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Foro del consumatore: la competenza inderogabile

Una RSA ottiene un decreto ingiuntivo per rette non pagate. I familiari si oppongono eccependo l’incompetenza territoriale basata sul foro del consumatore. Il Tribunale accoglie l’eccezione, dichiara la propria incompetenza a favore del Tribunale del luogo di residenza/domicilio dei consumatori e revoca il decreto ingiuntivo, affermando l’inderogabilità del foro del consumatore.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro del Consumatore: Perché il Giudice Competente è Sempre Quello di Casa Vostra

Una recente sentenza del Tribunale di Milano riafferma un principio fondamentale a tutela dei cittadini: il foro del consumatore è inderogabile. Questo significa che, in caso di controversie, il processo deve svolgersi nel luogo di residenza o domicilio del consumatore, anche se il contratto prevede diversamente. La decisione analizza il caso di una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) che aveva citato i familiari di un paziente in un tribunale diverso da quello di loro competenza, vedendosi respingere le proprie pretese per un vizio procedurale insuperabile.

I Fatti di Causa: Il Decreto Ingiuntivo e l’Opposizione

Una RSA aveva ottenuto un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Milano per il pagamento di rette di ricovero non saldate da parte di due familiari coobbligati. Questi ultimi, ricevuta la notifica, hanno presentato opposizione, sollevando una questione preliminare decisiva: l’incompetenza territoriale del Tribunale di Milano.

Secondo gli opponenti, la causa avrebbe dovuto essere incardinata presso il Tribunale di Bergamo, in quanto luogo di residenza di uno di loro e di domicilio dell’altro (l’anziano ricoverato presso la stessa RSA, sita in provincia di Bergamo). Hanno invocato, quindi, la speciale tutela prevista dal Codice del Consumo, che identifica nel foro del consumatore il giudice naturale per questo tipo di controversie.

La Questione del Foro del Consumatore e la sua Inderogabilità

Il punto centrale della controversia non riguardava il merito del debito, ma una questione procedurale fondamentale: quale tribunale avesse il diritto di decidere. Il foro del consumatore, previsto dall’articolo 66-bis del Codice del Consumo, è una norma di protezione che stabilisce una competenza territoriale esclusiva e inderogabile. Questo significa che le parti non possono accordarsi per un foro diverso, e qualsiasi clausola contrattuale in tal senso è da considerarsi vessatoria e, quindi, nulla.

La RSA, in un primo momento, aveva tentato di difendere la propria scelta, ma successivamente, nel corso del giudizio, ha aderito all’eccezione degli opponenti, chiedendo che la causa venisse trasferita al Tribunale di Bergamo. Tuttavia, il giudice ha chiarito che tale adesione non poteva trasformare una questione di competenza inderogabile in un semplice accordo tra le parti.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Milano ha accolto pienamente l’eccezione degli opponenti, dichiarando la propria incompetenza territoriale in favore del Tribunale di Bergamo.

Incompetenza Territoriale e Revoca del Decreto Ingiuntivo

Il giudice ha stabilito che la presenza di più consumatori convenuti, con residenze o domicili in luoghi diversi, non fa venir meno la regola del foro del consumatore. La norma si applica per proteggere ciascun consumatore. Di conseguenza, il Tribunale di Milano non era competente a decidere la controversia.

Una conseguenza diretta e cruciale di questa dichiarazione è stata la revoca del decreto ingiuntivo. La sentenza chiarisce che una pronuncia di incompetenza in sede di opposizione non si limita a trasferire la causa, ma annulla l’atto iniziale (il decreto monitorio) emesso dal giudice incompetente.

L’Inefficacia della Clausola sul Foro Competente

Il contratto di ricovero conteneva una clausola che designava il Tribunale di Milano come foro esclusivo. Tuttavia, il giudice l’ha ritenuta inefficace per due motivi. Primo, la clausola stessa conteneva una riserva ( “Salvo che non sia diversamente previsto dalla legge” ), che di fatto rimanda all’applicazione delle norme imperative, come quella sul foro del consumatore. Secondo, la RSA non ha fornito alcuna prova che tale clausola fosse stata oggetto di una specifica e individuale trattativa con i consumatori, requisito indispensabile per superare la presunzione di vessatorietà.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della sentenza si fonda sulla natura imperativa delle norme a tutela del consumatore. Il giudice ha spiegato che la competenza del foro del consumatore non è negoziabile. Anche se la controparte (la RSA) ha successivamente accettato l’eccezione, il tribunale adito in modo errato deve comunque emettere una sentenza che dichiari la propria incompetenza e regoli le spese processuali.

Il principio della soccombenza, infatti, impone che chi ha dato inizio a un procedimento davanti a un giudice incompetente debba farsi carico delle spese legali della controparte, anche se la decisione è puramente processuale. L’errore iniziale nel scegliere il foro competente è sufficiente a determinare la condanna alle spese. Il giudice ha quindi condannato la RSA a rimborsare tutte le spese legali sostenute dai familiari per difendersi.

Conclusioni

Questa sentenza è un importante promemoria per le aziende e una garanzia per i cittadini. Il foro del consumatore è un baluardo di protezione che non può essere aggirato. Le imprese devono prestare la massima attenzione a incardinare le cause nel luogo corretto, ovvero presso il tribunale di residenza del consumatore. In caso contrario, non solo vedranno il loro atto iniziale revocato, ma saranno anche condannate a pagare le spese legali della controparte. Per i consumatori, questa decisione conferma che la legge li tutela da pratiche che potrebbero rendere più difficile e costosa la loro difesa, garantendo un accesso più equo alla giustizia.

Qual è il tribunale competente nelle cause che coinvolgono un consumatore?
Per legge, il tribunale competente è esclusivamente quello del luogo di residenza o di domicilio del consumatore. Questa regola, nota come ‘foro del consumatore’, è inderogabile e mira a proteggere la parte più debole del rapporto contrattuale.

Una clausola nel contratto che stabilisce un foro diverso da quello del consumatore è valida?
No, una clausola del genere è considerata vessatoria e quindi inefficace, a meno che l’azienda non dimostri che è stata oggetto di una trattativa individuale specifica e seria con il consumatore. In assenza di tale prova, la clausola è nulla e si applica la regola generale del foro del consumatore.

Cosa succede al decreto ingiuntivo se il giudice si dichiara incompetente?
Se il giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo si dichiara territorialmente incompetente nel successivo giudizio di opposizione, il decreto ingiuntivo viene revocato. La parte che intende far valere il proprio credito dovrà iniziare un nuovo procedimento davanti al giudice competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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