un abuso processuale non può mai compromettere in modo definitivo il diritto sostanziale, specialmente quando le circostanze (come un giudicato parziale) impediscono al creditore di correggere il proprio errore.

La decisione offre una soluzione pragmatica ed equilibrata: il diritto del creditore viene tutelato nel merito, ma l’abuso viene efficacemente sanzionato sul piano economico attraverso un’attenta e motivata gestione delle spese processuali. Questo approccio riafferma la centralità del giusto processo, inteso non come un insieme di regole rigide, ma come uno strumento per raggiungere una decisione giusta, contemperando le esigenze di tutte le parti coinvolte.

È sempre vietato il frazionamento del credito?
No, il frazionamento è vietato quando costituisce un abuso, cioè quando il creditore non ha un interesse oggettivo e apprezzabile a promuovere azioni separate. Se esiste un interesse meritevole di tutela che giustifica la proposizione separata, questa è consentita.

Cosa accade se un creditore fraziona abusivamente una pretesa ma una parte di essa è già coperta da una sentenza definitiva?
In questo caso, secondo la sentenza, il giudice non può dichiarare la seconda domanda improponibile, perché ciò comporterebbe la perdita definitiva del diritto. Deve, invece, decidere la causa nel merito.

Come viene sanzionato l’abuso se la domanda viene decisa nel merito?
La sanzione diventa di natura economica e processuale. Il giudice, pur riconoscendo il diritto del creditore nel merito, terrà conto del suo comportamento abusivo al momento della decisione sulle spese di lite, potendo escludere la condanna della controparte o addirittura porre le spese a carico del creditore vincitore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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