LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Frazionamento credito: la Cassazione attende i giudici

In un caso riguardante la richiesta di pagamento per compensi professionali, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio a causa di un ricorso incidentale che sollevava la questione del frazionamento del credito. Rilevando un contrasto giurisprudenziale sulle conseguenze di tale pratica (improponibilità della domanda o solo sanzioni sulle spese), la Corte ha deciso di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite, già investite della medesima questione, per garantire certezza del diritto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Frazionamento del Credito: la Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa delle Sezioni Unite

L’ordinanza interlocutoria n. 14832/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione cruciale per la gestione dei contenziosi: il frazionamento del credito. Questa pratica, che consiste nel suddividere un unico credito in più azioni legali separate, è da tempo al centro di un acceso dibattito giurisprudenziale. Con questa decisione, la Seconda Sezione Civile sceglie la via della prudenza, sospendendo il giudizio per attendere un verdetto chiarificatore da parte delle Sezioni Unite, l’organo supremo della nomofilachia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia sul pagamento di compensi professionali. Un professionista aveva ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti di una società cooperativa per il saldo delle sue prestazioni. La società si opponeva al decreto e, una volta giunta la causa in Cassazione, presentava un ricorso incidentale. L’argomento centrale del controricorso era l’accusa di frazionamento del credito da parte del professionista, il quale avrebbe suddiviso in modo abusivo un credito derivante da un unico e pluriennale rapporto professionale per intentare più azioni legali.

La Questione Giuridica sul Frazionamento del Credito

Il cuore del problema non risiede nel se il frazionamento del credito sia legittimo, ma nelle conseguenze che derivano dal suo accertamento come ‘abusivo’. La giurisprudenza della stessa Corte di Cassazione si è mostrata divisa su questo punto. Esistono due orientamenti principali:

1. La tesi dell’improponibilità: Secondo una prima interpretazione, l’abusivo frazionamento del credito viola i principi di correttezza e buona fede processuale, nonché il principio del giusto processo. La sanzione per tale comportamento dovrebbe essere la più severa: l’improponibilità (o improcedibilità) della domanda. Ciò significa che il giudice non potrebbe nemmeno entrare nel merito della richiesta, respingendola in rito.
2. La tesi della sanzione sulle spese: Un secondo, più mite, orientamento ritiene che sanzionare con l’improponibilità un’azione fondata su un credito esistente sia eccessivo. La conseguenza dell’abuso dovrebbe invece limitarsi al piano delle spese processuali. Il giudice, pur accogliendo la domanda nel merito, potrebbe condannare la parte che ha frazionato il credito a pagare le spese legali, anche in caso di vittoria, per compensare l’aggravio processuale imposto alla controparte.

Le Motivazioni della Decisione

La Seconda Sezione Civile, con l’ordinanza in esame, ha preso atto di questo profondo contrasto interpretativo. I giudici hanno rilevato che la Prima Sezione Civile, con una precedente ordinanza (n. 3643/2024), aveva già rimesso la questione alle Sezioni Unite proprio per risolvere questo dilemma. La questione sottoposta al massimo consesso della Corte è esattamente quella di stabilire se dall’accertamento di un abusivo frazionamento del credito debba derivare l’improponibilità della domanda o unicamente conseguenze sul governo delle spese processuali.

Di fronte a questa situazione, la Corte ha ritenuto necessario e opportuno rinviare la causa a nuovo ruolo. La scelta è dettata dall’esigenza di attendere la pronuncia delle Sezioni Unite. Decidere il caso in un senso o nell’altro avrebbe significato prendere posizione in un dibattito ancora aperto, con il rischio di emettere una sentenza potenzialmente in contrasto con la decisione di principio che sarà a breve formulata. La sospensione del giudizio garantisce quindi coerenza e certezza del diritto, evitando pronunce contraddittorie sulla medesima questione.

Conclusioni

L’ordinanza n. 14832/2024 non risolve la controversia, ma la ‘congela’ in attesa di un faro che illumini il cammino. La decisione delle Sezioni Unite sul frazionamento del credito avrà un impatto significativo sulla strategia processuale di creditori e debitori. Stabilirà un principio di diritto vincolante, chiarendo una volta per tutte quali rischi corre un creditore che decide di parcellizzare le proprie pretese. Fino a quel momento, la prudenza suggerita dalla Seconda Sezione rimane la strada maestra per i giudici chiamati a decidere su casi analoghi.

Cos’è il frazionamento del credito?
È la pratica con cui un creditore, titolare di un unico credito derivante da un unico rapporto, lo suddivide in più parti per agire in giudizio con domande separate.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso la decisione?
La Corte ha sospeso la decisione perché esiste un contrasto giurisprudenziale sulle conseguenze legali del frazionamento abusivo del credito. Per evitare una pronuncia potenzialmente in conflitto con un futuro principio di diritto, ha preferito attendere la decisione delle Sezioni Unite, già chiamate a risolvere tale contrasto.

Quali sono le due possibili conseguenze dell’abuso che le Sezioni Unite dovranno valutare?
Le Sezioni Unite dovranno decidere se l’abuso debba comportare l’improponibilità della domanda, impedendo al giudice di pronunciarsi sul merito, oppure se debba avere conseguenze solo sulla ripartizione delle spese processuali, senza precludere una decisione sul credito stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati