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Foro societario: quando si applica per le quote S.r.l.?

La Corte di Cassazione stabilisce che la competenza territoriale per una controversia tra soci, relativa all’esercizio del diritto di prelazione e all’interpretazione delle clausole statutarie, spetta esclusivamente al tribunale del luogo in cui la società ha la sede legale. Questo principio, noto come foro societario, prevale sui fori generali (come quello di residenza del convenuto) quando la disputa non riguarda un semplice contratto di compravendita, ma attiene direttamente al rapporto sociale e alle norme interne della società.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Societario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro Societario e Cessione di Quote S.r.l.: La Competenza si Radica nello Statuto

Nelle dinamiche societarie, le controversie tra soci sono tutt’altro che rare. Una delle questioni procedurali più importanti è stabilire quale tribunale abbia la competenza per decidere la lite. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiarimento cruciale sull’applicazione del cosiddetto foro societario, un criterio speciale che prevale sulle regole generali. La Corte ha stabilito che quando il cuore della disputa non è un semplice inadempimento contrattuale, ma l’interpretazione e l’applicazione delle clausole dello statuto sociale, la competenza è radicata presso la sede della società.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata, socia al 50% di un’altra S.r.l., si è trovata al centro di una complessa vicenda. Gli altri due soci, detentori rispettivamente del 30% e del 20%, avevano ricevuto un’offerta d’acquisto inscindibile da parte di un terzo per l’intero pacchetto di quote di loro proprietà. Come previsto dallo statuto, hanno notificato l’offerta alla società socia al 50% per consentirle di esercitare il suo diritto di prelazione.

Quest’ultima ha manifestato l’intenzione di esercitare la prelazione, ma solo sulla quota del 30%, ritenendo non opponibile il vincolo di inscindibilità. Ha inoltre contestato il prezzo, chiedendo la nomina di un perito per una stima del valore, come consentito da un’altra clausola statutaria. Di fronte al silenzio della controparte, la società ha adito il Tribunale di Firenze, foro di residenza della socia venditrice, chiedendo di accertare il perfezionamento della cessione a suo favore. La convenuta, tuttavia, ha eccepito l’incompetenza territoriale, sostenendo che la causa rientrasse nella competenza esclusiva del Tribunale di Milano, dove la società partecipata aveva la sua sede legale.

La Decisione della Corte e la Regola del Foro Societario

Il Tribunale di Firenze ha accolto l’eccezione, dichiarandosi incompetente. La società ricorrente ha quindi proposto regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, la quale ha rigettato il ricorso, confermando la competenza del Tribunale di Milano. La Suprema Corte ha chiarito che il criterio dirimente per individuare il giudice competente è la natura della controversia. Non si trattava di una semplice compravendita di quote, ma di una lite interamente fondata sull’interpretazione e l’applicazione dello statuto sociale, in particolare delle clausole di prelazione e di gradimento. Questo legame indissolubile con il “rapporto sociale” attrae la causa nella sfera di applicazione dell’art. 23 c.p.c., che istituisce il foro societario come esclusivo.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione distinguendo nettamente questa fattispecie da quelle relative a semplici contratti di vendita di partecipazioni. In quei casi, dove si discute ad esempio del pagamento del prezzo o di vizi del contratto, la lite non riguarda il rapporto sociale e si applicano i fori ordinari (come quello del convenuto o del luogo di conclusione del contratto).

Nel caso specifico, invece, le domande della ricorrente (accertare il trasferimento della proprietà delle quote per effetto dell’esercizio della prelazione) non derivavano da un contratto di compravendita già concluso, ma pretendevano di produrre un effetto traslativo direttamente dall’applicazione delle clausole statutarie. L’intera controversia, quindi, concerneva direttamente il funzionamento delle regole interne della società e i diritti e doveri dei soci in quanto tali.

Inoltre, i giudici hanno specificato che, essendo il foro societario un foro speciale esclusivo, la parte che lo eccepisce non è tenuta a contestare tutti gli altri fori alternativi potenzialmente applicabili. L’invocazione dell’art. 23 c.p.c. è di per sé sufficiente a formulare un’eccezione di incompetenza completa e rituale.

Le Conclusioni

L’ordinanza consolida un principio fondamentale per chi opera nel diritto societario: le liti tra soci che trovano la loro origine e la loro disciplina nello statuto sociale devono essere portate davanti al giudice del luogo in cui la società ha la sua sede legale. Questa regola garantisce certezza del diritto e coerenza decisionale, concentrando le controversie relative alla vita interna di una società presso un unico foro specializzato. Per soci e amministratori, ciò significa che qualsiasi disputa legata a diritti di prelazione, clausole di gradimento, o altre previsioni statutarie sarà decisa dal tribunale della sede sociale, indipendentemente da dove risiedano i soci coinvolti.

Quale tribunale è competente per una lite tra soci sull’esercizio del diritto di prelazione previsto dallo statuto?
È competente in via esclusiva il tribunale del luogo in cui la società ha la propria sede legale. Questa regola è nota come foro societario ed è prevista dall’art. 23 del codice di procedura civile.

Una controversia sulla vendita di quote societarie rientra sempre nella competenza del foro societario?
No. Rientra nel foro societario solo se il fondamento della controversia risiede nel rapporto sociale o nell’interpretazione e applicazione di clausole dello statuto. Se la lite riguarda un semplice inadempimento di un contratto di compravendita già perfezionato (es. mancato pagamento del prezzo), si applicano i criteri di competenza generali.

Se un socio, convenuto in giudizio, eccepisce l’incompetenza invocando il foro societario, deve anche contestare la competenza degli altri fori alternativi?
No. Secondo la Corte, poiché il foro societario è un foro speciale ed esclusivo, è sufficiente invocarne l’applicazione per sollevare un’eccezione di incompetenza completa, senza la necessità di contestare analiticamente la competenza basata su altri criteri (come la residenza del convenuto).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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