LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Foro del consumatore: quando sollevare l’eccezione

Una società edile ottiene un decreto ingiuntivo contro due clienti. Questi si oppongono invocando il foro del consumatore, ovvero la competenza del tribunale della loro residenza. La Corte di Cassazione conferma che l’eccezione di incompetenza territoriale è tempestiva se sollevata entro la prima udienza di trattazione della causa (ex art. 183 c.p.c.), anche se preceduta da udienze di mera conciliazione, rafforzando così la tutela del consumatore nel processo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro del Consumatore: la Cassazione fissa il termine per l’eccezione

Il foro del consumatore rappresenta una delle tutele fondamentali previste dal nostro ordinamento, garantendo al cittadino di poter agire e difendersi presso il tribunale più vicino al proprio luogo di residenza. Ma cosa succede se l’eccezione di incompetenza viene sollevata dopo le primissime udienze? Con l’ordinanza n. 2046 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che il termine ultimo per rilevare l’incompetenza coincide con la prima udienza di trattazione, anche se preceduta da incontri per la conciliazione.

I Fatti di Causa

Una società di costruzioni otteneva dal Tribunale di Taranto un decreto ingiuntivo per un importo significativo contro due committenti, a seguito di lavori di ristrutturazione sulla loro abitazione. I committenti, residenti a Roma, si opponevano al decreto, contestando inizialmente la competenza territoriale sulla base delle norme generali del codice di procedura civile. Successivamente, nel corso della prima udienza di effettiva trattazione della causa, sollevavano una nuova e più specifica eccezione, quella basata sul foro del consumatore, indicando come competente il Tribunale di Roma.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Il Tribunale di Taranto accoglieva l’eccezione, ritenendola tempestiva poiché formulata nella prima udienza di trattazione (ex art. 183 c.p.c.), e dichiarava la propria incompetenza. Il giudice di merito specificava che le udienze precedenti, finalizzate a un tentativo di conciliazione, non costituivano il termine perentorio per sollevare tale questione.

La società costruttrice, non accettando la decisione, proponeva ricorso per regolamento di competenza in Cassazione, sostenendo due motivi principali:
1. Tardività dell’eccezione: L’eccezione doveva essere sollevata nella prima udienza in senso cronologico, non in quella successiva di trattazione.
2. Mancanza della qualità di consumatori: Uno dei committenti era socio e amministratore di un’altra società, circostanza che, a dire della ricorrente, avrebbe escluso la sua qualifica di consumatore, trasformando il rapporto in un’operazione commerciale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti precisazioni sulla corretta applicazione delle norme procedurali a tutela del consumatore.

Il Termine per Rilevare l’Incompetenza del Foro del Consumatore

Il punto centrale della decisione riguarda la tempistica. La Cassazione ha stabilito in modo inequivocabile che il termine perentorio per eccepire o rilevare d’ufficio l’incompetenza per violazione del foro del consumatore è la prima udienza di trattazione della causa, disciplinata dall’art. 183 del codice di procedura civile. Le udienze precedenti, se dedicate esclusivamente a tentativi di conciliazione (come previsto dall’art. 185 c.p.c.), sono considerate meramente interlocutorie e non fanno scattare alcuna preclusione. Questa interpretazione garantisce che la questione della competenza venga affrontata nella sede processuale appropriata, quando la causa viene effettivamente impostata nel merito, senza che diritti fondamentali come quello del consumatore vengano pregiudicati da formalismi legati alla cronologia delle udienze.

La Qualifica di Consumatore

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la qualifica di consumatore deve essere valutata in relazione allo scopo specifico del contratto oggetto di controversia. Nel caso di specie, il contratto d’appalto aveva per oggetto la ristrutturazione dell’abitazione privata dei committenti, un’esigenza chiaramente estranea a qualsiasi attività imprenditoriale o professionale. Il fatto che uno dei committenti fosse un imprenditore in altri contesti è stato ritenuto del tutto irrilevante. Ciò che conta è la finalità dell’atto di consumo, non lo status professionale generale della persona.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione rafforza la tutela processuale del consumatore. Viene chiarito che il diritto a essere giudicati dal tribunale del proprio luogo di residenza può essere fatto valere fino alla prima udienza di trattazione effettiva, un momento processuale ben definito che non si confonde con eventuali udienze preliminari di conciliazione. La decisione ribadisce inoltre che la nozione di “consumatore” è legata allo scopo dell’atto e non alla professione del soggetto, impedendo interpretazioni restrittive che potrebbero svuotare di significato la protezione offerta dalla legge.

Entro quale momento processuale deve essere sollevata l’eccezione di incompetenza basata sul foro del consumatore?
L’eccezione deve essere sollevata, dalla parte interessata o rilevata d’ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza di trattazione della causa, come disciplinata dall’art. 183 del codice di procedura civile.

Le udienze destinate al solo tentativo di conciliazione sono valide per far scattare il termine per l’eccezione?
No. La Corte ha chiarito che le udienze fissate unicamente per esperire un tentativo di conciliazione sono considerate interlocutorie e non costituiscono l’udienza di trattazione che segna il termine ultimo per sollevare la questione di competenza.

Lo status di imprenditore di una persona in altri rapporti commerciali esclude la sua qualifica di consumatore in un contratto specifico?
No. La qualifica di consumatore si valuta in base allo scopo del singolo contratto. Se una persona, pur essendo un imprenditore, stipula un contratto per scopi personali ed estranei alla sua attività professionale (come la ristrutturazione della propria casa), agisce a tutti gli effetti come consumatore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati