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Foro consumatore: escluso per fidi sopra 75.000€

Una recente ordinanza della Cassazione chiarisce i limiti di applicabilità del foro del consumatore. Nel caso esaminato, una società di recupero crediti ha agito contro una cliente per un debito derivante da un conto corrente con un fido di 100.000 euro. La Corte ha stabilito che la disciplina a tutela del consumatore, incluso il foro esclusivo presso la residenza del cliente, non si applica ai contratti di credito il cui importo supera i 75.000 euro, come previsto dal Testo Unico Bancario. Di conseguenza, è stata affermata la competenza del tribunale originariamente adito dalla banca, annullando la precedente decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro del Consumatore: Quando Non si Applica nei Contratti di Credito

L’individuazione del giudice competente è un passo cruciale in qualsiasi controversia legale. Nel diritto dei consumatori, una delle tutele fondamentali è il cosiddetto foro del consumatore, che stabilisce la competenza del tribunale del luogo di residenza del cliente. Tuttavia, questa regola non è assoluta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un’importante eccezione relativa ai contratti di credito di importo elevato, ridefinendo i confini di questa tutela.

I Fatti di Causa: La Controversia sulla Competenza Territoriale

Il caso ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da una banca nei confronti di una sua cliente per un debito di circa 85.000 euro, derivante dal saldo passivo di un conto corrente. La cliente ha proposto opposizione, sostenendo preliminarmente l’incompetenza del tribunale adito. A suo avviso, in qualità di ‘consumatrice’, la causa avrebbe dovuto essere discussa davanti al tribunale del suo luogo di residenza, in applicazione del foro del consumatore.

Inizialmente, il tribunale di primo grado ha respinto l’eccezione, ritenendo che la cliente non potesse essere qualificata come consumatrice a causa della sua attività imprenditoriale. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, dichiarando l’incompetenza del primo tribunale e individuando come competente quello della residenza della cliente.

Contro questa sentenza, la società di recupero crediti, succeduta alla banca, ha proposto un regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione e l’Esclusione del Foro del Consumatore

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza della Corte d’Appello e dichiarando la competenza del tribunale originario. La decisione si fonda su un’analisi precisa della normativa applicabile al momento dell’avvio della causa.

Il Criterio Normativo: Il Limite di 75.000 Euro

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione del Testo Unico Bancario (D.Lgs. 385/1993). L’articolo 122, comma 1, lett. a) del TUB stabilisce che le norme sul ‘credito ai consumatori’ (artt. 121-126) non si applicano ai finanziamenti di importo superiore a 75.000 euro.

Nel caso specifico, dal contratto di conto corrente emergeva che alla cliente era stato concesso un fido di 100.000 euro. Questo importo, superando la soglia legale, esclude l’applicazione dell’intera disciplina speciale prevista per il credito al consumo.

La Legge Applicabile al Momento della Causa

La Corte ha inoltre specificato che, in base al principio generale dell’art. 5 c.p.c., la competenza si determina in base alla legge in vigore al momento della proposizione della domanda giudiziale, e non a quella vigente al momento della stipula del contratto. Poiché il giudizio era iniziato nel 2015, si doveva fare riferimento alla normativa allora vigente, ovvero il Testo Unico Bancario e il Codice del Consumo, che prevedevano chiaramente il limite quantitativo per l’applicazione delle tutele specifiche.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che l’esclusione della disciplina sostanziale del credito al consumo comporta, di conseguenza, anche l’inapplicabilità della relativa norma processuale sulla competenza. In altre parole, se il contratto, a causa del suo importo, non rientra nel campo di applicazione della normativa a tutela del consumatore, anche la regola speciale del foro del consumatore (contenuta nell’art. 33, comma 2, lett. u del Codice del Consumo) non può essere invocata.

La Corte ha ritenuto irrilevante la questione se la cliente fosse o meno una ‘consumatrice’ in senso generale, poiché il criterio dirimente era oggettivo e basato sull’importo del finanziamento concesso. L’aver beneficiato di un fido superiore alla soglia di legge è stato considerato l’elemento decisivo per escludere l’applicazione del regime di favore.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante principio di diritto con significative implicazioni pratiche. Stabilisce in modo netto che la tutela processuale del foro del consumatore è strettamente legata all’applicabilità della disciplina sostanziale del credito al consumo. Per i contratti di finanziamento e le aperture di credito di importo superiore a 75.000 euro, tale tutela viene meno. Consumatori e istituti di credito devono quindi essere consapevoli che, superata questa soglia, le controversie saranno regolate dalle norme ordinarie sulla competenza territoriale, solitamente individuate nel contratto o nel luogo in cui ha sede legale la banca, e non necessariamente presso la residenza del cliente.

La tutela del foro del consumatore si applica a tutti i contratti di credito?
No. Secondo la Corte, la normativa specifica sul credito ai consumatori, inclusa la regola del foro esclusivo, non si applica ai finanziamenti di importo superiore a 75.000 euro, come stabilito dall’art. 122 del Testo Unico Bancario.

Cosa determina quale tribunale è competente in una causa?
La competenza territoriale si determina in base alle norme in vigore alla data di inizio della causa, non a quelle vigenti al momento della firma del contratto. Questo principio è sancito dall’art. 5 del codice di procedura civile.

Se un contratto di credito supera i 75.000 euro, la qualifica di ‘consumatore’ del cliente è ancora rilevante per determinare il foro competente?
No. In questo caso, l’esclusione della disciplina di tutela è oggettiva e basata sull’importo del finanziamento. Di conseguenza, l’eventuale qualifica di ‘consumatore’ del cliente diventa irrilevante ai fini dell’applicazione del foro speciale, e si applicano le regole ordinarie sulla competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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