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Foro erariale: competenza fissa anche dopo rinuncia

La Corte di Cassazione chiarisce che la competenza del foro erariale, radicata dalla presenza di un’amministrazione statale come convenuta, persiste anche se l’attore rinuncia agli atti contro di essa. La competenza si determina al momento dell’avvio della causa, in base al principio di ‘perpetuatio iurisdictionis’, e le vicende successive, come la rinuncia, non possono modificarla. La Corte ha quindi respinto il ricorso, confermando la competenza del tribunale specializzato per le cause contro lo Stato.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro erariale: la competenza non cambia anche con la rinuncia alla causa contro lo Stato

Quando si avvia una causa civile che coinvolge anche un’Amministrazione dello Stato, si attiva una regola speciale di competenza nota come foro erariale. Ma cosa succede se, in corso di causa, si decide di rinunciare all’azione contro lo Stato? La competenza del giudice cambia? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale, offrendo chiarimenti cruciali per chi si trova in situazioni simili.

Il caso: una controversia di vicinato che coinvolge lo Stato

La vicenda nasce da una causa avviata dal proprietario di alcuni terreni per questioni legate a una stradella privata. Il proprietario citava in giudizio non solo numerosi vicini, ma anche due Amministrazioni Pubbliche, lamentando violazioni dei suoi diritti di comproprietà e chiedendo la regolamentazione dei confini.

La presenza delle Amministrazioni Statali nel giudizio ha immediatamente sollevato una questione procedurale determinante: quella della competenza territoriale. Le Amministrazioni, infatti, eccepivano l’incompetenza del tribunale adito in favore di quello della città dove aveva sede l’Avvocatura dello Stato, in applicazione delle regole sul foro erariale.

In un secondo momento, il proprietario decideva di fare un passo indietro, depositando un atto di rinuncia al giudizio nei confronti delle sole Amministrazioni Statali, rinuncia che veniva accettata.

La decisione del Tribunale e il ricorso in Cassazione

Nonostante l’uscita di scena dello Stato dal processo, il Tribunale di primo grado, chiamato a decidere sulle questioni preliminari, dichiarava la propria incompetenza a favore del Tribunale indicato dalle Amministrazioni. Secondo il giudice, la competenza andava determinata al momento iniziale della causa, quando lo Stato era ancora parte del giudizio.

Insoddisfatto, il proprietario ha impugnato questa decisione davanti alla Corte di Cassazione con un regolamento di competenza, sostenendo che, una volta estinto il rapporto processuale con le Amministrazioni, il Tribunale originariamente adito avrebbe dovuto mantenere la competenza per decidere le cause contro gli altri convenuti privati.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: il principio della Perpetuatio Iurisdictionis

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione del tribunale e offrendo una spiegazione chiara e basata su principi consolidati. Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 5 del codice di procedura civile, che sancisce il principio della perpetuatio iurisdictionis (o perpetuazione della giurisdizione e della competenza).

La competenza si fotografa all’inizio

Secondo questo principio, la competenza del giudice si determina in base alla situazione di fatto e di diritto esistente al momento in cui la causa viene proposta. Qualsiasi cambiamento successivo, come la rinuncia agli atti nei confronti di una delle parti, la transazione o la cessazione della materia del contendere, è irrilevante ai fini della determinazione della competenza.

Nel caso specifico, al momento dell’avvio del giudizio, la presenza delle Amministrazioni Statali rendeva obbligatoria e inderogabile l’applicazione del foro erariale. Questa competenza funzionale, una volta radicata, non poteva essere modificata dalla successiva rinuncia dell’attore.

La priorità logica delle questioni

La Corte ha inoltre chiarito l’ordine logico con cui il giudice deve affrontare le questioni. La questione della competenza deve essere esaminata con priorità rispetto a quella dell’eventuale estinzione parziale del processo. Il giudice, prima di poter dichiarare l’estinzione della causa contro lo Stato, deve accertarsi di essere il giudice competente a farlo. Poiché la competenza era del foro erariale, spettava a quest’ultimo, e non al giudice originario, ogni decisione successiva, inclusa la pronuncia di estinzione.

Il foro erariale, essendo una competenza funzionale e inderogabile, prevale anche sulle normali regole di connessione tra cause, attraendo l’intero giudizio, anche le parti relative ai convenuti privati.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza della Cassazione riafferma un caposaldo del diritto processuale con importanti implicazioni pratiche:

1. Attenzione nella scelta dei convenuti: Chi intraprende un’azione legale deve valutare con estrema attenzione fin dall’inizio quali soggetti coinvolgere. Citare in giudizio un’Amministrazione dello Stato ha conseguenze procedurali immediate e non reversibili sulla competenza del giudice.
2. Irreversibilità della competenza: Una volta radicata la competenza del foro erariale, non è possibile “tornare indietro” semplicemente rinunciando alla causa contro lo Stato. Il processo proseguirà davanti al giudice specializzato, anche per le domande rivolte agli altri convenuti privati.
3. Ordine logico-processuale: La decisione sulla competenza precede sempre quella sul merito o su altre vicende del processo, come l’estinzione parziale.

Questa pronuncia serve come monito sull’importanza della strategia processuale iniziale, le cui scelte determinano in modo vincolante il percorso del giudizio.

Cosa succede alla competenza del giudice se si rinuncia alla causa contro l’Amministrazione dello Stato?
La competenza non cambia. Secondo la Corte di Cassazione, la competenza si determina in base alla situazione esistente al momento dell’avvio della causa. Se in quel momento era parte un’Amministrazione Statale, la competenza del foro erariale rimane fissa, anche se successivamente l’attore rinuncia agli atti contro di essa.

Il principio della ‘perpetuatio iurisdictionis’ si applica anche al foro erariale?
Sì. La Corte ha ribadito che il principio della ‘perpetuatio iurisdictionis’ (art. 5 c.p.c.) è pienamente applicabile. La competenza inderogabile del foro erariale, una volta stabilita all’inizio del processo, non è influenzata dai successivi mutamenti delle parti o dell’oggetto della causa.

La decisione sulle spese legali può essere contestata insieme a quella sulla competenza?
Sì. La Corte ha confermato che il regolamento di competenza devolve alla Suprema Corte anche la decisione sul capo della sentenza relativo alle spese di lite. Non è necessario un’impugnazione separata per le spese quando queste sono accessorie alla pronuncia sulla competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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