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Frazionamento del credito: la Cassazione alle Sezioni Unite

Un’ordinanza interlocutoria della Cassazione ha rinviato alle Sezioni Unite la questione sul frazionamento del credito. Il caso riguarda la richiesta di compensi professionali da parte di un avvocato contro una società cooperativa. La Corte deve decidere se il frazionamento abusivo di un credito unitario comporti l’improponibilità della domanda o solo conseguenze sulle spese processuali, data la presenza di un contrasto giurisprudenziale sul punto. La causa è quindi sospesa in attesa della pronuncia chiarificatrice.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Frazionamento del Credito: La Corte di Cassazione Rimette la Questione alle Sezioni Unite

Con l’ordinanza interlocutoria n. 14835 del 28 maggio 2024, la Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per la procedura civile: il frazionamento del credito. Invece di emettere una decisione definitiva, ha scelto di sospendere il giudizio e rimettere la questione alle Sezioni Unite. Questa decisione nasce dalla necessità di risolvere un radicato contrasto giurisprudenziale sulle conseguenze derivanti dalla richiesta di pagamento di un credito unico attraverso molteplici azioni legali. Analizziamo i dettagli di questa importante ordinanza.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale trae origine da una controversia tra una società cooperativa e un avvocato. Quest’ultimo aveva agito in giudizio per ottenere il pagamento di compensi professionali che, secondo la società, provenivano da un unico e pluriennale rapporto. La società cooperativa, ricorrendo in Cassazione, lamentava che il professionista avesse operato un abusivo frazionamento del credito, suddividendo la sua pretesa economica in diverse iniziative giudiziarie.

La Questione sul Frazionamento Abusivo del Credito

Il cuore del problema non risiede tanto nel se il frazionamento sia avvenuto, quanto nelle sue conseguenze giuridiche. Esiste infatti un forte dibattito all’interno della stessa Corte di Cassazione su come sanzionare tale comportamento, considerato una violazione dei principi di correttezza e buona fede processuale e del giusto processo.

Le opzioni sul tavolo sono principalmente due:

1. L’improponibilità della domanda: Una tesi sostiene che il frazionamento abusivo renda la domanda giudiziale improponibile. Ciò significa che il giudice non potrebbe nemmeno esaminare il merito della richiesta, con conseguenze potenzialmente molto gravi per il creditore, come la perdita del diritto di agire per le frazioni di credito residue.
2. Conseguenze sulle spese processuali: Un’altra tesi, più mite, ritiene che il frazionamento non debba impedire la decisione sul merito della pretesa, ma debba essere sanzionato solo sul piano delle spese processuali. In questo scenario, il creditore che ha agito in modo abusivo potrebbe essere condannato a pagare tutte le spese del giudizio, anche in caso di vittoria, per compensare i disagi e i costi aggiuntivi causati alla controparte.

Le Motivazioni della Rimessione alle Sezioni Unite

La Seconda Sezione Civile, con l’ordinanza in commento, ha preso atto di questo contrasto. Rilevando che già la Prima Sezione, con una precedente ordinanza (n. 3643/2024), aveva sollevato la medesima questione, ha ritenuto indispensabile un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite. Lo scopo è quello di fornire un indirizzo univoco e definitivo, garantendo la certezza del diritto e l’uniforme interpretazione della legge.

La Corte sottolinea la necessità di stabilire se dall’accertamento di un abusivo frazionamento del credito derivi l’improponibilità della domanda, con il rischio di formazione di un giudicato su una frazione del credito che precluda le altre, oppure se le conseguenze debbano essere confinate alla regolamentazione delle spese, per evitare di pregiudicare eccessivamente la parte che ha subito il frazionamento ma senza negarle il diritto a una pronuncia nel merito.

Conclusioni

La decisione di rimettere la causa a nuovo ruolo in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite è un atto di grande responsabilità istituzionale. La futura sentenza delle Sezioni Unite avrà un impatto significativo sulla gestione del contenzioso in Italia. Stabilirà un principio di diritto vincolante per tutti i giudici, definendo una volta per tutte i confini e le sanzioni per chi abusa dello strumento processuale attraverso il frazionamento del credito. Questa pronuncia è attesa con grande interesse da avvocati e operatori del diritto, poiché influenzerà le strategie processuali e l’equilibrio tra il diritto di agire in giudizio del creditore e il diritto del debitore a non subire un ingiustificato aggravio processuale.

Qual è la questione principale affrontata da questa ordinanza?
La questione centrale è determinare quali siano le corrette conseguenze giuridiche di un abusivo frazionamento del credito, ovvero la suddivisione di un’unica pretesa creditoria in molteplici azioni giudiziarie distinte.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso il caso nel merito?
La Corte non ha deciso perché esiste un contrasto giurisprudenziale tra diverse pronunce della stessa Suprema Corte riguardo alle conseguenze del frazionamento del credito. Per risolvere questo contrasto e fornire un’interpretazione uniforme, ha rimesso la questione alle Sezioni Unite.

Quali sono le due possibili conseguenze del frazionamento del credito in discussione?
Le due possibili conseguenze sono: 1) l’improponibilità della domanda, che impedirebbe l’esame del merito della richiesta del creditore; 2) una conseguenza limitata al governo delle spese processuali, che sanzionerebbe il comportamento abusivo senza precludere la decisione sul diritto di credito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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