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Foro competente appalto: la scelta spetta al lavoratore

La Corte di Cassazione stabilisce che in una causa per appalto illecito, il lavoratore ha la facoltà di scegliere il foro competente. Può legittimamente citare in giudizio la società utilizzatrice presso il tribunale dove ha sede l’azienda, anche se la prestazione lavorativa si è svolta in un’altra circoscrizione. Questa decisione chiarisce l’applicazione dei criteri alternativi previsti dalla legge sul foro competente appalto, dando prevalenza alla scelta del ricorrente.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Foro Competente in Caso di Appalto Illecito: La Scelta Spetta al Lavoratore

Determinare il tribunale giusto a cui rivolgersi è il primo, fondamentale passo per far valere i propri diritti. Nel complesso mondo del diritto del lavoro, e in particolare nelle cause relative a contratti di appalto, la questione del foro competente appalto assume un ruolo cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, affermando un principio di grande importanza: in caso di presunto appalto illecito, il lavoratore ha il diritto di scegliere dove intentare la causa, potendo optare per il tribunale del luogo in cui ha sede l’azienda che ha effettivamente utilizzato le sue prestazioni.

I Fatti del Caso: Lavoratori contro la Società Utilizzatrice

Quattro lavoratori avevano avviato una causa presso il Tribunale di Milano. Essi sostenevano di essere stati, di fatto, dipendenti di una grande società di logistica (la società utilizzatrice), nonostante il loro contratto formale fosse con un’altra azienda (la società appaltatrice). I lavoratori chiedevano al giudice di accertare l’esistenza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato direttamente con la società utilizzatrice, a causa dell’illiceità dell’appalto che mascherava una vera e propria somministrazione di manodopera.

Il Tribunale di Milano, tuttavia, si era dichiarato incompetente a decidere. Secondo il giudice di primo grado, la causa avrebbe dovuto essere trattata dal Tribunale di Piacenza, poiché i lavoratori svolgevano materialmente la loro attività in una filiale della società utilizzatrice situata in quella provincia. I lavoratori, non condividendo questa interpretazione, hanno impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione con un ricorso per regolamento di competenza.

Il Principio del Foro Competente Appalto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei lavoratori, ribaltando la decisione del Tribunale di Milano. La Suprema Corte ha chiarito che l’articolo 413 del codice di procedura civile offre al lavoratore tre opzioni alternative per individuare il giudice competente. Questi fori concorrenti sono:
1. Il tribunale del luogo in cui è sorto il rapporto di lavoro.
2. Il tribunale del luogo in cui si trova l’azienda o una sua dipendenza alla quale il lavoratore è addetto.
3. Il tribunale del luogo in cui il lavoro è stato effettivamente prestato.

I lavoratori, nel caso di specie, avevano legittimamente scelto di avviare la causa a Milano, sede dell’azienda della società convenuta, identificata come la loro reale datrice di lavoro. Questa scelta rientra pienamente in una delle opzioni previste dalla legge.

La Rilevanza della Sede Aziendale nel determinare il foro competente

La decisione sottolinea che la scelta di uno dei fori alternativi è una facoltà del lavoratore. Il fatto che la prestazione lavorativa si sia svolta in una provincia diversa non rende tale foro esclusivo, ma semplicemente una delle altre possibilità. Pertanto, il giudice inizialmente adito (Milano) non poteva declinare la propria competenza a favore di un altro (Piacenza), solo perché quest’ultimo corrispondeva al luogo di esecuzione del lavoro.

Inoltre, la Corte ha specificato che la presenza in giudizio anche della società appaltatrice (il datore di lavoro formale) non cambia le carte in tavola. La connessione tra la domanda principale (contro la società utilizzatrice) e quella subordinata (contro l’appaltatrice) non modifica il criterio di competenza scelto dal lavoratore. Anzi, per il principio del cumulo soggettivo, la causa contro l’appaltatrice viene attratta nella competenza del giudice adito per la domanda principale.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una lettura chiara dell’art. 413 c.p.c. e sul principio del favor lavoratoris che ispira la norma. La legge delinea tre fori concorrenti e alternativi, lasciando al lavoratore, parte debole del rapporto, la libertà di scegliere quello per lui più agevole per avviare l’azione legale. La Corte ha richiamato un suo precedente molto recente, con una fattispecie quasi identica, confermando un orientamento ormai consolidato. Il lavoratore che agisce per far dichiarare l’esistenza di un rapporto di lavoro con l’effettivo utilizzatore delle sue prestazioni, a seguito di un appalto non genuino, può legittimamente adire il giudice del luogo dove si trova l’azienda dell’utilizzatore stesso. Questa interpretazione garantisce una tutela processuale più efficace per il lavoratore.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la posizione del lavoratore nelle controversie relative agli appalti illeciti, confermandogli un’ampia facoltà di scelta del tribunale a cui rivolgersi. In secondo luogo, offre certezza giuridica, stabilendo che il foro della sede aziendale dell’utilizzatore è sempre un’opzione valida, indipendentemente dal luogo fisico di svolgimento della prestazione. Infine, la decisione promuove l’economia processuale, consentendo di trattare in un unico giudizio le domande connesse rivolte sia al datore di lavoro effettivo sia a quello formale, davanti al giudice scelto dal lavoratore per la causa principale.

In una causa per appalto illecito, dove può essere citato in giudizio il datore di lavoro effettivo?
Il lavoratore può scegliere tra tre fori alternativi previsti dalla legge (art. 413 c.p.c.), tra cui il tribunale del luogo in cui si trova l’azienda del datore di lavoro effettivo, anche se diverso dal luogo dove materialmente lavorava.

Il luogo dove si svolge materialmente il lavoro è l’unico criterio per determinare il foro competente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il luogo di svolgimento della prestazione lavorativa è solo una delle opzioni a disposizione del lavoratore, non l’unica né quella prevalente. La scelta tra i fori concorrenti spetta al lavoratore.

La presenza in giudizio anche del datore di lavoro formale (la società appaltatrice) modifica il foro competente scelto dal lavoratore?
No. La presenza del datore di lavoro formale non modifica la competenza scelta dal lavoratore per la causa principale contro il datore effettivo. Anzi, la domanda contro il datore formale viene attratta e decisa nello stesso processo per connessione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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