Frazionamento del Credito: La Corte di Cassazione Rimette la Questione alle Sezioni Unite
Con l’ordinanza interlocutoria n. 14835 del 28 maggio 2024, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per la procedura civile: il frazionamento del credito. Invece di emettere una decisione definitiva, ha scelto di sospendere il giudizio e rimettere la questione alle Sezioni Unite. Questa decisione nasce dalla necessità di risolvere un radicato contrasto giurisprudenziale sulle conseguenze derivanti dalla richiesta di pagamento di un credito unico attraverso molteplici azioni legali. Analizziamo i dettagli di questa importante ordinanza.
I Fatti di Causa
La vicenda processuale trae origine da una controversia tra una società cooperativa e un avvocato. Quest’ultimo aveva agito in giudizio per ottenere il pagamento di compensi professionali che, secondo la società, provenivano da un unico e pluriennale rapporto. La società cooperativa, ricorrendo in Cassazione, lamentava che il professionista avesse operato un abusivo frazionamento del credito, suddividendo la sua pretesa economica in diverse iniziative giudiziarie.
La Questione sul Frazionamento Abusivo del Credito
Il cuore del problema non risiede tanto nel se il frazionamento sia avvenuto, quanto nelle sue conseguenze giuridiche. Esiste infatti un forte dibattito all’interno della stessa Corte di Cassazione su come sanzionare tale comportamento, considerato una violazione dei principi di correttezza e buona fede processuale e del giusto processo.
Le opzioni sul tavolo sono principalmente due:
1. L’improponibilità della domanda: Una tesi sostiene che il frazionamento abusivo renda la domanda giudiziale improponibile. Ciò significa che il giudice non potrebbe nemmeno esaminare il merito della richiesta, con conseguenze potenzialmente molto gravi per il creditore, come la perdita del diritto di agire per le frazioni di credito residue.
2. Conseguenze sulle spese processuali: Un’altra tesi, più mite, ritiene che il frazionamento non debba impedire la decisione sul merito della pretesa, ma debba essere sanzionato solo sul piano delle spese processuali. In questo scenario, il creditore che ha agito in modo abusivo potrebbe essere condannato a pagare tutte le spese del giudizio, anche in caso di vittoria, per compensare i disagi e i costi aggiuntivi causati alla controparte.
Le Motivazioni della Rimessione alle Sezioni Unite
La Seconda Sezione Civile, con l’ordinanza in commento, ha preso atto di questo contrasto. Rilevando che già la Prima Sezione, con una precedente ordinanza (n. 3643/2024), aveva sollevato la medesima questione, ha ritenuto indispensabile un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite. Lo scopo è quello di fornire un indirizzo univoco e definitivo, garantendo la certezza del diritto e l’uniforme interpretazione della legge.
La Corte sottolinea la necessità di stabilire se dall’accertamento di un abusivo frazionamento del credito derivi l’improponibilità della domanda, con il rischio di formazione di un giudicato su una frazione del credito che precluda le altre, oppure se le conseguenze debbano essere confinate alla regolamentazione delle spese, per evitare di pregiudicare eccessivamente la parte che ha subito il frazionamento ma senza negarle il diritto a una pronuncia nel merito.
Conclusioni
La decisione di rimettere la causa a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite è un atto di grande responsabilità istituzionale. La futura sentenza delle Sezioni Unite avrà un impatto significativo sulla gestione del contenzioso in Italia. Stabilirà un principio di diritto vincolante per tutti i giudici, definendo una volta per tutte i confini e le sanzioni per chi abusa dello strumento processuale attraverso il frazionamento del credito. Questa pronuncia è attesa con grande interesse da avvocati e operatori del diritto, poiché influenzerà le strategie processuali e l’equilibrio tra il diritto di agire in giudizio del creditore e il diritto del debitore a non subire un ingiustificato aggravio processuale.
Qual è la questione principale affrontata da questa ordinanza?
La questione centrale è determinare quali siano le corrette conseguenze giuridiche di un abusivo frazionamento del credito, ovvero la suddivisione di un’unica pretesa creditoria in molteplici azioni giudiziarie distinte.
Perché la Corte di Cassazione non ha deciso il caso nel merito?
La Corte non ha deciso perché esiste un contrasto giurisprudenziale tra diverse pronunce della stessa Suprema Corte riguardo alle conseguenze del frazionamento del credito. Per risolvere questo contrasto e fornire un’interpretazione uniforme, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite.
Quali sono le due possibili conseguenze del frazionamento del credito in discussione?
Le due possibili conseguenze sono: 1) l’improponibilità della domanda, che impedirebbe l’esame del merito della richiesta del creditore; 2) una conseguenza limitata al governo delle spese processuali, che sanzionerebbe il comportamento abusivo senza precludere la decisione sul diritto di credito.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 14835 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 2 Num. 14835 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 28/05/2024
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso iscritto al n. 28396/2020 R.G. proposto da: RAGIONE_SOCIALE, in persona del Presidente NOME COGNOME, elettivamente domiciliata in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato NOME COGNOME (CODICE_FISCALE), che la rappresenta e difende con procura speciale in calce al ricorso;
-ricorrente-
contro
COGNOME NOME, elettivamente domiciliato in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato NOME COGNOME (CODICE_FISCALE), che lo rappresenta e difende con procura speciale in calce al controricorso;
-controricorrente-
avverso la SENTENZA della CORTE D’APPELLO di ROMA n. 410/2020 depositata il 21.1.2020.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 3.4.2024 dal Consigliere NOME COGNOME.
PREMESSO IN FATTO
-Rilevato che i primi due motivi del ricorso principale della RAGIONE_SOCIALE in Santa Croce ripropongono la questione dell’abusivo frazionamento dei crediti per compensi professionali, che sarebbe stato operato dall’AVV_NOTAIO nonostante la loro provenienza da un unico rapporto di fatto pluriennale tra le parti;
-considerato che l’ordinanza interlocutoria della Prima Sezione civile di questa Corte n. 3643 del 16.1/8.2.2024, in ragione del contrasto esistente sul punto tra diverse pronunce della Suprema Corte in tema di abusivo frazionamento del credito, ha richiesto la rimessione alle sezioni unite della Corte di Cassazione della questione relativa agli effetti derivanti dall’accertamento di abusivo frazionamento del credito, al fine di stabilire se da esso derivi l’improponibilità della domanda con le eventuali conseguenze in ordine alla possibile formazione nelle more di un giudicato su un’altra frazione del credito, preclusivo della riproposizione della domanda relativa ai crediti residui, o se da esso debbano derivare solo conseguenze sul governo delle spese processuali, onde evitare pregiudizi a discapito della parte che abbia subito il frazionamento dei crediti operato dalla controparte, ma senza preclusioni per la pronuncia sul merito della domanda relativa al credito frazionato;
-ritenuto quindi necessario rinviare la causa a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle sezioni unite della Corte di Cassazione.
P.Q.M.
La Corte rinvia la causa a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle sezioni unite della Corte di Cassazione sulla questione specificata in motivazione.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Seconda Sezione