LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Foro del consumatore: spese legali e incompetenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice che dichiara la propria incompetenza territoriale, in particolare per la violazione del foro del consumatore, deve sempre pronunciarsi sulle spese legali del procedimento svoltosi dinanzi a sé. In un caso tra un avvocato e la sua cliente, la Corte ha cassato la sentenza d’appello che negava tale obbligo, affermando che la parte che ha agito nel foro sbagliato deve essere condannata al pagamento delle spese, a prescindere dall’adesione della controparte all’eccezione di incompetenza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro del consumatore e spese legali: la Cassazione fa chiarezza

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 15699/2024 offre un’importante lezione sulla tutela dei diritti processuali, in particolare riguardo al foro del consumatore. Questo principio, cardine del diritto consumeristico, stabilisce che la competenza territoriale nelle cause tra professionisti e consumatori spetta inderogabilmente al giudice del luogo di residenza del consumatore. La pronuncia in esame chiarisce un aspetto cruciale: chi paga le spese legali quando un professionista avvia una causa nel foro sbagliato? La risposta della Suprema Corte è netta e a favore del consumatore.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da un decreto ingiuntivo ottenuto da un’avvocatessa contro una sua ex cliente per il pagamento di onorari professionali. Il decreto era stato emesso dal Giudice di Pace di Grumello del Monte. La cliente, tuttavia, si è opposta al decreto, sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale. Sosteneva, infatti, che la causa avrebbe dovuto essere incardinata presso il Giudice di Pace di Bergamo, in quanto suo luogo di residenza e, di conseguenza, foro del consumatore competente.

Il Giudice di Pace, preso atto dell’eccezione e dell’adesione della stessa avvocatessa, ha dichiarato la propria incompetenza, revocando il decreto ingiuntivo. Tuttavia, ha disposto la compensazione integrale delle spese legali tra le parti, motivando la decisione con una generica formula legata alla “materia trattata”.

La cliente ha impugnato questa decisione dinanzi al Tribunale di Bergamo, sostenendo che, essendo la sua eccezione fondata, l’avvocatessa avrebbe dovuto essere condannata al pagamento delle spese. Sorprendentemente, il Tribunale ha rigettato l’appello, affermando che il primo giudice non solo aveva agito correttamente compensando le spese, ma che in realtà non avrebbe nemmeno dovuto pronunciarsi su di esse, demandando la questione al giudice competente nel merito. Contro questa decisione, la cliente ha proposto ricorso in Cassazione.

La decisione sul foro del consumatore e le spese di lite

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della consumatrice, cassando con rinvio la sentenza del Tribunale di Bergamo. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio fondamentale: l’ordinanza che dichiara l’incompetenza territoriale ha natura decisoria e, pertanto, il giudice che la emette ha il dovere di provvedere alla regolamentazione delle spese processuali relative alla fase che si è svolta davanti a sé.

La Corte ha specificato che il foro del consumatore rappresenta un’ipotesi di competenza inderogabile, che il giudice deve rilevare anche d’ufficio per proteggere la parte più debole del rapporto, ovvero il consumatore. Questa protezione deriva direttamente dalla normativa europea e si fonda sulla presunzione che il consumatore si trovi in una posizione di inferiorità contrattuale e informativa rispetto al professionista.

le motivazioni

Il punto centrale della motivazione della Cassazione risiede nel disattendere l’orientamento seguito dal Tribunale di Bergamo. La Suprema Corte ha chiarito che l’adesione della controparte all’eccezione di incompetenza è del tutto irrilevante quando si tratta di competenza inderogabile, come nel caso del foro del consumatore. Il professionista che agisce in un foro diverso da quello previsto dalla legge è da considerarsi virtualmente soccombente sulla questione di rito.

Di conseguenza, il giudice che dichiara la propria incompetenza non solo può, ma deve statuire sulle spese, condannando la parte che ha errato nell’individuare il giudice competente. Ignorare questo principio significherebbe vanificare in parte la tutela accordata al consumatore, costringendolo a sostenere dei costi per difendersi in una sede giudiziaria errata, scelta unilateralmente dal professionista.

le conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza in modo significativo la tutela del consumatore nel processo civile. Viene stabilito in modo inequivocabile che il professionista che cita in giudizio un consumatore in un foro diverso da quello di residenza di quest’ultimo, in caso di dichiarazione di incompetenza, sarà tenuto a rifondere le spese legali sostenute dal consumatore per quella fase processuale. Questa decisione funge da deterrente contro pratiche processuali volte a scoraggiare la difesa del consumatore, costringendolo a spostarsi in sedi giudiziarie scomode. Si riafferma così che le norme a protezione del consumatore non sono mere formalità, ma presidi sostanziali che devono trovare piena applicazione anche nella regolamentazione delle spese di lite.

Se un giudice si dichiara incompetente, deve comunque decidere sulle spese legali?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il giudice che emette una pronuncia sulla competenza, dichiarandosi incompetente, deve anche regolare le spese legali relative alla fase del procedimento che si è svolta davanti a lui.

Cosa succede alle spese se la causa viola il foro del consumatore?
La parte che ha avviato il giudizio in un foro diverso da quello previsto come foro del consumatore (il professionista) è considerata soccombente sulla questione della competenza e deve essere condannata al pagamento delle spese legali sostenute dal consumatore per difendersi.

L’adesione della controparte all’eccezione di incompetenza cambia la decisione sulle spese?
No. Nel caso di competenza inderogabile come quella del foro del consumatore, il fatto che la parte che ha iniziato la causa aderisca all’eccezione di incompetenza sollevata dal consumatore è irrilevante. Il giudice deve comunque condannare il professionista al pagamento delle spese in base al principio di soccombenza virtuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati